donald trump criptovalute bitcoin

BENVENUTI NELL’ERA DELLE CRIPTOVALUTE, IL REGNO DELLE FREGATURE – DOPO IL LANCIO DEL BITCOIN NEL 2008, È NATO UN MERCATO CHE ORA VALE 3.300 MILIARDI DI DOLLARI (QUATTRO VOLTE LA CAPITALIZZAZIONE DELLA BORSA ITALIANA). ED È FIORITO UN MERCATO PARALLELO DI FRODI E RICICLAGGI, ANCHE PER MANCANZA DI UNA REGOLAMENTAZIONE ADEGUATA – LA FREGATURA DEL DOGECOIN, ESALTATO DA MUSK, E I PIANI DI TRUMP PER CREARE UNA MEGA RISERVA DI CRIPTOVALUTE (MA SI OPPONE LA FEDERAL RESERVE) – LA VIDEO-INCHIESTA DI GABANELLI

GUARDA QUI LA VIDEO-INCHIESTA DI MILENA GABANELLI SULLE CRIPTOVALUTE

 

Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino e Milena Gabanelli per il “Corriere della Sera”

MILENA GABANELLI - INCHIESTA SULLE CRIPTOVALUTE

«Ho lavorato su un sistema di pagamento elettronico totalmente privo di intermediari, che elimina la necessità di garanti». Con questa breve dichiarazione, il 31 ottobre 2008, il misterioso Satoshi Nakamoto lanciava il Bitcoin, una moneta virtuale senza Paesi emittenti né banche centrali. Al loro posto una blockchain, un registro digitale pubblico delle transazioni, immodificabile e aggiornato dalla comunità degli utenti.

 

Oggi l’identità del suo creatore è ancora ignota, si sa soltanto che possiede un milione di bitcoin che, ai corsi attuali, corrisponde a 84 miliardi di euro. Nel frattempo, pochissimi hanno utilizzato la moneta «anarchica» per pagare a causa delle oscillazioni estreme del suo valore.

 

BITCOIN E CRIPTOVALUTE - DATAROOM

Il Bitcoin è invece diventato una sorta di «oro digitale»: raro perché la quantità massima coniabile è fissata dall’algoritmo a 21 milioni; desiderato proprio perché scarso e nella convinzione che la sua corsa al rialzo sia destinata a proseguire. Alcuni ci hanno guadagnato, altri ci hanno perso, altri ancora lo hanno utilizzato per riciclare denaro sporco.

 

[…] Ne è nato un mercato da oltre 3.300 miliardi di dollari, quattro volte la capitalizzazione totale di Borsa Italiana. Solo nel 2024 sono spuntati oltre due milioni di nuovi token, con finalità non sempre chiare.

 

MILENA GABANELLI - INCHIESTA SULLE CRIPTOVALUTE

In alcuni casi sono serviti per attuare frodi note come «wash trading» e «pump and dump». Con la prima un gruppo di persone o un esercito di bot si scambia più volte un bene digitale per aumentarne artificialmente il valore e poi venderlo a un ignaro acquirente.

 

Con la seconda, «gonfia e scarica», i detentori di una criptovaluta o, più di frequente, i suoi creatori ne magnificano sui social le prospettive di crescita, ne fanno così salire le quotazioni e, infine, liquidano sul mercato i propri portafogli, realizzando enormi profitti a spese degli ultimi investitori che ci hanno creduto.

 

La manipolazione non è reato

TOKEN E CRIPTOVALUTE - DATAROOM

La società di ricerca Chainalysis stima che schemi di «pump and dump» abbiano coinvolto circa il 3,6% delle monete digitali create nell’ultimo anno, quota che equivale a oltre 74 mila potenziali cripto-truffe. Un caso sospetto è quello del Dogecoin, una criptovaluta nata per scherzo nel 2013 (una memecoin) e sostenuta da Elon Musk. Fra il 2019 e il 2021 il patron di Tesla lo ha esaltato con una sfilza di tweet: «Sarà la futura moneta del pianeta Terra»; «L’ho comprata per mio figlio»; «SpaceX porterà il Dogecoin sulla Luna».

 

Il prezzo è schizzato in due anni del 36 mila per cento. Poi a maggio 2021 Musk, ospite del programma Saturday Night Live, ha detto che il Dogecoin è «una bufala». Tanto è bastato a scatenare un’ondata di vendite che ha causato un crollo del 90%.

 

donald trump criptovalute

Un gruppo di investitori ha promosso contro il numero uno di Tesla una class action per manipolazione del mercato con richiesta di risarcimento per 258 miliardi di dollari. La causa è stata respinta dal tribunale di New York. Le dichiarazioni di Musk erano «aspirazionali e roboanti», ha detto il giudice; quindi, «nessun investitore ragionevole avrebbe potuto dar loro credito».

 

D’altra parte, negli Stati Uniti non esiste alcuna regolamentazione specifica per Bitcoin & co; l’eventuale iniziativa repressiva è affidata a singole autorità, come la Security Exchange Commission e il Dipartimento di Giustizia, che negli ultimi anni hanno sanzionato influencer e società.

 

[…]

 

L’incasso di Trump

ELON MUSK - DOGECOIN E LE CRIPTOVALUTE - DATAROOM

Nel settembre del 2024 Trump e i suoi famigliari hanno fondato World Liberty Financial, e coniato il token Wlfi: in pochi mesi ne sono stati venduti 24 miliardi a un prezzo crescente fino a 5 centesimi l’uno, per un incasso di oltre mezzo miliardo. Poi, due giorni prima dell’ingresso alla Casa Bianca, il presidente ha lanciato la sua criptomoneta, $Trump. Partita da 18 centesimi, è schizzata a 75 dollari, salvo poi precipitare a 15, causando 2,2 miliardi di perdite a 885 mila investitori.

 

Non tutti, però, ci hanno rimesso. Un anonimo trader, per esempio, ha piazzato una scommessa da un milione di dollari su $Trump a distanza di due minuti dal suo annuncio. Due giorni dopo ha ceduto quasi sei milioni di token con un profitto di 109 milioni. A vincere, però, è sempre il banco.

 

La Trump Organization detiene 800 milioni di $Trump e li rilascerà sul mercato nei prossimi tre anni, passando gradualmente all’incasso, e ottiene anche una commissione per ogni scambio. Secondo Chainalysis, nei portafogli della Trump Organization sono già arrivati 349,6 milioni in poco più di un mese.

 

Ascesa delle stablecoin

DONALD TRUMP - LE CRIPTOVALUTE E LE STABLECOIN - DATAROOM

Il piano della Casa Bianca punta a rendere l’America il centro della finanza digitale globale, costituendo fra l’altro una riserva nazionale di bitcoin. L’ordine esecutivo del 23 gennaio di Trump richiede «di proteggere e promuovere la sovranità del dollaro statunitense, anche attraverso azioni per favorire lo sviluppo e la crescita globale di stablecoin lecite e ancorate al dollaro».

 

Le stablecoin sono valute digitali che promettono di mantenere un valore stabile perché ricalcano l’andamento di una moneta sovrana. Le due principali stablecoin si chiamano Circle e Tether. Quest’ultima, creata nel 2013 dal torinese Giancarlo Devasini e guidata dal ligure Paolo Ardoino, ha molto successo. La ragione sta nel fatto che per ogni tether (UsdT) coniato esiste un equivalente deposito in dollari, sempre convertibile.

 

criptovalute - stati uniti

Almeno questo è quanto assicura la società, che dichiara di avere più di 400 milioni di utenti (prevalentemente fra i risparmiatori dei mercati emergenti) e di aver coniato oltre 140 miliardi di UsdT. Le riserve dovrebbero quindi ammontare a oltre 140 miliardi di dollari, anche se Tether non ne ha mai sottoposto la consistenza a un esame completo e indipendente.

 

È qui che i progetti delle stablecoin in dollari si saldano con i piani di Trump. Gran parte delle riserve di Tether e Circle è investita in titoli di Stato americani, per un totale di quasi 150 miliardi di dollari. In sostanza quando un argentino, un libanese o un nigeriano compra un UsdT di Tether o un UsdC di Circle sta di fatto finanziando il bilancio americano e, in prospettiva, i tagli alle tasse promessi da Trump. Ecco perché la Casa Bianca ha tanto interesse a che si diffondano il più possibile.

 

[…]

 

DONALD TRUMP E LE CRIPTOVALUTE - DATAROOM

Cosa accadrebbe se Meta, Amazon o X decidessero di lanciare una stablecoin? La Bce ritiene perciò indispensabile accelerare sul completamento del progetto di un euro digitale. La banca centrale di Pechino ha già coniato lo yuan digitale nel 2019, mentre la Fed ha abbandonato l’idea del dollaro digitale.

 

L’ordine esecutivo di Trump impone del resto l’adozione di misure «per proteggere gli americani dai rischi delle monete digitali delle banche centrali». Se del caso, anche «vietando la loro circolazione e utilizzo» nel Paese. Un monito a tutte le banche centrali: le vostre monete digitali non avranno corso nella giurisdizione degli Stati Uniti. Benvenute invece cripto come Tether, società privata con sede nel paradiso fiscale di El Salvador.

LA MEME COIN DI DONALD TRUMP

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)