pietro labriola giorgia meloni tim

LA VITTORIA DELLA MELONI METTE LE ALI A TIM –  IL TITOLO È VOLATO IN BORSA SPINTO DALLE RECENTI POSIZIONI ESPRESSE DALLA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA SU UN’OPA DI CASSA DEPOSITI E PRESTITI SUL GRUPPO (MA SALVINI E BERLUSCONI SARANNO D'ACCORDO?) – A QUESTO SI AGGIUNGE LA POSSIBILE CESSIONE DI TIM BRASIL, DALLA QUALE L'AMMINISTRATORE DELEGATO PIETRO LABRIOLA PUNTA A INCASSARE 5-6 MILIARDI

Benedetta Vitetta per “Libero quotidiano”

GIORGIA MELONI

 

La netta vittoria del centrodestra alle politiche e il successo personale di Giorgia Meloni ieri ha messo le ali a Tim spinta in alto proprio dalle recenti posizioni espresse dalla leader di Fratelli d'Italia sul dossier della Rete Unica e sul possibile riassetto del gruppo di telecomunicazioni che dovrebbe passare attraverso il delisting, la successiva vendita di vari asset per ridurre di oltre la metà il gravoso debito che pesa del gruppo e che terminerebbe con il lancio di un'Offerta pubblica di acquisto (Opa) in cui la Cassa Depositi Prestiti (Cdp) dovrebbe giocare un ruolo da protagonista.

 

PIETRO LABRIOLA 2

E così nella prima seduta post votazioni, ieri a Piazza Affari, la quotazione ha beneficiato sia dei rumor legati al progetto politico di Fratelli d'Italia in fase di definizione (soprattutto dopo l'esito elettorale pro Meloni) sia a una possibile vendita di Tim Brasil da parte dell'amministratore delegato, Pietro Labriola che, stando a indiscrezioni di stampa, starebbe appunto valutando la cessione della controllata puntando a un incasso di 5-6 miliardi per la quota in mano alla capogruppo, che agli attuali prezzi di mercato oggi vale 3,8 miliardi.

 

Il top manager sembrerebbe essere già in contatto con alcuni potenziali acquirenti interessati all'operazione, che avrebbe già ottenuto pure il placet del socio francese Vivendi.

 

DOSSIER CALDISSIMO

CAVI FIBRA TIM

«Ad oggi non c'è niente di ufficiale» hanno spiegato ieri mattina gli analisti di Bestinver, ricordando però che la vendita del Brasile è semplicemente un rumor ricorrente sul mercato».

Gli esperti di Bestinver comunque attribuiscono a Tim Brasil un enterprise value di 7,9 miliardi di euro che potrebbe portare a un incasso di circa 4,3 miliardi euro per la quota del 67% in mano a Tim.

 

Paiono essere più ottimisti gli esperti di Intesa Sanpaolo che hanno ricordato che durante la campagna elettorale esponenti di Fratelli d'Italia hanno annunciato «che il partito è al lavoro su un progetto, chiamato Minerva, per creare un operatore nazionale wholesale controllato dallo Stato, con la possibile scalata di Tim da parte di Cdp e un successivo spezzatino». Uno scenario che per gli analisti di Ca' de Sass avrebbe, senza dubbio, parecchio «appeal speculativo, ma presenta pure punti interrogativi sul fronte regolamentare e della valutazione degli asset».

GIORGIA MELONI

 

Sulle stessa linea gli analisti di Bestinver che evidenziano come un'Opa di Cdp su Tim, per aggirare le richieste di Vivendi per la rete, «è qualcosa che potrebbe essere difficile da implementare considerando il massiccio sforzo cash che Cdp potrebbe essere costretta a sopportare».

 

Detto questo, gli esperti di Bestinver hanno sottolineato che dopo l'esito della tornata elettorale «l'attesa di un'offerta non vincolante di Cassa Depositi e Prestiti per la Netco di Tim è ancora in agenda e dovrebbe arrivare nelle prossime settimane».

 

Pietro Labriola DI TIM

Anche Oddo BHF considera «improbabile» un takeover di Cdp su Tim ma ritiene che l'ascesa al governo di Giorgia Meloni, alla luce del forte interesse di FdI per la rete unica, dovrebbe comunque agevolare la vendita dell'infrastruttura di Tim, a cui Cdp dovrebbe recapitare a breve un'offerta non vincolante».

 

ALTRE DECISIVE PARTITE

Sull'onda di queste speculazioni ieri il titolo ha vissuto l'intera giornata sotto i riflettori arrivando a guadagnare fino il 6% per poi ripiegare sul finale e archiviando la giornata in rialzo del 2,61% a 0,1847 euro. Oltre a Tim, ricordiamo che sul tavolo del futuro governo ci sono altri dossier che scottano.

 

PIETRO LABRIOLA

A partire da quello legato alla privatizzazione di Ita Airways per cui già domani è atteso un importante incontro tra Ita e Delta in cui si parlerà di flotta, forza lavoro e del capitolo investimenti. Sul fronte bancario la partita più importante e difficile da sbrogliare è quella che riguarda il futuro del Monte dei Paschi di Siena che ha appena varato un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro.

PIETRO LABRIOLAPIETRO LABRIOLA pietro labriola

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO