biden zelensky

ABBIAMO FINITO LE ARMI – ZELENSKY CONTINUA A CHIEDERE RIFORNIMENTI, MA I PAESI DELLA NATO HANNO GLI ARSENALI VUOTI. GLI IMPIANTI USA COSTRUISCONO 20MILA COLPI AL MESE, CHE VENGONO SPARATI IN 2-3 GIORNI NELLE TRINCEE DI ZAPORIZHZHIA – GLI UNICI PAESI CHE POSSONO DARE UNA MANO SONO COREA DEL SUD ED EGITTO – IL PROBLEMA È POLITICO (L’OPINIOINE PUBBLICA È STANCA), MA ANCHE ECONOMICO: UN SINGOLO RIFORNIMENTO PER LE BATTERIE SAMP-T, DONATE DALL’ITALIA, COSTA DUE MILIONI E MEZZO – DONALD TRUMP: “BIDEN FACCIA PAGARE ALL’EUROPA GLI AIUTI”

JOE BIDEN E VOLODYMYR ZELENSKY AL VERTICE NATO DI VILNIUS

1. TRUMP: “BIDEN FACCIA PAGARE ALL’EUROPA GLI AIUTI A KIEV”

Estratto da www.ilfattoquotidiano.it

 

“Perché Joe Biden non fa contribuire l’Europa” alle spese per l’Ucraina? E’ la domanda che pone Donald Trump su Truth, notando come il Vecchio Continente è indietro di 175 miliardi di dollari rispetto agli Stati Uniti negli aiuti a Kiev.

 

“Neanche un dollaro in più dovrebbe essere speso fino a quando l’Europa non avrà eguagliato l’America nelle spese per difendere l’Ucraina”, afferma Trump. Il tema degli aiuti è tanto centrale nel dibattito politico americano delle ultime settimane quanto divisivo.

 

donald trump vladimir putin

Cresce infatti la fronda dei repubblicani contraria all’invio di ulteriori armi e anche l’opinione pubblica, dopo oltre un anno e mezzo di conflitto, si rivela assai più tiepida nel sostegno all’Ucraina.

 

Negli ultimi giorni, poi, per scongiurare lo shutdown, il Congresso è arrivato al compromesso della sospensione degli aiuti. Una decisione che è stata l’ultimo tassello che ha determinato la rimozione dello speaker repubblicano della Camera McCarthy, accusato dall’alla di destra del suo partito di avere stretto patti coi dem, che a sua volta lo consideravano ormai inaffidabile.

 

rishi sunak joe biden giorgia meloni jens stoltenberg volodymyr zelensky vertice nato di vilnius

2. ARSENALI VUOTI E COSTI ELEVATI LA DIFESA A OLTRANZA DI KIEV MANDA IN CRISI I PAESI NATO

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

[…] nessuno crede più in una vittoria ucraina.  Bisogna quindi fare i conti con un nuovo scenario: la guerra andrà avanti almeno fino alla primavera e a Kiev servono armi per proseguire la lotta. Tante armi, perché Putin sta potenziando in fretta il suo arsenale. Questa volta però gli alleati si trovano davanti a problemi di natura industriale, economica e politica, tutti di difficile soluzione.

 

VOLODYMYR ZELENSKY JOE BIDEN

Il più urgente è quello industriale e riguarda le munizioni per l’artiglieria, l’elemento decisivo delle battaglie in corso. Ma l’Occidente ha finito i colpi. «Vediamo il fondo del barile », ha detto senza mezzi termini l’ammiraglio Rob Bauer, responsabile militare della Nato.

 

Venti mesi di combattimenti hanno esaurito le scorte statunitensi ed europee: l’Ucraina ha ricevuto e sparato quasi due milioni di cannonate. Da Washington a Roma, i generali sono stati chiari: sono rimaste le riserve minime, quelle indispensabili per la sicurezza nazionale.

 

volodymyr zelensky emmanuel macron.

Dopo la fine della Guerra Fredda le fabbriche di proiettili sono state smantellate e adesso non sono in grado né di sostituire quelli ceduti agli ucraini, né di alimentare l’esercito di Kiev. Gli Stati Uniti stanno ristrutturando gli impianti e ora costruiscono 20 mila colpi al mese: quelli che nelle trincee di Zaporizhzhia vengono tirati in due-tre giorni.

 

La Commissione Europea ha finanziato un programma per aprire altre fabbriche. I risultati però cominceranno ad esserci alla fine del 2024, troppo tardi per influire sulle sorti del conflitto. Gli emissari del Pentagono hanno bussato a qualsiasi porta. Hanno acquistato munizioni in Pakistan, trasferito quelle sequestrate sui mercantili iraniani, finanziato la rivitalizzazione di bossoli degli anni Cinquanta. Non basta.

 

donald trump alla casa bianca con sergei lavrov e sergei kislyak

Ci sarebbero due Paesi in grado di soddisfare la fame degli obici ucraini. Anzitutto la Corea del Sud, che ha i magazzini pieni per fronteggiare il regime di Kim Jong-un: finora però non ha ceduto alle pressioni di Washington. E l’Egitto, che fabbrica sia le ogive dei calibri Nato che quelle sovietiche, altrettanto preziose per Kiev.

 

Ufficialmente Al Sisi si tiene neutrale, anche se gli americani stanno cercando di convincerlo a cambiare linea, magari attraverso la triangolazione con la Giordania per non irritare il Cremlino. Putin dal canto suo ha moltiplicato le catene di montaggio, riceve razzi da Teheran e spera nel supporto nordcoreano: i suoi cannoni non resteranno a secco.

vladimir putin donald trump

 

La contraerea è l’altro elemento vitale […]. Qui il problema è economico: i missili terra-aria hanno prezzi altissimi. In media più di un milione di euro mentre gli Aster della batteria Samp-T donata da Italia e Francia vengono quasi due milioni e mezzo. Ogni notte gli ucraini ne lanciano decine […].

 

[…] Già, ma chi paga? Per l’Italia rifornire il singolo Samp-T fino a primavera significherebbe spendere molto più di cento milioni e intaccare le nostre riserve sotto la soglia minima prevista per la difesa nazionale. […]

 

giorgia meloni volodymyr zelensky

L’ultimo punto è quello più politicamente sensibile: la richiesta di missili a lungo raggio. La presidenza Biden […] sembra avere sbloccato le consegne degli Atacms. Gli ucraini promettono di non scagliarli contro la Russia ma li useranno per bombardare la Crimea, che considerano terra loro.

 

Negli ultimi giorni grazie ai cruise europei “Storm Shadow” arrivati da Francia e Gran Bretagna hanno messo a segno colpi micidiali e ora domandano le stesse armi a Italia e Germania. Più del costo elevato - circa tre milioni e mezzo ciascuno a pesare sulle scelte è l’impatto sull’opinione pubblica dei raid contro Sebastopoli. Un tema particolarmente delicato per gli equlibri del governo Meloni, visto che Matteo Salvini ha sempre appoggiato l’annessione putiniana della Crimea.

viktor orban pedro sanchez volodymyr zelensky

 

Si tratta di tanti tasselli di un quadro strategico che può determinare l’esito della guerra. Recentemente il generale Laglande de Montgross, numero uno dell’intelligence militare francese, ha ricordato le teorie di von Clausewitz: il conflitto si chiude quando crolla “il centro di gravità” di uno dei belligeranti. E quello dell’Ucraina è la coesione del sostegno internazionale: se si indebolisce, i russi potranno tornare a marciare su Kiev.

 

3. ARMAMENTI E AIUTI, I TIMORI DI ZELENSKY MA L’UE PROMETTE UN ALTRO PACCHETTO

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

JOE BIDEN TRENO PER KIEV

Tutti sorridenti (con sfumature diverse) sotto il sole di Granada tranne uno: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. […]

 

[…] il presidente ucraino aveva […] il volto teso e le sue parole rivelavano una difficoltà che in passato non aveva dovuto fronteggiare: la stanchezza degli alleati nei confronti della guerra scatenata dalla Russia. «La nostra speranza, il nostro impegno qui è mantenere unita l’Europa», ha detto entrando al vertice.

 

volodymyr zelensky emmanuel macron

E nel suo discorso davanti ai leader Zelensky ha manifestato preoccupazione nel vedere che «l’Europa sta seguendo la crescente tempesta politica in America», dove per evitare la paralisi amministrativa il Congresso ha approvato un bilancio senza fondi per Kiev.

 

«L’Europa non aspetti la fine della tempesta, ma sia insieme all’America per proteggere i nostri valori comuni e la libertà», ha chiesto Zelensky. La giornata è stato un elenco di bilaterali nei quali il presidente ucraino ha incassato la riconferma del sostegno dell’Ue (sui social ha ringraziato i leader uno a uno).

olaf scholz e volodymyr zelensky

 

«Non abbiamo diritto di essere stanchi», ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa. […] Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha promesso un nuovo sistema di difesa aerea. E dal premier spagnolo Pedro Sánchez, il padrone di casa, ha ottenuto i lanciamissili Hawk e più generatori di corrente.

 

Zelensky ha discusso con la premier Giorgia Meloni del prossimo pacchetto di aiuti militari dell’Italia, comprese le modalità per rafforzare la difesa aerea ucraina. Il leader di Kiev ha avuto anche per la prima volta un faccia a faccia con il premier armeno Nikol Pashinyan […]

trump putin

 

[…]  L’Unione sta però mostrando delle crepe, a cominciare dalla Polonia che giorni fa ha annunciato che non avrebbe più fornito aiuti militari a Kiev (ma è in campagna elettorale). E ieri Viktor Orbán ha scritto su X che «Bruxelles sta creando davanti ai nostri occhi un mondo orwelliano. Acquistano e forniscono armi attraverso la European Peace Facility . Vogliono controllare i media attraverso il Media Freedom Act. Non abbiamo combattuto i comunisti per finire nel 1984». Le diverse sensibilità emergeranno anche oggi, quando i leader Ue discuteranno dell’allargamento […].

giorgia meloni volodymyr zelensky pedro sanchez volodymyr zelensky

Ultimi Dagoreport

benjamin netanyahu giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – CORRI A CASA IN TUTTA FRETTA, C’È UN CAMALEONTE CHE TI ASPETTA: QUELLA SIGNORINA ALLA FIAMMA CHE VUOLE MANTENERE UN RAPPORTO CON L’EUROPA MA NELLO STESSO TEMPO, TEMENDO DI ESSERE SCAVALCATA A DESTRA DA SALVINI, SBATTE GLI OCCHIONI A TRUMP. LA STESSA CHE IMPLORA LA FINE DELLA TRAGEDIA DI GAZA MA L’ITALIA CONTINUA A FORNIRE ARMI A ISRAELE (SECONDO PAESE DOPO GLI USA DOPO LA DECISIONE DI MERZ DI FERMARE L’INVIO DI ARMI A NETANYAHU) - A UNA DOMANDA SULL'EXPORT MILITARE ITALIANO VERSO ISRAELE, CROSETTO IN PARLAMENTO HA DETTO: "ABBIAMO ADOTTATO UN APPROCCIO CAUTO, EQUILIBRATO E PARTICOLARMENTE RESTRITTIVO". RISULTATO? NESSUNO È PIÙ IN GRADO DI SAPERE CON ESATTEZZA COSA L’ITALIA VENDE O ACQUISTA DA ISRAELE – TRA LA DISCORDANZA DELLE DICHIARAZIONI UFFICIALI E LA TRACCIABILITÀ REALE DELLE FORNITURE BELLICHE A NETANYAHU, C’È DI MEZZO LO SPORT PREFERITO DEL GOVERNO MELONI: IL SALTO TRIPLO DELLA VERITÀ… - VIDEO

elly schlein giuseppe conte goffredo bettini gaetano manfredi piero vincenzo de luca roberto gualtieri silvi salis vincenzo decaro michele emiliano

DAGOREPORT - IL PD GUIDATO DA ELLY SCHLEIN? E' COME "'A PAZZIELLA 'MMAN 'E CRIATURE". IL GIOCATTOLO STA IN MANO AI BAMBINI. E LORO CHE FANNO? CI GIOCANO, SO' BAMBINI. E LO FANNO A PEZZI - CONFONDENDO LA LEADERSHIP CON L'AMBIZIONE, LA SEGRETARIA DEL PD SI E’ RINTANATA IN UN BUNKER: DIFFIDA DI TUTTI E SI CIRCONDA SOLO DEI SUOI “PASDARAN”: BONAFONI, ALIVERNINI E TARUFFI - NON SOPPORTA L’ASSE TRA CONTE E BETTINI; VIVE CON LA PAURA CHE BONACCINI VOGLIA SOSTITUIRLA AL PRIMO PASSO FALSO E CHE SILVIA SALIS LE FREGHI LA SEGRETERIA – SOSPETTI VERSO IL SINDACO DI NAPOLI GAETANO MANFREDI, POSSIBILE “PAPA STRANIERO” DEL “CAMPO LARGO” – ELLY DIFFIDA (EUFEMISMO) DI PRODI, CHE NON LA VEDE CANDIDATA PREMIER, E DI FRANCESCHINI, CHE LA PENSA ALLO STESSO MODO MA NON LO DICE - IL FASTIDIO VERSO MISIANI, GUALTIERI, MANCINI E ONORATO - VOLEVA ELIMINARE I ''CACICCHI'' MA HA RINCULATO CON DE LUCA E SOFFRE LE SMANIE DI EMILIANO IN PUGLIA - QUALCHE ANIMA PIA SPIEGHI ALLA GRUPPETTARA DI BOLOGNA CHE NON SIAMO ALL’OCCUPAZIONE DEL LICEO, NÉ TANTOMENO SUL CARRO DEL PRIDE DOVE SI È ESIBITA IN MODALITÀ “CUBISTA” SULLE NOTE DI “MARACAIBO” (VIDEO)

beppe grillo marco travaglio giuseppe conte elly schlein eugenio giani

DAGOREPORT: IL CONTE TRAVAGLIATO - DI BOTTO, SIAMO RITORNATI AI TEMPI DI BEPPE GRILLO: SULL’OK ALLA CANDIDATURA IN TOSCANA DEL DEM EUGENIO GIANI, CONTE NON TROVA IL CORAGGIO DI METTERCI LA FACCIA E RICICCIA IL ''REFERENDUM'' ONLINE TRA GLI ISCRITTI, L’UNO VALE UNO, LA “BASE” DA ASCOLTARE - MA L'EX "AVVOCATO DEL POPOLO" NON DOVEVA ESSERE IL LEADER CHE I 5STELLE NON HANNO MAI AVUTO, QUELLO CHE SI IMPONE E TRACCIA LA VIA AL SUO PARTITO? - DATO CHE GIANI, PER VINCERE, PUO' FARE A MENO DEI VOTI 5STELLE, NEL PD S'INCAZZANO CON LA SUBALTERNITÀ A CONTE DI ELLY SCHLEIN CHE HA ACCETTATO E PROMOSSO LA CANDIDATURA DEL 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA: "QUESTI INGRATI È MEGLIO LASCIARLI CHE PRENDERLI" - MA TRA ELLY E PEPPINIELLO, C’È DI MEZZO LA COLONNA DI PIOMBO DI MARCO TRAVAGLIO, CHE DETTA OGNI MATTINA I DIECI COMANDAMENTI DELL'IDEOLOGIA M5S, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" PD-M5S SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL''ARMATA BRANCA-MELONI...

netflix disney plus streaming

DAGOREPORT - “TOPOLINO” HA FAME - DISNEY SCUCE 3 MILIARDI DI DOLLARI PER COMPRARSI LE ATTIVITÀ MEDIA DELLA NFL, LA LEGA DEL FOOTBALL AMERICANO. QUALE SARÀ IL PROSSIMO PASSO? UN CONSOLIDAMENTO NELLO STREAMING È INEVITABILE (IL MERCATO È SATURO DI SERVIZI E CONTENUTI) E C’È CHI SI SPINGE A UN’ACQUISIZIONE DI PESO, COME NETFLIX - LA PIATTAFORMA CAPITALIZZA IL DOPPIO MA FATTURA UN TERZO DELLA DISNEY  – RUMORS ANCHE SU UN INTERESSE DI AMAZON PER SPOTIFY: LÌ I SOLDI NON SAREBBERO UN PROBLEMA (IL SERVIZIO DI E-COMMERCE DI BEZOS CAPITALIZZA 2MILA MILIARDI CONTRO I 130 DELLO STREAMING MUSICALE)...

matteo piantedosi giorgia meloni carlo nordio giusi bartolozzi alfredo mantovano almasri

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI RISCHIA DI BRUTTO SUL CASO ALMASRI: PRENDERSI LA RESPONSABILITÀ DELLA SCARCERAZIONE E DEL RIMPATRIO (CON VOLO DI STATO) DEL TORTURATORE LIBICO EQUIVALE A UNA PUBBLICA SCONFESSIONE DEI MINISTRI NORDIO E PIANTEDOSI, CHE IN AULA HANNO MINIMIZZATO CON BUGIE LA QUESTIONE ATTACCANDO I GIUDICI – IL TRIBUNALE DEI MINISTRI, SCAGIONANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA E RINVIANDO A GIUDIZIO I DUE MINISTRI E IL SOTTOSEGRETARIO ADDETTO AI SERVIZI SEGRETI, HA APERTO UNA BOTOLA DOVE, DALL'ALTO DEL SUO DILENTATTISMO, MELONI È CLAMOROSAMENTE CADUTA - LO "SCUDO" PER SALVARE GIUSI BARTOLOZZI NON ESISTE: NON ESSENDO STATA RINVIATA A GIUDIZIO, IL GOVERNO NON PUÒ  ESTENDERE "IL CONCORSO" NEL REATO COL MINISTRO NORDIO. COSI', IL PARLAMENTO PUO' NEGARE L'AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO PIANTEDOSI, NORDIO E MANTOVANO, MA LA PROCURA DI ROMA NON AVRÀ ALCUNO OSTACOLO A RINVIARE A GIUDIZIO LA BARTOLOZZI, CON CONSEGUENTI ''RICADUTE POLITICHE'' SU MELONI - PERCHE' NON HANNO MESSO IL SEGRETO DI STATO...