a ciambra di jonas carpignano

LA CANNES DEI GIUSTI - BUONE NOTIZIE PER IL CINEMA ITALIANO: ‘A CIAMBRA’, TOLTA QUALCHE FELLINATA E QUALCHE DECINA DI MINUTI DI TROPPO, È DAVVERO UNA BELLA SORPRESA E DIMOSTRA CHE SI PUÒ USCIRE DAI SOLITI SCHEMI NARRATIVI E DAI SOLITI SISTEMI PRODUTTIVI. IL PADRINATO DI SCORSESE E' UNA BELLA GARANZIA…

 

Marco Giusti per Dagospia

 

a ciambra di jonas carpignanoa ciambra di jonas carpignano

Cannes terzo giorno. Buone notizie per il cinema italiano. Almeno per una volta... Il primo dei film italiani alla Quinzaine des Realisateurs, A Ciambra, scritto e diretto da Jonas Caprpignano, gia' autore di cortometraggi e di Mediteranno, con parte dello stesso cast, protetto dalla produzione esecutiva di Martin Scorsese, non solo e' stato accolto benissimo in sala, ma e' anche un ottimo film.

 

Ultraneorealista, certo, perche' quello sappiamo fare, perfino parlato in uno strettissimo calabrese-zingaresco, "capiscisti?", e interpretato non da attori, ma da veri zingari, africani del posto. Almeno ci spostiamo da Roma Nord, o Roma Sud o Roma Est. Siamo in una sorta di cittadella zingara calabrotta, chiamata A Ciambra, praticamente a Gioia Tauro.

 

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Pio, interpretato da Pio Amato, e' un ragazzino (quanti ragazzini in questo festival, ma perché'?) di una grande famiglia zingara trapiantata in Calabria e legata alla malavita locale. Campano con furti e riciclaggi di macchine rubate e, a turno, tutti i maschi finiscono presto in galera. A Palmi. 

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Dove almeno, dicono, sono piu' rispettati dai "gaggi", gli italiani, ma non certo dagli africani. Rimasto il maschio piu' vecchio della famiglia, Pio si sente in dovere di portare soldi a casa, alla mamma Iolanda, e inizia una serie di attivita' criminali con l'aiuto di un africano del Burkina Faso, Ayila, interpretato da Koudous Sehion, attore anche di altri film di Carpignano, e l'unico un po' professionista.

 

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Assistiamo alla rapida crescita di Pio, analfabeta, ma gia' pronto a muoversi benissimo tra Gioia e Rosarno per i suoi furtarelli. Entra anche in contatto stretto con la comunita' africana del posto, mal vista sia dagli zingari e dai locali. Quando i maschi della famiglia, che sono poi la vera famiglia di Pio, tornano, le cose si complicano. E Pio dovra' scegliere tra famiglia e amicizia.

 

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Gli pesera' anche quello che gli ha detto il vecchio nonno sulla liberta' che avevano gli zingari ai suoi tempi. "Eravamo noi contro il mondo". Qualche fellinata e qualche decina di minuti di troppo, ma A Ciambra e' davvero una bella sorpresa e dimostra che il cinema italiano migliore e' quello che si fa uscendo fuori dai soliti schemi narrativi e dai soliti sistemi produttivi, e preparando perfettamente questa messa in scena realista che non fai certo improvvisando. Certo, il padrinato di Scorsese e' una bella garanzia.

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