
CHIEDI CHI ERANO JOHN & YOKO – ESCE AL CINEMA “ONE TO ONE”, IL DOCUMENTARIO CHE RACCONTA GLI ANNI DI CREATIVITÀ E MILITANZA DI JOHN LENNON E YOKO ONO A NEW YORK, DOPO LO SCIOGLIMENTO DEI BEATLES – GINO CASTALDO: “ERANO I PRIMI ANNI SETTANTA, IL MOMENTO CULMINANTE DELL’ESTREMISMO LENNONIANO, LUI E YOKO PARTECIPAVANO ALLE MANIFESTAZIONI IN STRADA, SUONAVANO CON UN GRUPPO AMERICANO SUPER ALTERNATIVO E DI SINISTRA, FREQUENTAVANO JERRY RUBIN E ALLEN GINSBERG, LA QUINTESSENZA DELLO SPIRITO SOVVERSIVO DI QUELLA CHE ALLORA CHIAMAVAMO “ALTRA AMERICA””… – video
Estratto dell’articolo di Gino Castaldo per “la Repubblica”
Come se qualcuno prima di addormentarsi vi raccontasse la fiaba della rivoluzione. È la storia di John and Yoko, anzi di uno speciale irripetibile momento della loro vicenda, com’è raccontato in One to one. John & Yoko, di Kevin Macdonald, già presentato alla Mostra di Venezia e visibile nelle sale con Nexo dal 15 al 21 maggio.
Erano i primi anni Settanta, il momento culminante dell’estremismo lennoniano, lui e Yoko partecipavano alle manifestazioni in strada, suonavano con gli Elephant’s Memory, un gruppo americano super alternativo e di sinistra, frequentavano Jerry Rubin e Allen Ginsberg, ovvero la quintessenza dello spirito sovversivo di quella che allora chiamavamo “altra America” e di cui oggi fatichiamo a trovare tracce. John Lennon e Yoko Ono erano arrivati da poco e avevano deciso che New York sarebbe stata la loro casa, e per Lennon lo sarebbe stata fino all’ultimo giorno della sua breve vita, finita nel 1980.
[...] dopo essersi sposati, diedero appuntamento, il 25 marzo, nella loro camera da letto all’Hilton di Amsterdam dove trascorrevano la luna di miele, inaugurando una totale sovrapposizione tra arte, vita e politica mai più ripetuta a un così alto livello di fama, considerando che Lennon, non dimentichiamolo, era l’artista più famoso al mondo.
Questo percorso culminò nel 1972, il periodo raccontato dal documentario, quando la coppia, in piena era nixoniana, era tallonata dall’Fbi e dalle autorità americane che tentarono invano ripetutamente di buttarli fuori dal Paese. Il film mescola appunti privati, filmati d’epoca, conversazioni radiofoniche.
Un intervistatore chiede: ero curioso di capire come fossero i Beatles come persone. Lennon risponde: «Beh, i Beatles non esistono più, non voglio ricreare il passato, ora voglio essere me», come del resto aveva cantato in una scioccante canzone in cui rinnegava tutti i “credo” del mondo, da Budda fino ai Beatles.
John tenne un concerto al Madison Square Garden, che fu l’unico vero grande concerto intero in era post-beatlesiana, con un gruppo denominato per l’occasione Plastic Ono Elephant’s Memory Band, e sembra un guerrigliero, deciso, forte, battagliero. «Il flower power non ha funzionato» dice, ora serve altro, annunciando John Sinclair: è una canzone scritta appositamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’arresto del poeta e attivista, condannato a dieci anni di carcere, per possesso di marijuana.
[...] Ci si abitua a tutto, è vero, e alla fine quasi non ci pensiamo più, è passato tanto tempo, ma il fatto è che John Lennon è stato ammazzato, ucciso, in modo barbaro e insensato, ammesso che poi uccidere possa mai avere un senso, da un insignificante ometto uscito proprio dalla pancia oscura di quell’America che amava e in cui aveva scelto di vivere.