SIAMO SICURI CHE QUESTO SIA IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI? - IL 10% DEI RICCHI DEL PIANETA DETIENE IL 75% DELLA RICCHEZZA GLOBALE - SECONDO IL “WORLD INEQUALITY REPORT 2026”, L’ECONOMIA MONDIALE CRESCE, MA IN MODO DISEGUALE: LA METÀ PIÙ POVERA DEL PIANETA POSSIEDE IL 2% DEL PATRIMONIO COMPLESSIVO, MENTRE L'1% PIÙ RICCO SUPERA IL 22% - IN ITALIA IL 10% CONTROLLA IL 56% DELLA RICCHEZZA NAZIONALE MENTRE…
Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per "la Stampa"
Il mondo si arricchisce, ma lo fa in modo sempre più squilibrato. E ne deriva che «il 10% più ricco del pianeta detiene il 75% della ricchezza globale».
Il World Inequality Report 2026 parte da questo dato, scelto dagli economisti del World Inequality Lab e da Thomas Piketty come simbolo di un decennio in cui la concentrazione patrimoniale ha raggiunto livelli paragonabili a quelli di inizio Novecento. La diagnosi è chiara: l'economia mondiale cresce, ma in modo diseguale.
LA LISTA DEGLI UOMINI PIU’ RICCHI AL MONDO SECONDO FORBES - MARZO 2025
Gli autori avvertono che «senza una correzione politica robusta la frattura tra élite e maggioranza può trasformarsi in un elemento strutturale», con conseguenze economiche e democratiche profonde. Un richiamo che riguarda anche l'Italia, segnalata come uno dei Paesi europei con la maggiore concentrazione della ricchezza.
[…] Il rapporto pubblicato oggi documenta un divario che non si limita ai redditi correnti. La metà più povera del pianeta possiede il 2% del patrimonio complessivo, mentre l'1% più ricco supera il 22%. […]
Le differenze territoriali restano marcate: l'Europa mostra le diseguaglianze più contenute, mentre Africa, Sud Asia e America Latina presentano concentrazioni tali da frenare lo sviluppo di capitale umano e infrastrutture strategiche.
RICCHI E POVERI - DICHIARAZIONE DEI REDDITI
Il capitolo dedicato alle opportunità mette in luce la radice profonda degli squilibri. La spesa pubblica pro capite per istruzione varia da meno di 200 euro l'anno nell'Africa subsahariana a oltre 7.400 in Europa.
Un rapporto di 1 a 40 che, avvertono gli autori, supera ampiamente la distanza nel reddito e definisce traiettorie divergenti per milioni di bambini. Dove l'investimento formativo è basso, la mobilità sociale si riduce e la ricchezza tende a concentrarsi in ristretti gruppi familiari, con un impatto diretto sulla possibilità dei Paesi più fragili di sviluppare un'economia dinamica.
Il rapporto lega la dinamica distributiva anche alla transizione climatica. Il 10% più ricco è responsabile del 77% delle emissioni generate dagli asset privati. […]
I dati italiani confermano un quadro non drammatico ma stagnante. Il top 10% controlla il 56% della ricchezza nazionale; l'1% supera il 22%. La metà più povera non oltrepassa il 2,5%. Nel reddito la distanza è meno ampia, ma comunque rilevante: il 10% superiore raccoglie il 32% del totale, contro il 21% del 50% più basso.
Resta debole la mobilità intergenerazionale e resta bassa la partecipazione femminile, ferma al 36,6%, con effetti diretti sul reddito delle famiglie e sulla crescita potenziale del Paese. Anche la capacità redistributiva del sistema fiscale appare meno incisiva rispetto ai Paesi del Nord Europa.
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