hotel elvetia nigeriano pesaro

“VOGLIO 5 DONNE, UNO CHEF, 1.500 EURO E RESTARE GRATIS IN ALBERGO” (UNA FETTA DI CULO, NO?) – UN 23ENNE NIGERIANO HA DISTRUTTO L’INGRESSO DELL’HOTEL “ELVETIA” DI PESARO, DOVE ERA STATO MANDATO DAI SERVIZI SOCIALI. NON CONTENTO, HA AGGREDITO I TITOLARI CON DELLE PIETRE E UN POSACENERE E POI SI È SPOGLIATO - IL RAGAZZO NON VOLEVA LASCIARE L’ALBERGO PER ANDARE IN UNA RESIDENZA DELLA CARITAS – LE PERSONE CHE VIVONO INTORNO ALLA STRUTTURA SONO ESASPERATE: “È UNA POLVERIERA, CI SONO SIRINGHE PER STRADA. ABBIAMO PAURA..."

1-LA FURIA DI UN NIGERIANO, DEVASTA L’HOTEL ELVETIA: "VOGLIO 5 DONNE E LO CHEF"

Estratto da www.ilrestodelcarlino.it

 

hotel elvetia di pesaro 7

Voleva restare nell’hotel, ma soprattutto voleva 1500 euro, una camera tutta per sé, 5 donne nigeriane, uno chef nigeriano e un menù anche quello nigeriano. Ma quando si è sentito dire di no ed è stato fatto uscire dall’albergo, è diventato una furia e ha colpito uno dei titolari con due pietre, poi ha afferrato il posacenere all’ingresso della struttura e si è scagliato contro le vetrate, sfondandole.

 

L’epilogo violento di due giorni di paura e follia in cui ha tenuto sotto scacco l’albergo, gestori e anche gli altri ospiti. In arresto è finito così l’altra sera un nigeriano di 23 anni. Tentata estorsione aggravata, lesioni e danneggiamento, le accuse. Teatro della violenza, l’albergo Elvezia, in viale Fiume. E a raccontare quelle 48 ore di delirio è la stessa vittima, Andrea Verde, uno dei due titolari.

 

hotel elvetia di pesaro 6

"E’ stato un incubo, ed è successo proprio nel giorno del mio 60esImo compleanno che ho passato tra la caserma e l’ospedale - la premessa di Verde - Questo ragazzo è arrivato qualche giorno fa nella nostra struttura, mandato dal pronto intervento sociale che fa capo al Comune. Doveva stare solo due giorni, il e il 10, poi l’11 doveva andare a Jesi dove gli è stata trovata una sistemazione alla Casa delle genti della Caritas del posto.

 

hotel elvetia di pesaro 4

Ma quando è stato il momento di lasciare la camera, ha detto che non se ne voleva andare. Gli abbiamo dato 50 euro per pagarsi il treno e del cibo. Lui ha preso i soldi e si è rimesso a letto. Così abbiamo chiamato i carabinieri che l’hanno fatto uscire".

 

Il nigeriano è andato a Jesi, ma poi è ritornato. "Sabato riviene in albergo - riprende Verde - fuma la sigaretta, si siede in reception, butta il mozzicone. Proviamo a parlarci e lui ribadisce che vuole stare da noi". Ma con gli optional. "Comincia a fare quelle richieste assurde, delle donne, del cuoco e poi pretende quei 1500 euro. Butta gli sgabelli in terra. Richiamiamo le forze dell’ordine".

hotel elvetia di pesaro 1

 

"Arrivano carabinieri e polizia. Lui si spoglia, resta in mutande e si siede sul marciapiede. Arriva anche la guardia medica, il comune gli fa un Tso e lui finisce in psichiatria". E’ dimesso poche ore dopo.

 

"Dicono che non ha patologie psichiatriche. Ma domenica si ripresenta e mi colpisce con le pietre, poi spacca la vetrata col posacenere. A quel punto i militari lo hanno ammanettato". […]

 

2-CASO ELVEZIA, A PESARO L’HOTEL POLVERIERA. I RESIDENTI: "ABBIAMO PAURA"

Estratto dell’articolo di Elisabetta Rossi per www.ilrestodelcarlino.it

 

hotel elvetia di pesaro 5

Una “polveriera”. Tra i residenti c’è anche chi lo definisce così. Parliamo dell’Elvezia, l’albergo in viale Fiume, porta d’accesso al salotto marino della città. Struttura che, da anni, i titolari hanno deciso di aprire anche all’accoglienza di extracomunitari e persone senza alloggio mandati dal Comune o altri enti.

 

Ma spesso hanno trovato rifugio anche soggetti difficilmente gestibili. Che hanno tenuto comportamenti definiti “incivili”. Fino a sfociare, in alcuni casi, in atti di violenza che hanno reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Una presenza, quella delle divise, a dire il vero, frequente. E il tutto ha finito per rendere difficile, se non impossibile a detta di diversi, la convivenza tra i residenti e l’Elvezia, nella sua dimensione di struttura d’accoglienza. […]

hotel elvetia di pesaro 2

 

E la “paura” è il sentimento che unisce i residenti, vicini di casa dell’Elvezia. Ma anche il Nimby- pensiero. Ovvero “non nel mio cortile“. Che tradotto nel caso: "Siamo a favore dell’accoglienza, ma non qui, in zona mare. Devono portarli in una struttura fuori dalla città".

 

"In campagna – è la soluzione proposta da Monica Rossi, dirimpettaia dell’hotel – Non è possibile andare avanti in questo modo. Almeno non devono ospitare i casi più difficili. Perché io ho paura". E spiega: "Lavoro per un’impresa di pulizie, esco tutte le mattine alle 5 e mezza. E mi guardo alle spalle. Spesso abbiamo avuto a che fare con ospiti che stanno tutto il giorno sul terrazzo della loro camera, con la musica a tutto volume. Abbiamo chiesto di abbassare ma ci hanno risposto male.

 

hotel elvetia di pesaro 3

Gettano cose sulla strada. Ho trovato siringhe per terra. Ho visto passaggi di droga sotto l’hotel. Ultimamente non è più successo. Il mio vicino, Alessandro Tomassini, ha anche scritto una lettera al Comune. Ha due figlie e a loro alcuni ospiti si sono rivolti con parole sconce. Insomma, queste persone disagiate devono essere accolte in un posto dove non danno fastidio". […]

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...