to negri potere operaio

I PEGGIORI NANNI DELLA NOSTRA VITA – 40 ANNI FA IL BLITZ IN CUI VENNERO ARRESTATI TONI NEGRI E ALTRI LEADER DI AUTONOMIA OPERAIA, MA NON NANNI BALESTRINI, CHE SCAPPÒ IN FRANCIA SUGLI SCI: “L’UNICA PROVA CRIMINALE NEI MIEI CONFRONTI ERA L’ESISTENZA DEL MIO NOME NELL’AGENDA DI NEGRI” – IL TEOREMA CALOGERO, L’ASSOLUZIONE NELL’84 E IL SUO LIBRO “VOGLIAMO TUTTO”, IL ROMANZO DELLA GENERAZIONE DISTRUTTA DEL ‘68

Mario Consani per www.ilgiorno.it

 

nanni balestrini 14

Il suo Vogliamo tutto è stato il romanzo della generazione del ’68 e dieci anni dopo con Gli invisibili raccontò la stagione dei ribelli del ’77. Nanni Balestrini, scrittore e poeta, intellettuale del Gruppo 63 con Eco, Manganelli, Porta e gli altri, è stato amico del professore padovano Toni Negri e dei leader dell’Autonomia a metà degli anni ’70, per questo venne considerato a pieno titolo uno dei cattivi maestri del movimento giovanile come Negri, Oreste Scalzone, Franco Piperno e gli altri.

 

nanni balestrini vogliamo tutto

Tanto che il 7 aprile del 1979, giusto 40 anni oggi, quando scattò un’ondata di arresti che partendo dalla procura di Padova raggiunse mezza Italia, Balestrini sarebbe dovuto finire in galera con le stesse accuse che portarono in manette anche Negri, fermato nella sua casa milanese di via Boccaccio. Invece scappò in Francia sugli sci.

 

toni negri

«L’ unica prova criminale nei miei confronti era l’esistenza del mio nome nell’agenda di Negri, di cui ero notoriamente amico. Io comunque non fui arrestato, perché quando mi cercarono a Roma, dove abitavo, mi trovavo a Milano. Da lì raggiunsi la Francia clandestinamente attraverso il Monte Bianco, con gli sci», raccontava tempo fa Balestrini al Giorno.

 

negri toni

Il «Teorema Calogero», dal nome del magistrato padovano che firmò i mandati di cattura, è passato in qualche modo alla storia giudiziaria per aver posto sullo stesso piano Br e l’area dell’Autonomia operaia, per lui complici di un progetto, compreso l’omicidio di Aldo Moro, che avrebbe dovuto sovvertire con le armi il potere dello Stato.

 

I MEMBRI DI AUTONOMIA OPERAIA ARRESTATI NEL 1979

I processi che si celebrarono in seguito smentirono per buona parte quel teorema, con un gran numero di assoluzioni. Alla base dell’inchiesta principale, portata a Roma, c’erano le dichiarazioni fatte da uno dei primi pentiti dell’eversione di sinistra, Carlo Fioroni, tra gli autori del sequestro dell’imprenditore Carlo Saronio finito con la morte del rapito. Negri e Scalzone in primo luogo, oltre ad essere i teorici dell’autonomia operaia erano certo anche fautori della necessità di «alzare il livello dello scontro» con nuove forme di lotta decisamente più violente.

 

nanni balestrini 4

In primo grado, a Roma nel giugno dell’84, caduto nel frattempo il “teorema” che allineava Br e Potere operaio, le condanne furono comunque a 30 anni per Negri e a 20 per Scalzone (che era riuscito a fuggire in Francia). Nel frattempo, però, il professore padovano era stato eletto alla Camera grazie ai radicali di Marco Pannella come simbolo contro una carcerazione preventiva che grazie alle leggi speciali poteva durare anche fino a sette anni. In Appello (dopo la sua poco onorevole fuga Oltralpe) Negri vide la sua pena ridotta a 12 anni, scontata in parte successivamente dopo il suo rientro in Italia.

 

opera di nanni balestrini

«Se mi avessero preso sarei rimasto in carcere cinque anni come gli altri del caso 7 aprile», ricordava Balestrini al nostro giornale. «A molti intellettuali attivi nel Movimento venne attribuita la responsabilità diretta di tutti gli atti di violenza compiuti in Italia, assassinio di Aldo Moro compreso. Al processo, nell’84, il pm chiese per me la condanna a 10 anni di carcere. Io fui assolto, ma la repressione era stata durissima. E tutto questo ha distrutto e affossato una o due generazioni»

 

nanni balestrini 9

Balestrini, che oggi ha 83 anni, aveva partecipato alla protesta giovanile fin dalla fine degli anni ’60, prima con la rivista culturale Quindici, poi entrando in Potere operaio e con l’esperimento di Area, che forniva servizi editoriale a una dozzina di piccole case editrici della sinistra alternativa. Quarant’anni fa prese gli sci e oltrepassò il confine.

toni 190x130TONI NEGRIAUTONOMIA OPERAIAnanni balestrini 2toni negri gesopera di nanni balestrini 2opera di nanni balestrini 7nanni balestrini 10opera di nanni balestrini 5opera di nanni balestrini 4opera di nanni balestrini 6opera di nanni balestrini 3opera di nanni balestrini 1

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…