autobus schiantato

UN BUS SOTTO STRESS - IL PERIODO CLOU PER LE GITE SCOLASTICHE INCOMBE: 9MILA AUTOBUS ZEPPI DI STUDENTI INGOLFERANNO LE AUTOSTRADE ITALIANE. PER LA MAGGIOR PARTE SONO CATORCI INSICURI: LE DITTE APPLICANO RIBASSI IMPOSSIBILI PER ACCAPARRARSI L’APPALTO (E A VOLTE C’E’ LA MANO DEI CLAN)

Corrado Zunino per “la Repubblica”

 

ERASMUS BUS SPAGNAERASMUS BUS SPAGNA

Nei prossimi tre mesi, il marzo-aprile-maggio in cui si concentra la quasi totalità delle gite scolastiche italiane, in giro su autostrade e statali del Paese ci saranno 9mila autobus a noleggio (sui ventisettemila dell’intero parco bus circolante).

 

Le gite di classe, è un dato acclarato, valgono un terzo del fatturato globale sul tema: due miliardi. È deduttivo ritenere che di quei novemila mezzi la gran parte sarà “non in ordine”.

Potenzialmente a rischio.

 

TROPPI VEICOLI EURO O

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In Italia viaggiano seimila autobus a nolo “Euro 0”, fabbricati, cioè, prima del 1992. Ventiquattro anni fa. Poiché per le gite scolastiche i singoli istituti allestiscono gare al massimo ribasso, quasi tutti i “pezzi vecchi” finiscono lì, ad accompagnare studenti e un paio di professori nelle città d’arte.

 

Sono due milioni (su quasi nove) i ragazzi che ogni anno partecipano a una gita con la classe. L’impresa che vince una gara per il trasporto scolastico occasionale propone, in media, un prezzo di un euro a chilometro. L’Anav, che è l’associazione autotrasporto viaggiatori, sostiene che sotto 1,6 euro a chilometro non si possano offrire autobus in sicurezza.

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«Con la mia impresa», spiega Nicola Biscotti, presidente Anav e titolare d’azienda, «non posso avvicinarmi alle gite scolastiche. La lotta al massimo ribasso ha reso quel settore competitivo solo per chi risparmia sul mezzo, la sua manutenzione, gli autisti».

 

Nel settore bus a noleggio lavorano 3.690 imprese, perlopiù di piccole dimensioni: ognuna dispone, in media, di sette torpedoni. Una recente direttiva europea consente a un’azienda del ramo di aprire con soli novemila euro di capitale, la cifra necessaria per garantire la manutenzione.

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Erano 50mila euro, prima. E le licenze regionali in cinque Regioni — che poi sono Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia — sono invece affidate ai singoli Comuni, che spesso hanno maglie di controllo più larghe. La metà dei 27mila autobus non è dotata di “scatola nera”: è il cronotachigrafo digitale che registra percorso, soste, durata del viaggio negli ultimi ventotto giorni.

 

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Oltre tredicimila autobus montano solo un disco con un pennino che segna i dati su carta, il cosiddetto cronotachigrafo analogico: si può manomettere con una certa facilità, può essere distrutto alla fine del viaggio. La Motorizzazione civile, nei suoi controlli periodici, ha scoperto la frequente alterazione del limitatore di velocità (un bus a nolo non può superare i cento chilometri all’ora).

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La “fine corsa” di un mezzo si stima intorno al milione di chilometri macinati: molti pullman ci arrivano in buone condizioni, altri toccano il tetto degni dello sfasciacarrozze. Ancora: ogni autista dovrebbe guidare non più di otto ore il giorno e non più di quattro ore di fila. «Il salto dei turni di riposo è tra le prime cause di incidenti», spiega l’Associazione amici sostenitori della Polstrada. A bordo, spesso, non c’è neppure il doppio autista, previsto per le tratte lunghe.

 

IL RISCHIO INFILTRAZIONI DEI CLAN

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Molte delle aziende che offrono i prezzi migliori hanno sede nel Sud del Paese. Il sindaco di Castelnovo ne’ Monti, provincia di Reggio Emilia, ha tratteggiato questo quadro a proposito delle “gare d’appalto capestro” per l’affidamento dei trasporti scolastici.

 

«In tutta l’Emilia Romagna arrivano aziende del Sud con pullman vecchi di oltre 10 anni e, quindi, senza l’obbligo del cronotachigrafo magnetico. Prendono appalti impossibili, con prezzi che non tengono conto dei costi reali di un’impresa.

 

Alcune compagnie usano questi pullman per accaparrarsi il giro d’affari delle gite scolastiche affiancandosi a tour operator. Il rischio infiltrazioni della mafia esiste». Ha un episodio da raccontare, il sindaco Enrico Bini: «Ho chiesto l’intervento della polizia per controllare un mezzo arrivato dalla Calabria. Gli autisti avevano dormito due ore in pullman, prima di ripartire per la Germania.

 

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Le porte di sicurezza non funzionavano e i due avevano guidato usando il cellulare per tutto il viaggio. Abbiamo scritto alle scuole emiliane: utilizzate solo pullman locali. E abbiamo chiesto all’azienda di trasporto pubblico Seta di non fare più questo tipo di appalti».

 

LA CIRCOLARE DEL MIUR

Con l’inizio dell’anno scolastico l’Anav ha lanciato, insieme alla polizia stradale, la campagna “Sicurezza 10 e lode”, dedicata proprio alle gite d’istruzione. Controllo delle gomme e del sistema frenante, consigli, ma anche l’idea «che con cinque euro in più si garantisce un viaggio tranquillo al figlio».

 

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Il ministero dell’Istruzione ha creduto di poter aumentare il livello di sicurezza chiedendo ai docenti — attraverso una circolare della direzione generale — di controllare la bontà dei mezzi, se gli autisti bevono all’autogrill o superano i limiti di velocità imposti. La circolare è rientrata per la protesta degli insegnanti, l’insicurezzza è rimasta.

 

Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Giorgio Rembado, ha una proposta: «I viaggi d’istruzione andrebbero aboliti, i professori che rinunciano ad accompagnare i ragazzi fanno un gesto di responsabilità».

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