ceto medio giuseppe de rita

"CI PIANGIAMO ADDOSSO, E' UNA CARATTERISTICA NAZIONALE" – IL SOCIOLOGO GIUSEPPE DE RITA: "L'ITALIA SI E' IMPOVERITA? "CI SONO 6 MILIONI DI PERSONE IN DIFFICOLTA'. IL  FENOMENO ESISTE, MA SI ESAGERA. OGGI IL LUOGO COMUNE E' CHE CI SIANO TANTI POVERI. LA VERITA' E' SIAMO STATI MOLTO PIU' POVERI DI ADESSO. L'INFLAZIONE COLPIRA' SOPRATTUTTO I DIPENDENTI MA NON CAMBIERA' LA STRUTTURA SOCIALE DEL PAESE - IL PD? MANCA IL PARTITO. IL M5S NON DURERA'. IL TERZO POLO? NON L'HO MAI VISTO"

Francesco Rigatelli per “La Stampa”

giuseppe de rita 1

 

«Non ci si può dimenticare del ceto medio, perché è la trave portante del Paese. Negli ultimi 50 anni tutti quelli che non ne facevano parte sono entrati in questa classe sociale, e da lì non si sono mossi. Impossibile ignorarli». Giuseppe De Rita, 90 anni, fondatore del Centro studi investimenti sociali (Censis) e gran divulgatore della sociologia italiana, commenta così La politica post-populista che ha tradito il ceto medio, come titolava l'editoriale di domenica del direttore Massimo Giannini.

 

Cosa sta succedendo ai travet pubblici e privati ignorati dalla destra, impegnata a onorare debiti corporativi, e dalla sinistra, concentrata sulle sue pratiche di autodistruzione?

«Dal contadino meridionale diventato bidello fino all'insegnante di liceo che ha scoperto di essere solo un impiegato c'è stato un ampliamento e una normalizzazione del ceto medio. Negli Anni 70 tranne un 5 per cento di ricchissimi e un 5 di poverissimi il resto del Paese ne faceva parte. Non è cambiato molto da allora, ma la dinamica è mutata: una volta tutti finivano nel ceto medio, poi quel rigonfiamento degli Anni 70 e 80 non è progredito. E da allora può solo difendersi o regredire. Avrebbe potuto andare avanti, ma negli ultimi quarant' anni non ha fatto un passo».

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Cosa gli è mancato?

«L'orgoglio. Non ha trovato il gusto della sfida di diventare nuova borghesia assumendo un ruolo di classe. Gli è mancata un'idea di egemonia gramsciana, una visione della società e di come perseguirla».

 

È rimasto piccolo borghese?

«Esatto, non è diventato borghesia. Pasolini disse che gli italiani sarebbero rimasti dei miseri piccoli borghesi, e aveva ragione».

 

Chi guida la società dunque?

«Piccole minoranze e processi spontanei. Penso all'industria che esporta e produce il 30 per cento del Pil, anche se gioca più sull'estero che sull'Italia».

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

La vittoria di Meloni è un fatto spontaneo?

«È più il frutto di una cultura di opinione. Ha saputo rassomigliare alla società e cavalcare l'onda. Si è presentata come una donna politica ed è piaciuta, non come Letizia Moratti che si racconta come manager».

 

Come mai alcuni provvedimenti del governo sfavoriscono il ceto medio?

«Il ceto medio si è formato grazie a tanti interventi di minoranza, dunque Meloni accarezza fette di società con decine di norme come si è sempre fatto. Poi è in carica da poco e non la si può accusare della mancanza di un disegno. Non ce lo avrei neppure io, e detto tra noi non lo aveva neppure Draghi, che era più bravo di tutti. Meloni, con la guerra e l'Ue che non l'aiutano, deve mettere tante pezze. Questa è l'unica logica».

 

giuseppe de rita foto di bacco

Resta il fatto che il welfare pesa su 5 milioni di contribuenti.

«Una stortura che nasce negli Anni 70, quando cominciarono gli investimenti sociali per stimolare la crescita. Finanziamenti non tanto sulla società quanto sulle strutture, per esempio le scuole, privilegiando la quantità alla qualità».

 

Insomma, bisogna tagliare?

«Sì, naturalmente in modo non radicale ma riconducendo il welfare alla funzione di coinvestimento sulla società e non di un contributo ideologico per diminuire i divari, compresi quelli del Sud. Allo stesso modo il fisco va riformato perché diventi una leva di sviluppo».

 

GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI

Conte dice che se si toglie il reddito di cittadinanza esplode una bomba sociale, è così?

«Mi faccia stare zitto, questo non è più un argomento tecnico ma di battaglia politica».

 

E tecnicamente?

«Il reddito di cittadinanza non andava fatto. Bastava e basta un ampliamento del reddito minimo garantito».

 

Ma la bomba sociale esiste?

«Può darsi che il reddito di cittadinanza sia una protezione per molti, ma non è lo strumento più adatto».

 

L'Italia si è impoverita molto?

GIORGIA MELONI REDDITO CITTADINANZA

«I dati dimostrano che ci sono 6 milioni di persone in difficoltà. Il fenomeno esiste, ma se vuole il mio parere si esagera. È un'altra ondata di opinione. La verità è che l'Italia è stata molto più povera di adesso».

 

Ci piangiamo addosso?

«È una caratteristica nazionale. E, come con Meloni, quando sorge un'ondata di opinione è difficile resisterle. Oggi il luogo comune è che ci siano tanti poveri».

 

L'inflazione non la impensierisce?

«Colpirà soprattutto i dipendenti, ma sarà passeggera. Non cambierà la struttura sociale del Paese. E poi la mia generazione ha visto l'inflazione al 20 per cento, si figuri se mi preoccupo per questa».

 

Come vede la situazione dei giovani?

«Assomigliano a questa società ferma, che con il sostegno di genitori e nonni non va avanti ma neppure indietro».

 

Un Paese da sbloccare?

«In uno stato di latenza, per dirla con Freud, ma non è detto che sia un male».

 

reddito di cittadinanza

È il catenaccio all'italiana per difendersi come nel calcio?

«Appunto, se devo dare un consiglio avendo otto figli è di aspettare che passi questo momento di incertezza senza drammatizzarlo troppo. E facendo tutti meglio il proprio mestiere».

 

Una riforma costituzionale aiuterebbe a sbloccare il Paese?

«Non è determinante. Il sistema va avanti da solo e se un po' di verticalizzazione era necessaria è già stata applicata fin dai tempi della Dc, di Craxi, di Monti e di Draghi».

 

Non cambiano troppi governi?

«Può darsi, ma l'Italia ha sempre risolto le sue crisi. Il Regno Unito, sistema ben più sperimentato del nostro, di recente ha fatto di peggio».

 

Lo storico Luciano Canfora ha detto che non teme il governo Meloni perché la politica estera la decide la Nato, quella economica la Bce e al massimo si sfogherà sui migranti. Siamo un Paese a sovranità limitata?

«Dal 1945 avendo perso la guerra e poi con la Cortina di ferro».

 

E oggi?

LUCIANO CANFORA

«In parte meno, perché non c'è più una minaccia militare. Siamo nella Nato, ma siamo anche una società moderna su cui agiscono grandi processi sociali, finanziari, tecnologici e di comunicazione. Oggi nessuno Stato è completamente indipendente».

 

L'Unione europea ci conviene sempre?

«Assolutamente sì, perché è un diaframma tra l'Italia e i grandi processi mondiali. Siamo un Paese troppo piccolo per affrontarli da soli. Possiamo anche sperare di essere più indipendenti fuori dall'Ue, ma non lo saremmo».

 

Cosa pensa del congresso del Pd?

elly schlein bonaccini

«Manca un dibattito sulla società e dunque manca il partito. Non è un problema di oggi, ma della fusione a freddo originaria tra democristiani e comunisti.

 

Cadono le braccia al confronto col dibattito Moro-Andreotti, in cui il primo vedeva una politica in grado di guidare la società e il secondo un partito accondiscendente che lasciasse alle persone la libertà di essere se stesse».

 

Il M5S durerà?

«No, finita l'ondata del vaffa, gran trovata di Grillo che colse la stanchezza della società, restano solo difese di posizione».

 

E il Terzo polo?

«È una vita che ne sento parlare e non l'ho mai visto realizzarsi».

 

GIUSEPPE CONTE

E la Lega alle prese con la questione settentrionale?

«Questione che non è più drammatica come ai tempi di Bossi, ma esiste. Negarla era impossibile e per questo riaffiora».

 

A 90 anni non si è ancora stufato di raccontare l'Italia?

«Rispondo con i versi di Continuità di Mario Luzi: "Forse quanto è possibile è accaduto, ma da te si rigenera l'attesa". Ogni volta che mi avvicino alla realtà italiana, da Torino a Napoli, quasi in una dimensione onirica, scopro qualcosa di nuovo che non immaginavo prima. Per questo voglio sempre bene a questo Paese».

Articoli correlati

MI E SCAPPATO UN CETO (MEDIO) - STEFANO LEPRI RISPONDE A MASSIMO GIANNINI, CHE IERI...

 

 

 

 

 

 

 

giuseppe de rita 2giuseppe de rita 3

Ultimi Dagoreport

emanuele filberto di savoia - consulta dei senatori del regno

MONARCHIA UNICA VIA! – SABATO PROSSIMO A PALAZZO BORGHESE DI FIRENZE SI RIUNISCE QUEL CHE RESTA DEI MONARCHICI DE’ NOANTRI, PER LA SERATA DI GALA DELL’ORGANIZZAZIONE “CONSULTA DEI SENATORI DEL REGNO”. OSPITE D’ONORE “SUA ALTEZZA REALE” EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA – NELL’INVITO SONO BEN EVIDENZIALE LE “NOTE DI ETICHETTA”: “È CONSUETUDINE FARE L'INCHINO (C.D. CURTSY) AD UN'ALTEZZA REALE, DINANZI ALLA SUA PERSONA”, “NON È CONSUETUDINE (POICHÉ NON ELEGANTE) UTILIZZARE COSTANTEMENTE I TELEFONI CELLULARI” – AGLI UOMINI È “RICHIESTO IL COSIDDETTO ‘WHITE TIE-CRAVATTA BIANCA’ VALE A DIRE IL ‘FRAC’”. E PER LE DONNE? "È D’UOPO L’ABITO LUNGO. NON SONO AMMESSI..."

camille cheneaux mieli mario draghi

FLASH! - DALLO SPORT ALLA POLITICA, IL PASSO È BREVE. DOPO L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO SILVIA SALIS, UN’ALTRA EX ATLETA SALE ALLA RIBALTA, L’ITALO-SVIZZERA CAMILLE CHENAUX - DOTATA DI UN DOTTORATO DI RICERCA IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, LA NEO-POLITOLOGA HA STREGATO PAOLINO MIELI CHE A OTTOBRE HA PRESENTATO A ROMA IL SUO LIBRO: "CRISI DELLO STATO-NAZIONE E POPULISMI EUROPEI" - IERI È STATA LA VOLTA DI MARIOPIO DRAGHI, PREMIATO ALLA FONDAZIONE PRIMOLI, DI CONOSCERE LA FATALE CAMILLE… - VIDEO

2025croserossa croce rossa

CAFONALISSIMO DELLE “CROCEROSSINE” – CHIAMATE LA CROCE VERDE: AL “CHARITY GALA DINNER” CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE (QUALE?), ORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA, SFILA LA "VIA TRUCIS" DI ROMA GODONA: LA FATALE MARIA ELENA BOSCHI CON ROSSETTO-SANGUE, IN COMPAGNIA DI UN UOMO MISTERIOSO (“È SOLO UN AMICO”), LAURA RAVETTO SMALTATA COME UNA VASCA DA BAGNO, CLAUDIA GERINI IN VERSIONE PIERROT (TRUCCO PALLIDO E OCCHIO SPERDUTO), SIMONA BRANCHETTI IRRICONOSCIBILE. E POI OVVIAMENTE LA PREZZEMOLONA DELLE FESTE ROMANE, CIOCIARE E ISTITUZIONALI: CLAUDIA CONTE, CON SCOLLO PERICOLOSO, CHE SI LANCIA SUL MINISTRO NORDIO PER L’IMMANCABILE SELFIE DA AGGIUNGERE ALLA SUA COLLEZIONE - IL ''SUB-DANDY'' MOLLICONE, LA SEMPRE BOMBASTICA-MILF ELEONORA DANIELE, NICOLETTA ROMANOFF, "E-VIRA" CARBONE, MONICA SETTA, BALZARETTI-ABBAGNATO, I DUE JIMMY (GHIONE E CANGIANO)...

gianmarco mazzi teatro alla scala orchestra orchestrali

DAGOREPORT - STROMBAZZI…E MAZZI! OHIBÒ: PER IL SOTTOSEGRETARIO SANREMESE ALLA CULTURA CON DELEGA ALLA MUSICA, GIANMARCO MAZZI, “NESSUNA ORCHESTRA SINFONICA ITALIANA RISULTA AI PRIMI POSTI NEL MONDO” E L’UNICA RICONOSCIUTA “NELLA CLASSIFICA INTERNAZIONALE È LA SCALA CHE È AL 47ESIMO POSTO”. BUM, RULLO DI TAMBURI. L’EX MANAGER DI CELENTANO NON CITA A QUALE CLASSIFICA SI RIFERISCA, MA DOVREMMO AVERLA SCOPERTA NOI: PENSIAMO SI TRATTI DEL LIBRO GIAPPONESE "SEKAI NO OKESUTORA 123", PUBBLICATO NEL DICEMBRE DEL… 1994 - L’ORCHESTRA IN QUESTIONE, PERÒ, NON È L’ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA (QUELLA PAGATA DALLO STATO) BENSÌ LA FILARMONICA DELLA SCALA, OVVERO L’ASSOCIAZIONE PRIVATA FONDATA DAGLI ORCHESTRALI...

viktor orban donald trump volodymyr zelensky maria zakharova matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - TRUMP E PUTIN HANNO UN OBIETTIVO IN COMUNE: DESTABILIZZARE L’UNIONE EUROPEA - SE IL TYCOON ESENTA ORBAN DALL’EMBARGO AL PETROLIO RUSSO, DANDO UN CEFFONE A BRUXELLES, LA RUSSIA FA GUERRA IBRIDA ALL'UE E PENETRA L'ITALIA, VERO VENTRE MOLLE DELL’UNIONE, APPROFITTANDO DEI PUTINIANI DI COMPLEMENTO (PER QUESTO QUELLA ZOCCOLOVA DI MARIA ZAKHAROVA PARLA SPESSO DI FACCENDE ITALIANE) - IL PRIMO DELLA LISTA È SALVINI, CHE ALL’ESTERO NON E' VISTO COME IL CAZZARO CHE E' MA, ESSENDO VICEPREMIER, VIENE PRESO SUL SERIO QUANDO SVELENA CONTRO BRUXELLES, CONTRO KIEV E FLIRTA CON MOSCA - IL CREMLINO PUÒ CONTARE SU TANTI SIMPATIZZANTI: DA GIUSEPPE CONTE AI SINISTRELLI DI AVS, FINO A PEZZI ANTI-AMERICANI DEL PD E AI PAPPAGALLI DA TALK - ANCHE FDI E MELONI, ORA SCHIERATI CON ZELENSKY, IN PASSATO EBBERO PIÙ DI UNA SBANDATA PUTINIANA...

2025marisela

CAFONAL! ERA UN MISTO DI CASALINGHE DI VOGHERA E "GRANDE BELLEZZA" ALL'AMATRICIANA IL “LUNCH” DA MARISELA FEDERICI A VILLA FURIBONDA SULL’APPIA ANTICA PER FESTEGGIARE  “STILE ALBERTO”, IL DOC DI MICHELE MASNERI DEDICATO AD ARBASINO, CHE ANDRÀ IN ONDA SABATO 15 NOVEMBRE SU RAI 3 – TRA CONTESSE (TRA CUI LA FIGLIA DELLA MITOLOGICA DOMIETTA DEL DRAGO CHE ERA LA MUSA DI ARBASINO), VANZINA, PAPPI CORSICATO, IRENE GHERGO, BARABARA PALOMBELLI, AVVISTATI MONSIGNORI GOLOSISSIMI CHE SI SONO LITIGATI LA BENEDIZIONE DEL PRANZO. PS: UNO DEI CAGNETTI DI ALDA FENDI HA AZZANNATO UNO DEI MONSIGNORI (CHE NON HA AVUTO PAROLE BENEDICENTI) _ IL DAGOREPORT