STA-MINA VAGANTE? - ALCUNI “PENTITI” DEL METODO DEL GURU VANNONI RACCONTANO DI MEDICI COMPIACENTI E SPERIMENTAZIONI CLANDESTINE

Massimiliano Peggio per "la Stampa"

Il fronte dei sostenitori e degli amici fidati di Davide Vannoni, il «guru» delle staminali, sarebbe sul punto di sgretolarsi. Alcuni «pentiti della ricerca» avrebbero deciso di vuotare il sacco, pronti a spiegare che i miraggi delle sue cure hanno contagiato adepti insospettabili tra medici e specialisti, disposti a «sperimentare» clandestinamente il metodo.

È su questi nuovi orizzonti investigativi che si starebbe spingendo l'inchiesta della procura di Torino, con ipotesi che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, alla somministrazione di farmaci imperfetti e somministrazione di farmaci pericolosi per la salute. Ieri mattina il pubblico ministero Raffaele Guariniello ha convocato nel suo ufficio, al quinto piano della procura, i carabinieri del Nas, per delegare nuove indagini. In particolare la raccolta di testimonianze preziose in quel fronte che finora ha sostenuto Vannoni nella sua campagna a difesa del metodo Stamina.

E che metodo. La tecnica proposta dalla Stamina Foundation è «pericolosa e scadente». È «preoccupante la pratica di utilizzare cellule provenienti da un paziente e infuse in un altro paziente». E ancora: «per quanto riguarda la dose di infusione, la si potrebbe definire omeopatica».

Così viene descritto il miracolo delle staminali nei verbali redatti lo scorso anno al tavolo tecnico composto dai carabinieri dei Nas, Istituto Superiore di Sanità, Centro Nazionale Trapianti e Agenzia del Farmaco. I verbali sono il frutto di una complessa indagine che ha impegnato per quattro anni i migliori investigatori del settore sanitario, schierati dalla procura torinese con l'avvio dei primi sequestri di materiale biologico.

Provette e Porsche. Questa è la scena che trovarono i carabinieri quando perquisirono la casa di Vannoni, a Torino. Ed è all'interno di quelle provette che i tecnici avrebbero poi trovato tracce di siero fetale bovino, utilizzato come «terreno di coltura» per le cellule. Oggi, nei verbali prodotti dal tavolo tecnico, al termine di un lungo percorso di analisi del materiale sequestrato, si fa riferimento a timori in relazione a possibili «danni neurologici» e altri «effetti collaterali dopo infusione, da verificare nel tempo».

L'inchiesta ha comunque sviluppato più fronti nel corso degli anni. Si è indagato sulle sperimentazioni del braccio destro di Vannoni, Marino Andolina, effettuate presso l'ospedale Burlo Garofolo di Trieste. Dove i pazienti sottoposti a cure staminali, avevano accertato gli investigatori del Nas, venivano ricoverati in genere di sabato e domenica per non dare troppo nell'occhio. E si è scandagliata l'attività svolta negli Spedali Civili di Brescia, dove la terapia ha potuto mettere le radici, dispensando cure compassionevoli. Quelle cure che non «darebbero segno di miglioramento in nessuno dei pazienti».

Vannoni, invece, continua a difendere a spada tratta la sua creatura scientifica, anche se si trova coinvolto in più vicende giudiziarie. Sempre a Torino, in un procedimento parallelo, rischia di finire sotto processo per tentata truffa ai danni della Regione Piemonte, per aver chiesto 500 mila euro di fondi pubblici a sostegno della sua ricerca scientifica «nell'ambito della medicina rigenerativa». Il progetto, proposto alla Regione, è definito negli atti dell'accusa «privo di contenuto scientifico».

Non solo. Per dare credibilità alla sua proposta aveva arruolato due «luminari russi», Vyacheslav Klimenko e Elena Schegleskaya come responsabili di una società di punta nel settore ricerca, sottoposta al controllo di un comitato scientifico. «Comitato - si legge nell'avviso di chiusura indagini per tentata truffa - in realtà mai riunitosi».

E i due luminari, entrambi professori, si lamentarono addirittura con gli investigatori dicendo di essere stati costretti da Vannoni a rimanere in Italia con la «forza», privati dei loro passaporti. Forse era solo una giustificazione per evitare i guai con la giustizia, ma quante ombre attorno all'attività del guru delle staminali. Adesso, della società che aveva in organico i due super esperti, rimarrebbe traccia soltanto on line, sotto la voce «ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle biotecnologie».

Da un guaio all'altro. Nello stesso procedimento per tentata truffa, Vannoni, a causa di una perquisizione troppo scrupolosa, è pure accusato di porto abusivo di armi, «per aver illecitamente detenuto un caricatore monofilare contenete 7 proiettili calibro 9». Non solo staminali.

 

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