davigo storari greco

SIAMO ALLE COLICHE FINALI: DAVIGO VUOLE QUERELARE FRANCESCO GRECO! - "PIERCAVILLO" NON HA APPREZZATO L'INTERVISTA AL "CORRIERE" IN CUI IL PROCURATORE CAPO DI MILANO HA SPARATO A ZERO SULLA CONSEGNA A DAVIGO DEI VERBALI SECRETATI DI AMARA DA PARTE DEL PM PAOLO STORARI - E' L'ULTIMA PICCONATA A QUEL CHE RESTA DEL POOL DI "MANI PULITE"

Valeria Pacelli per il "Fatto quotidiano"

 

FRANCESCO GRECO

È la prima conseguenza concreta di quella spaccatura del pool di Mani Pulite di cui tanto si è parlato in questi mesi: l'ex magistrato Piercamillo Davigo ha intenzione di querelare il procuratore capo di Milano Francesco Greco, l'ex collega con il quale quasi trent' anni fa ha condiviso le indagini più importanti di questo Paese.

 

L'ex consigliere del Csm ha infatti mal digerito le parole di Greco nell'intervista di ieri al Corriere della Sera. Il procuratore traccia un bilancio della sua esperienza ormai agli sgoccioli (a novembre andrà in pensione) nella Procura di Milano, parlando per la prima volta di quei verbali di Piero Amara, ex legale esterno dell'Eni, consegnati dal suo sostituto Paolo Storari a Davigo, allora consigliere del Csm. Si tratta degli interrogatori in cui Amara rivela l'esistenza di una presunta loggia denominata "Ungheria", della quale, a sua detta, facevano parte magistrati, avvocati, politici e imprenditori.

 

piercamillo davigo al tg2 2

Quello che sta andando in scena a Milano è dunque uno scontro, i cui protagonisti (Storari, Greco e Davigo) sono tutti magistrati perbene e di grande esperienza: ognuno però dà una propria versione di ciò che è accaduto intorno a quei verbali, arrivati anche nelle redazioni di due quotidiani, Il Fatto e Repubblica (per la Procura di Roma la "postina" sarebbe stata l'ex segretaria di Davigo, ritenuto estraneo alla vicenda). Partiamo dunque da Greco. Al Corriere lo dice chiaramente: "Aver fatto uscire dal perimetro del segreto investigativo dei verbali secretati è un atto irresponsabile".

 

Poi la stoccata a Davigo: "L'uscita era nell'interesse di Davigo che non si è preoccupato assolutamente della sorte del procedimento e quando ha lasciato il Csm quei verbali li ha abbandonati. Fatto imbarazzante".

 

ANTONIO DI PIETRO PIERCAMILLO DAVIGO FRANCESCO GRECO GHERARDO COLOMBO - POOL MANI PULITE

Ma perché Storari consegna all'allora consigliere Csm i verbali di Amara? Al Corriere il 24 luglio Davigo aveva spiegato: "Nell'aprile 2020 Storari mi descrisse una situazione grave, e cioè che a quasi 4 mesi dalle dichiarazioni di Amara su un'associazione segreta i suoi capi non avevano ancora proceduto a iscrizioni, che il codice invece richiede 'immediatamente'. Per evitare possibili conseguenze disciplinari, gli consigliai di mettere per iscritto" la sua richiesta di procedere subito all'iscrizione.

 

L'inerzia investigativa, nella versione di Storari al Csm, è diventata una preoccupazione e una divergenza di vedute con i suoi capi. Per Greco però "nessun sollecito, nessun contrasto, nessuna inerzia è emersa perché non c'è mai stata. Anzi è stato il sottoscritto a sbrogliare la questione delle iscrizioni imponendo quella di Amara e dei suoi sodali per Ungheria, mentre Storari le aveva volontariamente omesse".

 

piercamillo davigo al tg2 3

Storari però avrebbe consegnato ai pm di Brescia le e-mail in cui chiedeva ai capi di iscrivere. Una volta ricevuti i file word dei verbali da Storari, Davigo preoccupato, informa - vincolandoli al segreto - alcuni membri del Csm. Ma in modo informale. "Se la procedura da seguire non consente di mantenere il segreto, allora non si può seguire", ha infatti spiegato l'ex consigliere.

 

francesco greco

Che, come ha ricostruito, ne parlò con alcuni membri del Csm, con il vicepresidente David Ermini e con il pg di Cassazione Giovanni Salvi: "Nessuno si è sognato di dirmi di formalizzare". Ieri Greco ha attaccato Storari anche sulle modalità in cui informò Davigo. "Si seguono le regole e si mette tutto per iscritto. Storari non ne ha rispettata nessuna. E quando si agisce senza un protocollo, puoi variare la doglianza a seconda del bisogno, e il consigliere del Csm può diffamare, così come è successo, senza che ci sia la possibilità di una replica dell'interessato. La consegna clandestina infatti ha consentito di costruire una narrazione totalmente priva di riscontri".

 

piercamillo davigo al tg2 1

E ancora: "Quando i magistrati violano le regole che agli altri si impone di rispettare, è un fatto gravissimo e pericoloso". Insomma per Greco quella di Storari è stata "una coltellata alla schiena": "Ha tradito anche la fiducia della collega (l'aggiunto Laura Pedio, ndr), ha messo in difficoltà tutte le Procure (Roma, Perugia, Catania, Reggio Calabria, Potenza e Firenze) con le quali collaboravamo in coordinamento investigativo mentre i verbali 'circolavano' per Roma".

 

PAOLO STORARI

Versioni diverse che insieme alla lettera di solidarietà a Storari firmata da 56 magistrati su 64 consegnano l'immagine di una Procura spaccata, mentre Storari continua a lavorare nel proprio ufficio, dopo che il Csm ha rigettato la richiesta di Salvi di trasferirlo altrove. E in questa Milano lacerata, la querela di Davigo a Greco può rappresentare la rottura definitiva di ciò che fu Mani Pulite.

PAOLO STORARI

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...