incidente andria

BIGLIETTO PREGO - INCREDIBILE RICHIESTA DELL’ASSICURAZIONE ALLE VITTIME DELL’INCIDENTE FERROVIARIO DI ANDRIA CHE PROVOCO’ 23 MORTI E 50 FERITI: PER OTTENERE L’EVENTUALE RISARCIMENTO E’ NECESSARIO ESIBIRE (ANCHE) IL BIGLIETTO DI QUEL MALEDETTO TRENO (CHE IN TANTI, OVVIAMENTE, NON HANNO PIU’)

Antonello Cassano e Gabriella de Matteis per “La Repubblica

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Il primo a ricevere le lettera dell’agenzia di assicurazioni con la richiesta di esibire, per un eventuale risarcimento, il biglietto del treno è stato Raffaele Di Ciommo. Il 21enne di Corato è arrivato all’ospedale di Andria dopo lo scontro dei treni del 12 luglio scorso senza muovere né le gambe né le braccia. «Sono rimasto allibito. Avevo chiesto un anticipo per sostenere le spese della riabilitazione» dice il giovane, «disgustato» come altri superstiti e familiari delle vittime che hanno sollevato il caso.

 

A quasi due mesi dall’incidente sulla linea della Ferrotramviaria Andria-Corato che causò la morte di 23 persone e il ferimento di altre 50, fa discutere il lungo protocollo di documenti che bisogna presentare all’agenzia di assicurazioni Spada spa per ottenere il risarcimento danni. Tra questi, oltre a verbale di accesso e uscita dal pronto soccorso, cartella clinica dell’infortunato, stato di famiglia e occupazionale, eventuale copia di intervento di polizia o carabinieri e altre carte, c’è persino la richiesta di presentare il titolo di viaggio di quella maledetta corsa del 12 luglio sul binario unico.

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«È assurdo, figuriamoci se in quei momenti drammatici uno pensa al biglietto. Io sono certo che quando c’è stato lo scontro lo avevo in mano. Valentina (un’altra superstite, ndr) invece ricorda che lo teneva sul tavolino» dice Raffaele. Con lui, cantante neomelodico, ora solidarizzano in tanti.

 

«Dopo un ricovero di due settimane, al momento delle dimissioni, il direttore sanitario dell’ospedale — racconta — è stato molto bravo, perché mi ha subito fissato un appuntamento con un centro. Ma le sedute hanno un costo a causa del ticket. Io vivo con mia nonna, e la situazione economica non è floridissima. Così il mio avvocato Renato Bucci ha chiesto all’agenzia di assicurazioni un anticipo del risarcimento. Una piccola somma perché potessi sostenere le spese della riabilitazione».

 

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Raffaele ci tiene a precisare: «Guardi io non voglio soldi, ma solo, fatture alla mano, un rimborso delle spese mediche sostenute. E la risposta che ho ricevuto è stata la richiesta del biglietto». Richiesta arrivata anche ad altri sopravvissuti allo scontro, il più grave mai avvenuto in Puglia. L’agenzia di assicurazioni, alla quale la Ferrotramviaria ha dato l’incarico di gestire le pratiche di risarcimento, tende a ridimensionare la polemica. «La presentazione del titolo di viaggio — precisa Michele Spada — non è e non può assolutamente essere considerata come conditio sine qua non per accedere al risarcimento.

 

I passeggeri che non hanno conservato il biglietto oppure lo hanno (comprensibilmente) smarrito in seguito all’incidente, non vedranno rifiutata la loro richiesta di risarcimento per tale motivo». Spada spiega che il criterio seguito dall’agenzia nel suo lavoro è la tutela di chi era effettivamente sui convogli ferroviari, «evitando possibili abusi». Chi non possiede il biglietto, invece, potrà presentare gli altri documenti «certificato di ricovero, primo soccorso, assistenza medica».

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Un modo per stoppare sul nascere episodi di sciacallaggio. Non a caso, Giuseppe Castellano, che nell’incidente ha perso il padre Franco, definisce la richiesta del biglietto «se non squallida, di certo cinica», e conferma: «Nei giorni successivi all’incidente alcune persone che non erano sul treno si sono recate in ospedale per farsi refertare ferite, dichiarando che se le erano procurate sui treni della Andria-Corato».

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