lirica e bellezza

BELLE VOCI, BEI FIGONI - NATALIA ASPESI SI ARRENDE ALLA DITTATURA DELLA GNOCCAGGINE NELLA LIRICA: "ANCHE QUI L'OCCHIO ORMAI VUOLE LA SUA PARTE, NON SOLO IN POLITICA. TAGLIA DA MODELLA, PERCHÉ SE NO NON PUOI ESSERE UNA TRAVIATA O UNA LUCIA O UNA MIMÌ O FIGURIAMOCI UNA BUTTERFLY, CICCIONA" - "RICORDO CON UN CERTO DISAGIO LUCIANO PAVAROTTI, IN UNA 'AIDA' ALLA SCALA, DENTRO UN SAIO IMMENSO COLOR SABBIA CHE LO FACEVA SEMBRARE LA PIRAMIDE DI CHEOPE. MA I LOGGIONI HANNO SOLO ORECCHIE. ADESSO INVECE…"

Natalia Aspesi per “il Venerdì - la Repubblica

 

aspesi

La carmen con i tacchi nell'acqua che per misterioso ingegno registico (Davide Livermore) sfiora il palcoscenico, fa la seduttrice ribelle cantando Habanera, ha un corpo sinuoso dentro un meraviglioso abito rosso perfetto per una ribelle seduttrice: è la soprano francese Marianne Crebassa, bella tra le belle e i belli di A riveder le stelle, il 7 dicembre scaligero voluto dal sovrintendente Meyer per il popolo di Rai 1, contentissimo del superbo dono. Il vestito non è stato fatto a misura della diva, lo ha scelto Giorgio Armani nelle sue collezioni, ed è lo stesso che nella pubblicità del suo profumo Sì Fiori indossa Cate Blanchett.

 

Marianne Crebassa

Taglia da modella, perché se no la lirica non ti vuole più, non puoi essere una Traviata o una Lucia o una Mimì o figuriamoci una Butterfly, cicciona, perché come si dice a Milano, anche l'occhio ormai vuole la sua parte persino nella lirica, non solo in politica (per le signore): al massimo ti concedono un Wagner, per il cui fragore le signore taglia 52 vanno benissimo, anche se poi mi mancò il cuore quando vidi un pur muscoloso tenore non farcela a sollevare una dormiente e immensa Walchiria luccicante di armature.

 

luciano pavarotti in piscina ph adolfo franzo'

Ma al grandioso spettacolo di Rai 1 tutte le cantanti erano belle, e pure i tenori e i baritoni e i bassi, il più fascinoso Plácido Domingo che tra pochi giorni compirà ottant'anni (qualcuno mormora un po' di più, il che non spegne la sua seduttività ma forse le sue seduzioni chissà).

 

Credo che l'ultimo genio tenorile, l'indimenticabile star adorata da tutti, a portare in scena un corpo di spazioso ingombro, sia stato Luciano Pavarotti, che io ricordo con un certo disagio in una Aida alla Scala, dentro un saio immenso color sabbia che lo faceva sembrare più che l'eroe che torna vincitor, la piramide di Cheope. Ma i loggioni hanno solo orecchie e degli occhi fanno a meno, e infatti quella sera, in platea, arrivava da lassù una specie di vibrante affanno innamorato, perso in quella voce squisita.

LUCIANO PAVAROTTI AL COLUMBUS DAY

 

A proposito di una sua Aida a Houston di qualche decennio fa, il regista Pier Luigi Pizzi, che ha lavorato molte volte con Domingo, ne ricorda la prestanza e il fascino quale Radames, allora quasi cinquantenne, con minigonnellino e mirabili gambe nude.

 

placido domingo

Pizzi è certo che la fisicità sia importante come la vocalità, eppure ha lavorato con celebrità del canto di vaste proporzioni o un po' troppo in là con gli anni se in ruoli di giovinette e giovanotti, «ma il mio impegno è sempre stato quello di arrivare a qualunque costo, con l'aiuto del costume e del trucco se non alla bellezza almeno alla credibilità». In una Pietra di paragone al Rossini Opera Festival, Pizzi è persino riuscito a ottenere cantanti molto giovani e addirittura acrobati, con salti e capriole.

 

placido domingo

Il punto di svolta epocale fu quando i cantanti capirono che il loro futuro era ormai legato al giro vita. Fu quando apparve alla Scala una Traviata viscontiana esile come un giunco, ed era la stessa soprano che un paio d'anni prima, il 7 dicembre 1951 sempre alla Scala, era stata applaudita nei Vespri Siciliani come una duchessa Elena particolarmente robusta, quasi una torre di pietra.

 

aristotele onassis maria callas 6

Era Maria Callas, passata da 90 a 54 chili e quindi pronta a non essere più solo una grande diva del canto (con indispensabile duello canoro Callas-Tebaldi), ma una star della high society, con gli Agnelli e i Kennedy, Onassis e Pasolini, gli yacht, l'alta moda, i grandi balli internazionali. E gli amori infelici, e la morte solitaria, come in un'opera dove all'eroina è proibito invecchiare.

 

lisette oropesa soprano e maratoneta

Anche la giovane americana Lisette Oropesa, che quale lamentosa Lucia avrebbe dovuto in quanto Lammermour inangurare l'ultimo 7 dicembre scaligero, ha perso 35 chili con una lunga dieta, molta attività fisica e corse ogni mattina anche con la tempesta.

 

lisette oropesa a riveder le stelle

Sabato 22 febbraio scorso, alla Scala, il pubblico si entusiasmava alla prima (e purtroppo sola rappresentazione causa Covid) del rossiniano Turco in Italia, direttore Diego Fasolis, regista Roberto Andò, il bel baffuto Alex Esposito in vestaglia di rasa accecante quale irresistibile Selim e la deliziosa Rosa Feola nel ruolo della capricciosa ma onesta Donna Fiorilla: con un abito Regency (tipo Bridgerton o, per i più esigenti, tipo Guerra e Pace) di velo arancione, una figurina gentile e scattante da adolescente. Finalmente dice Andò «c'è una generazione di cantanti-attori che cantano benissimo e interpretano con sfumature i loro ruoli. Non è questione di bellezza ma di plausibilità. Anche se a volte la bellezza non guasta».

lisette oropesa

 

Eppure in passato hanno folgorato i melomani soprattutto signore indifferenti alla loro ampiezza, come Montserrat Caballé che ha fatto della sua ciccionaggine un elemento caratteristico del suo carisma e della sua irresistibile simpatia.

 

lisette oropesa prima di perdere 40 kg

E Jessye Norman, uno dei grandi soprani neri del Novecento che ha usato il suo corpo gigantesco come metafora della sua maestà canora. Nel 1989, avvolta in un immenso tricolore cantando la Marseillaise per il bicentenario della rivoluzione francese, pareva un monumento simile all'Arco di Trionfo.

 

montserrat caballe'

Alla vigilia di Natale su YouTube è risorta dalle polveri del tempo una Ave Maria che fa parte di un film americano del 1951, Il grande Caruso, dedicato al tenore napoletano (1873-1921) considerato il più bravo e il più pagato di sempre, anche se per nulla avvenente, che nel film è interpretato da un famosissimo americano figlio di emigrati (babbo da Filignano in Molise, mamma da Tocco di Casauria in Abruzzo): Mario Lanza, alias Alfred Arnold Cocozza, di gran bellezza meridionale, forse l'unico caso di un grande tenore che impegnato con il cinema (tipo Arrivederci Roma con Rascel e Marisa Allasio), riuscì a salire su un agognato palcoscenico d'opera solo un paio di volte, compreso un Rigoletto alla Scala.

 

Jessye Norman

Attorno a quella Ave Maria di Schubert con Mario Lanza che canta in mezzo a una folla di chierichetti si sta attualmente discutendo tanto per allontanarsi dal frastornante io mi vaccino no tu no, se il piccino che canta meravigliosamente con voce bianchissima sia come è probabile tale Michael Collins però con la voce del soprano Jaqueline Allen. Oppure Pavarotti bambino il che appare più problematico a meno che il nostro Big Luciano, allora 16enne, fosse nano.

Jessye Norman Jessye Norman Jessye Norman

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...