tamponi 6

BANANE E TAMPONI - IL VIRUS IMPAZZA E I TEST DIMINUISCONO DEL 20% PERCHE' MANCA IL PERSONALE PER FARLO - BOOM DEI TEST RAPIDI, CHE SI POSSONO FARE ANCHE IN FARMACIA – LOPALCO: “C’E’ ANCHE UN ALTRO PROBLEMA: I SANITARI SONO IMPEGNATI NELLE VACCINAZIONI” - IL BIOLOGO BUCCI (TEMPLE UNIVERSITY): “LA DIMINUZIONE DEI TAMPONI MOLECOLARI PUÒ RAPPRESENTARE IL PRINCIPALE PROBLEMA NEL CONTRASTO DELL'EPIDEMIA”

Mauro Evangelisti per "il Messaggero"

 

tamponi drive in a milano

L' assedio del coronavirus prosegue e spaventa, ma i tamponi diminuiscono. «Si tratta del principale problema in questa fase dell' epidemia - avverte il professor Enrico Bucci - soprattutto perché a questa diminuzione non corrisponde un analogo calo del tasso di positività sui tamponi residui».

 

In sintesi: nella settimana compresa tra giovedì 3 e mercoledì 9 dicembre erano stati eseguiti, in totale, 1.176.928 molecolari; un mese dopo, vale a dire tra giovedì 7 e mercoledì 13 gennaio sono stati 982.145, dunque il 20 per cento in meno. E nella settimana precedente il calo era stato ancora più significativo: tra il 31 dicembre e il 6 gennaio si era scesi a 905.371.

tamponi rapidi in farmacia

 

Cosa sta succedendo? Perché sta saltando la famosa formula testare, tracciare e trattare proprio nella fase più delicata? Primo problema: l' Istituto superiore di sanità lo ha detto fin dall' inizio, «quando in una settimana i casi superano i 50 ogni 100mila abitanti, il tracciamento (vale a dire la verifica della positività di tutti i contatti di un infetto) è impossibile».

 

Oggi l' Italia è a 166, alcune regioni come il Veneto sono sopra 400.

tamponi rapidi

Secondo problema, ancora più scivoloso: ormai il reale tasso di positività - quanti risultano infetti tra le persone testate - è inaffidabile, perché non ci affidiamo più ai soli tamponi molecolari. La diffusione dei test antigenici, che in alcune Regioni come Lazio ed Emilia-Romagna si possono fare anche in farmacia, ha completamente cambiato lo scenario. Prendiamo il Veneto, che per primo ha usato in modo massiccio gli antigenici (i test rapidi, per capirci): ogni giorno ne fa, in media, 30-40mila; ieri la somma molecolari-rapidi è arrivata a 54.121.

tamponi rapidi a palermo 3

 

Se si contano solo i molecolari in Veneto c' è un tasso di positività molto alto, attorno al 10 per cento, se invece si considerano anche gli antigenici scende al 3,7 per cento. Dal Ministero della Salute, l' altro giorno, è stata diffusa una circolare che riconosce la validità dei tamponi antigenici, anche senza verifica del molecolare, ma solo se sono di ultima generazione (immunofluorescenza con lettura in microfluidica). Questo confonde ancora di più le acque, perché comunque una parte delle persone continua a essere sottoposta ad altri tipi di test rapidi.

 

tamponi

E nel tabellone diffuso ogni giorno dal Ministero della Salute non c' è ancora la casella sul numero degli antigenici eseguiti. Sarà inserita nei prossimi giorni. A questo si aggiungono le perplessità di una parte degli scienziati sulla reale affidabilità degli antigenici. «Ma la diffusione massiccia dei test rapidi - avverta il professor Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia - non è la sola causa della diminuzione dei tamponi molecolari. C' è anche un altro problema: molto personale è impegnato nell' avvio della campagna di vaccinazione».

 

Il biologo Enrico Bucci, adjunt professor alla Temple University di Phiadelphia, è molto preoccupato dalla situazione di confusione che sta causando la diminuzione dei tamponi molecolari e la disomogeneità nel ricorso ai test rapidi: «Certamente siamo di fronte a un aumento del fattore di confusione, tra l' altro rispetto a dei dati che già non erano molto utili per seguire l' epidemia, perché i campioni non sono comunque raccolti su base statistica».

tamponi rapidi in farmacia

 

Cosa dovremmo fare per rimettere ordine? «Se, dopo avere fatto questa scelta, si tenessero ben separati i dati sugli antigenici e quelli sui molecolari, fornendo il rapporto tra positivi e reale numero di persone testate, avremmo un risultato utile: potremmo cominciare ad avere un' idea sull' affidabilità sia dei molecolari sia degli antigenici.

 

Ma andrebbe fatto in maniera intelligente, con criteri omogenei. Oggi questo non avviene, perché ogni Regione ha strategie differenti, ad esempio, su quando eseguire gli antigenici». La diminuzione dei tamponi molecolari può rappresentare un problema nel contrasto dell' epidemia? «Questo è un grandissimo problema, il principale».

pierluigi lopalco 2

Ultimi Dagoreport

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – GIAMPAOLO ROSSI IERI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI NON HA INCONTRATO SOLO I FRATELLINI D’ITALIA, MA TUTTI I PLENIPOTENZIARI PER LA RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI). TUTTI SI SONO LAMENTATI CON L’EX FILOSOFO DI COLLE OPPIO, MA IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOTENENTE DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI ALLEGRI DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO DI LARIANO…

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....