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PAGARE LAVORO, VEDERE VACCINO - LA RIVOLTA DEGLI SPECIALIZZANDI DI MEDICINA CHE DOMENICO ARCURI E IL MINISTRO DELL’UNIVERSITÀ MANFREDI PENSANO DI COINVOLGERE NELLA CAMPAGNA VACCINALE ANTI COVID: "VOGLIONO SFRUTTARE FORZA LAVORO A COSTO ZERO. PENSANO DI RIPAGARCI CON 4 CREDITI FORMATIVI" - UNO SCHIAFFO ALLA CATEGORIA GIA' PROVATA DAL SURREALE PASTICCIO DEL CONCORSO 2020…

Niccolò Carratelli per "La Stampa"

 

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Medici, quando si tratta di mandarli al fronte, nei reparti Covid degli ospedali o a formare le Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, per visite e tamponi domiciliari ai contagiati. Studenti, quando è il momento di pagarli per il loro lavoro, che quasi sempre esula dal percorso formativo intrapreso. Come per il bonus riservato dal governo agli operatori sanitari con il decreto Rilancio, che molti specializzandi non hanno preso.

 

O come il compenso previsto dal ministro dell'Università, Gaetano Manfredi, per gli iscritti al primo e secondo anno delle scuole di specializzazione che saranno coinvolti nella campagna vaccinale anti Covid: ben 4 crediti formativi. Per il ministro, infatti, la somministrazione del vaccino «è un'attività che si inserisce nel percorso di formazione degli studenti». Quindi nessun contratto e trattamento economico.

 

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Ovviamente previsti, invece, per i circa 3mila medici che saranno selezionati da agenzie esterne seguendo il bando pubblicato dal Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri. Si dà il caso, però, che «con i crediti formativi non paghiamo le bollette», protestano i diretti interessati, ieri in piazza con sit-in organizzati in diverse città italiane. «È una cosa davvero avvilente - dice Chiara Quisisana, una delle animatrici del flash mob in piazza Castello a Milano - quando si parla di specializzandi si parla di medici e la somministrazione del vaccino non ha niente a che vedere con la nostra formazione».

 

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O comunque è un'attività compatibile solo per alcuni aspiranti specialisti, certo non per un cardiologo o un chirurgo. Anche per questo le varie associazioni, da Federspecializzandi all'Anaao Giovani, chiedono che l'adesione alla campagna sia su base volontaria e nessuno venga costretto ad armarsi di siringa nei padiglioni a forma di primula. «Manfredi e Speranza non pensino di poter sfruttare forza lavoro a costo zero», avverte Federica Viola, vicepresidente di Federspecializzandi, annunciando una mobilitazione nazionale della categoria.

 

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Il concorso infinito Mobilitazione già in atto da mesi, invece, per denunciare il surreale pasticcio del concorso 2020 per l'accesso alle scuole di specializzazione. Svolto a settembre, con due mesi di ritardo causa pandemia, è stato poi travolto da contestazioni e ricorsi, con uno strascico giudiziario lunghissimo, che dovrebbe concludersi oggi con l'ultima pronuncia del Consiglio di Stato.

 

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Un bando scritto male, perché escludeva ingiustamente i corsisti di Medicina generale, una domanda del test preparata peggio, con una lastra di una frattura illeggibile. Risultato: le graduatorie, previste a ottobre, non sono ancora state pubblicate e, in teoria, i 14mila vincitori devono prendere servizio il 30 dicembre, tra due settimane. Per molti significa trasferirsi in un'altra città, trovare un alloggio, riorganizzare la propria vita tra Natale e Capodanno. Disagi non banali, tanto che il ministro Manfredi ha già ipotizzato uno slittamento della partenza dei corsi al 15 gennaio. Ma per i 24mila partecipanti il danno economico e professionale c'è già stato.

 

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Molti neolaureati, in questi mesi, hanno lavorato come guardia medica o nelle famose Usca o ancora nelle Rsa, ma hanno dovuto licenziarsi il 30 novembre per rispettare il mese di preavviso, in attesa di cominciare i corsi. Molti altri hanno proprio rinunciato a firmare i contratti con le Usca, perché prevedevano impegni fino al 2021, quindi oltre la data di inizio specializzazione.

 

Che, però, non sarà per tutti: più di 9mila resteranno fuori, perché non ci sono abbastanza borse per coprire le richieste. Lo chiamano imbuto formativo ed è un problema che si trascina da anni, nonostante dal 2016 ci sia stato un progressivo aumento dei fondi statali e dei posti. Morale: secondo i calcoli del sindacato ospedaliero Anaao-Assomed, al netto dei pensionamenti, nel 2023 mancheranno 10mila specialisti nelle corsie dei nostri ospedali. Medici, non studenti.

gaetano manfredi ministro della ricerca

ROBERTO SPERANZAproteste specializzandi 7GIUSEPPE CONTE ROBERTO SPERANZAdomenico arcuri

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