flavio briatore

“BULLONAIRE” SBULLONATO – FILIPPO CECCARELLI: “PIÙ CHE UNA CITTÀ-STATO NELLO STATO, ‘BRIATORIA’ È IL FRUTTO MATURO DELLA RECENTE E DISSENNATA STORIA D'ITALIA. SOPRAVVISSE ALLA CRISI E ALLA CADUTA DEL BERLUSCONISMO IMMEDESIMANDOSI IN QUALCOSA DI PIÙ GRANDE: DONALD TRUMP, DI CUI BRIATORE RISULTAVA TALMENTE AMICO CHE IL PROVVIDO PROVINCIALE RENZI GLI CHIESE…” – NICOLETTI: "NESSUNO PIÙ DI BRIATORE PUÒ RAPPRESENTARE UN'EDIFICANTE PARABOLA SU CUI MEDITARE"

1 - IL MITO DI BRIATORIA LA CITTÀ SPECCHIO DELLE ILLUSIONI DI UN PAESE

Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”

briatore billionaire

 

“Stamattina mi sento un leone..." proclamava l' altro giorno in accappatoio bianco su Instagram, alle spalle una gran testa di leone, appunto. Ora, ognuno si sceglie un po' l' animale totemico che vuole, ma il fatto che pure al suo resort di Malindi Flavio Briatore avesse messo nome "Lion in the sun" lascia immaginare che si sentisse anche lui un re.

 

LA STORY DI BRIATORE DAL SAN RAFFAELE

Re di che cosa è già più complicato a dirsi; ma ci si può provare, sperando che si tratti di un' ipotesi troppo peregrina. E allora: più che una città-stato nello Stato, Briatoria, come potrebbe chiamarsi tale entità, è il frutto maturo dei tempi, o se si vuole della recente e dissennata storia d' Italia. Così come, più che un regno immaginario, appare soprattutto come un progetto identificabile, attraverso la figura del suo sovrano, quale canone, gusto e stile di vita, oltre che pacchetto ludico, turistico e commerciale.

 

Questo non toglie che si riveli anche un castello in aria, quindi dovutamente fragile, come testimoniano gli ultimi eventi. Comunque un sistema scorrevole di relazioni e di affari, Briatoria, dislocata fra la Provincia Granda del Piemonte, da cui proviene il fondatore, Londra, l' Africa, Montecarlo, gli Emirati e la Costa Smeralda.

 

Al centro, ma con policentrica mobilità, è venuto a collocarsi il Billionarie: «Abbiamo scelto questo nome arrogante - ha spiegato un giorno re Flavio - perché funzionava», il che è anche vero. Attorno a tale prodotto d' ingegno notturno girano come falene auto di Formula 1, ipermodelle, avventurieri, conformisti, tipi da spiaggia, calciatori famosi, tenutari di panfili adocchiati dalla Guardia di finanza; e ancora, in sintomatico e impegnativo coagulo si dispiegano sui rotocalchi e ora sui social abbronzature perenni, lenti azzurrognole, camicie bianche sbottonatissime, volti da chirurgia estetica, morbide scarpe con nappine, collanone d' oro e bracciali anche di platino.

 

Nel piatto, a seconda delle stagioni, tartufi & gamberoni; nel bicchiere, champagne o acqua minerale, di cui anni orsono si valutò in 25 bombi la bottiglia. Musica: non pervenuta. Sullo sfondo, ad allietare arredi pacchianeggianti: limousine, guardaspalle pelati e astuta beneficienza (dapprima a favore di sardi poveri, poi di proverbiali bimbi africani). E non è un' ambientazione di Vanzina, quanto la realtà.

 

flavio briatore positivo al coronavirus i tweet 3

Con ragionevole datazione la fioritura di Briatoria può farsi risalire al culmine del berlusconismo, secondo governo 2001-2008, quando il demiurgo Billionaire fu scelto quale testimonial della campagna contro le stragi giovanili del sabato sera, a riprova dell' apoteosi dei Vip e dell' istituzionalizzazione delle discoteche.

 

Nulla comunque rispetto al mutamento epocale che di pari passo andava configurandosi con la definitiva superiorità dei beni materiali e del lusso non si dirà qui sulla cultura e sullo spirito, ma un po' su tutto il resto, con buona pace della fraternità e dell' uguaglianza.

 

briatore prostatite-19

E tuttavia, al netto di ogni fiabesco eccesso interpretativo, questo mondo sopravvisse alla crisi e alla caduta del berlusconismo immedesimandosi in qualcosa e in qualcuno di ancora più grande: Donald Trump, di cui Briatore risultava talmente amico che il provvido provinciale Renzi, quant' altri mai attratto da quell' andazzo, gli chiese di fargli da facilitatore con la Casa Bianca, anche se invano.

 

flavio briatore con il figlio e due amici in barca

Altre figure entrate in rapporto: lo spagnolo organizzatore di corse Agag, il ristoratore Johnny Micalusi, la giornalista Chirico e Beppe Grillo. Inutile dire che un bel pezzo d' Italia non riconosce le virtù briatorie: sangue freddo, generosa energia, amore del rischio, insofferenza verso ipocrisie, anche lessicali, e moralisti di varia e residua provenienza ideologica. In quella specie di sommaria e sgangheratissima lotta di classe che in Italia vede il partito dei ricchi (spesso indebitati) azzuffarsi contro quello dei poveri (quasi sempre rappresentati da chi povero non è affatto), più che della ricchezza Briatore può essere in realtà considerato leader e alfiere della "riccanza", come da indimenticato programma televisivo, là dove il valore del denaro è legato soprattutto al suo sfoggio, tanto simbolico e spettacolare quanto istintivamente e culturalmente avverso alla frugalità.

 

TRUMP BRIATORE

Ridotto all' osso, il conflitto è fra vincenti e sfigati, parola che suona ancora più atroce se si pensa a quanto la vittoria, nella vita, non solo è fugace, ma condizionata da eventi imprevedibili e anche, come si vede, drammatici. Nell' agosto dello scorso anno Briatore diede vita al "Movimento del fare" - ma poi non se ne fece nulla.

 

2 - BRIATORE IN PASTO AI BUONISTI

Gianluca Nicoletti per “la Stampa”

 

FLAVIO BRIATORE ALBERTO ZANGRILLO

Dobbiamo essere grati a Flavio Briatore. Nessuno più di lui, in questo confuso e concitato frangente, può rappresentare un'edificante parabola su cui meditare. Nella sua tormentata vicenda umana delle ultime ore possiamo leggere, in filigrana, quanto possa essere fugace ed effimero il consenso verso il potente.

 

Della sua carne, attraversata dal virus, stanno facendo banchetto gli stessi odiatori del display che, solo due giorni fa, potrebbero averlo portato sugli scudi per un suo tweet contro chiunque nasca con lo stigma dell'essere sottomesso.

 

RENZI BRIATORE TRUMP

Ora l'uomo per cui chi arriva secondo è solo "il primo dei perdenti", si sta rendendo conto quanto sia vile l'animo filisteo che sonnecchia in ogni rappresentante della gioiosa vigoria degli immortali, degli eternamente belli, di quelli che pensano di dovere essere sempre e comunque un passo avanti agli altri.

BRIATORE ROSSO

 

Briatore è diventato bersaglio di un vilipendio vigliacco e becero, solo perché il Covid19 lo ha colpito venendolo a sfidare nel suo Olimpo. Un nemico irriso, sbeffeggiato e svalutato che in un baleno ha messo a terra lui e grande parte dei suoi accoliti.

 

È la legge del branco, Briatore lo sa perché fa parte integrante del suo credo. Il maschio alfa è rispettato e temuto fino a che non tentenna e mostra debolezza. Ora lui è fragile, indifeso, un anziano uomo che deve combattere per sopravvivere all'attacco invisibile di quell'implacabile livellatore che il virus, ottuso quanto democratico, non guarda all'involucro umano che contiene i bronchi a cui si attacca e succhia vita.

 

tweet sulla prostatite di briatore 2

Nessuno usi il caso Briatore per rinfocolare odi ideologici, ribadire differenze tra umani, stabilire primati in nome del luogo di nascita. Briatore in questo momento è una persona debole che merita rispetto.

 

VITTORIO SGARBI FLAVIO BRIATORE

Chi pensava di difenderlo ha ancora più messo a nudo la sua fragilità e dato, di conseguenza, argomenti per un più feroce dileggio. L'amica di una vita che voleva essergli di supporto, mettendo la mano sul fuoco che il suo unico problema fosse la prostatite, non il coronavirus, lo ha involontariamente fatto ancor più affondare nel gorgo delle allusioni da caserma.

flavio briatore con silvio berlusconi il 12 agosto

 

Un'affermazione sanitaria che ha acceso social-fantasie splatter, su fantomatiche intrusioni rettali con unghie a stiletto, per dare evidenza scientifica a tale tesi. Le prostate dei maschi sciupafemmine non sono tonsille, nessuno osa nominare quella ghiandola infame che ricorda implacabile il possibile tramonto di ogni orgoglio virile. Nessun superbo ostentatore di giovani amanti vorrebbe che fosse messa in piazza l'infermità che comporta il rischio di un calo di prestanza.

 

Eppure il corpo di Briatore ha dovuto sopportare anche questo estremo vilipendio. Ora, per estremo paradosso, chi a sinistra attacca e deride Briatore si fa portavoce di quel bieco cattivismo tribale che oggi è spacciato come sana reazione popolare all'odiosa genia dei radical chic, la vera deviazione genetica della modernità.

flavio briatore con mihailovic, della valle, bonolis, marcolin e parpiglia a ferragosto

 

Chi invece, a destra, lo difende a spada tratta come martire dell'invidia sociale, come pure dei comunisti, buonisti, salottieri di Capalbio, in realtà, e forse per la prima volta, riesce a sostenere una battaglia in difesa della fragilità. Una posizione, effettivamente, molto politicamente corretta.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)