concerto travis scott roma

IL PROBLEMA NON SONO I CONCERTI AL CIRCO MASSIMO MA GLI SHOW ESTREMI DEI RAPPER - CARLO MASSARINI: “IL CONCERTO DI TRAVIS SCOTT A ROMA SEMBRA UN DIABOLICO GIRONE DANTESCO, DARK E VULCANICO. QUESTO È QUELLO CHE VUOLE SCOTT: CAOS ED ECCITAZIONE FUORI CONTROLLO - ORA È PIÙ MODERATO. LA MORTE PER SCHIACCIAMENTO DI OTTO SUOI FAN AL FAMIGERATO CONCERTO ALL’ASTROWORLD FESTIVAL A HOUSTON NEL 2021 HA FATTO CAPIRE A LUI CHE OK IL TRIBALE, MA IL GIOCO SI PUÒ FARE PERICOLOSO, ED È MEGLIO DARSI UNA CALMATA…”

CONCERTO DI TRAVIS SCOTT AL CIRCO MASSIMO

 

 

 

Estratto dell’articolo di Carlo Massarini per “La Stampa”

 

concerto di travis scott al circo massimo

Quando nel 1966 i Beatles decisero di farla finita con gli show dal vivo le urla delle ragazzine sovrastavano il volume dei loro (miseri) amplificatori, dovevano scappare via sui blindati della polizia, non contava più la musica ma solo il fenomeno John Lennon disse: «Basta, sono solo stupidi riti tribali. Potremmo mandare le nostre statue di cera, sarebbe la stessa cosa».

 

Non proprio, magari, ma il concetto era chiaro, e vale ancora oggi (anzi, di più): gli eventi di massa sono riti tribali, aggiungete voi l’aggettivo, che travalicano il concetto di musica. Sono fondamentalmente allestimenti/spettacoli giganteschi nei quali la tribù si ritrova, ogni genere musicale ha le sue. L’importante è esserci, anche a cento o duecento metri di distanza, anche solo per vedere quel puntino negli schermoni led, anche per ballare in mezzo alla polvere. Anche per farsi un selfie col palco sullo sfondo per poterlo postare.

concerto di travis scott al circo massimo

 

Penso a quella frase mentre le orecchie ancora ronzano dagli 80’ dell’ultimo evento di quest’estate, prima che agosto arrivi a concedere una pausa (benvenuta) a quel frullatore musicale che è luglio in Italia. La storia la sapete: Travis Scott, dopo un concerto a Milano e la cancellazione di quello alle Piramidi di Giza, in soli cinque giorni annuncia e fa sold out (70K) al Circo Massimo di Roma (titolo già di un suo specialvideo appena uscito), che è ormai diventato un punto d’arrivo prestigioso per artisti soprattutto americani. Per loro la mitologia della Roma imperiale ancora vale oro, e chi siamo noi per rovinargli l’idea? Spero che il Comune si faccia pagare il giusto, una volta lo regalava. […]

 

Ora, perché abbia raggiunto una sorta di status mitologico non chiedetelo a me, che ero visibilmente la persona più anziana in zona (un altro over 60, dall’aria smarrita, indossava la maglietta degli Stones, e non sarà un caso). Forse al mio ultimogenito, per il quale è una sorta di dio in terra.  […]

 

kanye west e travis scott al circo massimo

Faccio fatica, perché un motivo per identificarsi con quello che senti lo devi trovare: mi ricorda la battuta di Guzzanti agli albori di Internet, ‘ma ora che siamo collegati, io e te, aborigeno, che cazzo ci dobbiamo dire’? Ecco, faccio fatica a identificarmi con Travis Scott e le sue canzoni (canzoni?) nelle quali lo schema è sempre quello: voce trattata con l’autotune (un capostipite), beats pesanti il giusto, non complicati ma efficaci, una melodia appena accennata, un po' di gergo alla motherfucking mentre sotto scorrono le basi, cioè la canzone quasi per intero, sulla quale aggiungere parole e urla in quantità.

 

Ma questi sono i concerti rap, molta energia e poco live. La differenza dal vivo è se comanda o meno il salta-salta, ma spesso non ce n’è bisogno, la gente salta da sola. Però intorno vedo e sento pischelli rigorosamente under 25 che le sanno tutte a memoria, anche le nuove, e qualcosa vorrà pur dire. Quindi che sia mitologia, imitazione, moda o altro, Scott è una superstar anche da noi.

 

kanye west e travis scott al circo massimo 1

Lo spettacolo che porta in scena è visualmente suggestivo: l’enorme palco riempito di simil-altoparlanti che sembrano uno skyline urbano, al centro più in basso una sorta di scoglio di resina perennemente a bagno nel ghiaccio secco. E’ un’Utopia, ma distopica. Sul palco in alto solo il fedele dj Chase B unico titolare della parte sonora, e lui che in completo (prima bianco, poi nero) da football americano stilizzato con occhialini a fessura scende di qua e si arrampica di là, ma praticamente non viene mai avanti. L’unica volta in passerella quando a sorpresa nel delirio generale arriva proprio Kanye West, “l’unico che è stato sempre al mio fianco”, e cantano Praise God e Can’t tell Me Nothing.

 

E’ sempre nel semibuio, figurina lontana ripresa dalle telecamere con effetti, colorazioni, angolazioni niente male. Sembra un diabolico girone dantesco, dark e vulcanico, in cui qualsiasi immagine sugli schermi non dura più di un paio di secondi al massimo, spesso frazioni. Il suono è potente, bassi gonfi e beat secchi e sintetici, gli effetti di spari (veramente, più cannonate) e di caos sonoro per chiudere i brani.

 

kanye west e bianca censori al circo massimo per il concerto di travis scott

Del resto, questo è quello che vuole Scott: caos, casino, eccitazione fuori controllo. Ora è un po' più moderato, non incita più, la morte per schiacciamento di otto suoi fan al famigerato concerto all’Astroworld Festival a Houston nel 2021 e tutte le polemiche che ne son seguite ha fatto capire a lui (e a tutti) che ok per il tribale, ma il gioco si può fare pericoloso, ed è meglio darsi tutti una calmata. […]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SPRAY AL PEPERONCINO AL CONCERTO DI TRAVIS SCOTT A ROMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

spray al peperoncino al concerto di travis scott a roma 1spray al peperoncino al concerto di travis scott a roma 4spray al peperoncino al concerto di travis scott a roma 2spray al peperoncino al concerto di travis scott a roma 5spray al peperoncino al concerto di travis scott a roma 7spray al peperoncino al concerto di travis scott a roma 6concerto travis scott a roma 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…