chef rubio richard gere sulla open arms

CHEF RUBIO È RIUSCITO A ROMPERE LE PALLE PURE AGLI ABITANTI DI LAMPEDUSA – IL CUOCO-CONDUTTORE, NELL’ISOLA PER PORTARE SOLIDARIETÀ ALLA ONG OPEN ARMS, ACCUSA I LAMPEDUSANI: “PARASSITI E RAZZISTI”, “FANNO SOLDI A PALATE IN NERO GRAZIE ALLA PUBBLICITÀ CHE FANNO I MIGRANTI” E VIENE IMPALLINATO: “NON SAI NIENTE”, “UN COMMENTO VERGOGNOSO! CHE NE SAI TU DI LAMPEDUSA E I LAMPEDUSANI? SOLO PERCHÉ SEI VENUTO A FARE LA TUA PASSERELLA?”  – VIDEO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Lampedusa prima del “problema migranti” in quanti la cagavano? Pochi. Prima del 3 ottobre 2013 in quanti c’erano venuti a farsi gli aperitivi e i bagnetti? Pochi. Prima delle ipocrite parate istituzionali, dei film e il conseguente aumento del turismo in quanti avevano fatto palate di soldi ( in nero )? Pochi. E allora perché chi arriva dal mare viene messo lontano da tutto e da tutti in quel lager che chiamate Hotspot? Non dico che dovreste dargli la percentuale dei vostri guadagni o che dovete farvi i selfie con loro durante l’aperitivo a cui neanche sono invitati. Ma manco fare finta che non esista quella merda interrata al centro dell’isola nella quale per legge le persone in transito sarebbero libere d’entrare e uscire dal cancello principale (è un centro aperto) ma che per sadismo e per ricordargli lo status di “sgraditi ospiti” costringete a uscire ed entrare da buchi ricavati dalle reti quasi fossero dei fuggitivi a tempo determinato. Per chi non lo sapesse, sono liberi di andare dove vogliono e possono farlo passando dall’entrata principale, visto che sono esseri umani come voi e non ratti. Se poi invece la vostra sensibilità e i vostri affari ritenente che possano risentire della presenza di persone come loro, allora mi sa che il problema è solo vostro #hotspot #portiaperti #lampedusa #stayhuman #rubiochef #ontheroad #ronin #roadtrip #redrobin #nature #naturelovers #rockstar #food #foodie #foodsgam #foodofinstagram #foodpic #foodpics #foodporn #chef #chefs #chefslife #chefoninstagram #Soffiamoviagliabusi

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Francesca Ronchin per www.corriere.it

 

CHEF RUBIO

«Lampedusa, prima del 3 ottobre 2013 in quanti c’erano venuti a fare gli aperitivi e i bagnetti? Prima del “problema migranti” in quanti la cagavano? Pochi». La sferrata di Chef Rubio contro i lampedusani, responsabili a suo dire «di fare soldi a palate (in nero) grazie alla pubblicità che i migranti fanno all’isola», la lancia il 4 agosto con un post su Instagram.

 

CHEF RUBIO E RICHARD GERE SULLA OPEN ARMS

La polemica però si innesca dopo le giornate a bordo di Open Arms, dopo la conferenza stampa con Gere e dopo la 5a notte del sit in silenzioso davanti alla Chiesa a chiedere lo sbarco dei migranti. La causa della Ong sembra trovare poco sostegno sull’isola. A parte i ragazzi di Mediterranen Hope, il progetto delle Chiese Evangeliche, gli attivisti di Forum Lampedusa solidale e qualche turista curioso, sul sagrato della Chiesa, i lampedusani si contano sulle dita di una mano.

 

richard gere sulla open arms 8

Le parole di Rubio sono incandescenti: «State mandando a fondo un’isola che pensate essere vostra ma che è semplicemente se stessa», e infiammano a loro volta quelle degli abitanti come salvogiardina 12: «Tornate a casa tua», «di Lampedusa non sai niente», e poi alearuta89: «il volontariato e l’umanità sono altre cose, non è business o favoreggiamento agli scafisti. Il popolo di Lampedusa ha sempre regalato vestiti, cibo, acque e tanto altro».

 

NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA NAUFRAGIO DI MIGRANTI A LAMPEDUSA

Il riferimento è a quel 2011 quando, sulla scia della primavera araba, le onde riversarono sulle strade di Lampedusa migliaia di tunisini che cercavano la stazione dei treni. Per l’isola, in quell’anno maledetto non vi fu nessuna buona pubblicità, tra giugno e luglio il calo di presenze fu dell’80% rispetto all’anno prima. Poi però, a giudicare dai dati dell’aeroporto, i migranti non hanno mai fatto male al turismo che da 177mila passeggeri del 2014 passa a cifre record di quasi 250mila presenze nel 2017. Per lo chef però, i lampedusani non sarebbero responsabili solo di far cassa e girarsi dall’altra parte quando serve, ma di «rinchiudere i migranti in uno hot spot lager per sadismo, per ricordargli lo status di sgraditi ospiti li costringete a uscire ed entrare da buchi ricavati dalle reti».

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Lampedusa è un mondo nel mondo che si rivela in pochissimo tempo, ma di un tappeto non si possono guardare solo le magnifiche trame, bisogna alzarlo e vedere quanta polvere è stata nascosta sotto negli anni. È l’isola dei pescatori dal cuore immenso, della gente di mare che rispetta il prossimo e l’ambiente, degli attivisti e della resistenza, di donne e uomini coraggiosi, delle tartarughe e dei delfini, degli uccelli migratori e dei conigli, delle spiagge incantevoli e dell’acqua cristallina. Ma è anche l’isola della cocaina, della mafia e della camorra, dell’abusivismo edilizio e del nero, dei razzisti e dei parassiti, dei radar e dei tumori, del lager nella fossa e dell’indifferenza. Lampedusa è un’Italia in miniatura, affascinante proprio grazie alle sue molteplici sfaccettature e contraddizioni. Invito tutti a venire, è stupenda davvero. Vi chiedo però un favore: spendete i vostri soldi solo nei ristoranti della brava gente, nei b&b delle belle anime, nelle barche dei pescatori onesti e nei bar di chi c’ha ‘r core grosso. A tutto il resto riservategli indifferenza, perché quella si meritano: in molti hanno speculato su date, morti e naufragi, in molti si riempiranno la bocca di aiuti e fratellanza mai vissuti in prima persona, e proprio quelli hanno cavalcato e stanno cavalcando il mito dell’isola dell’accoglienza vomitando odio e ignoranza. Da quando ho portato a galla verità scomode e ho spezzato lance a favore degli ultimi e chi con gli ultimi combatte m’hanno minacciato, insultato, aggredito e esortato a lasciare quanto prima l’isola. Per chi si stesse preoccupando relax, me so tajato e me li so magnati e ricacati ( stiamo parlando di uno sparuto numero di omuncoli e parassiti capaci solo di latrare ). Detto questo me ne vado con dei ricordi stupendi, il sorriso sulle labbra e un cuore gonfio de persone perbene che ho avuto l’onore di conoscere e che spero possiate conoscere anche voi. Ps: non tornerò con Tv al seguito come in molti mi han chiesto, ma lo faccio solo per evitarvi patetiche e ipocrite stese di tappeti rossi su cui i parassiti sperano di salire. Tornerò così come son venuto, da persona comune tra le persone perbene. A presto #Lampedusa

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GIUSI NICOLINI SINDACO LAMPEDUSA

In effetti, i migranti sull’isola quasi non si vedono in una sorta di tacito accordo con gli imprenditori del settore turistico che va avanti già dai tempi di Giusi Nicolini quando gli sbarchi erano 30 volte più di oggi. Qualche migrante lo vedi il sabato sera vicino al Municipio in Via Vittorio Emanuele o alla Chiesa perché lì il wifi prende bene. Gli abitanti di Lampedusa però, con il centro hanno poco a che fare a partire dal sindaco Toto Martello che lamenta di non venire informato su nulla, nemmeno sugli arrivi.

 

CHEF RUBIO

La gestione è in mano a cooperative esterne che cambiano ogni anno. L’ultima, Badia Grande di Trapani, è subentrata alla RTI Nuova Service di Palermo proprio lo scorso 2 agosto. «Con il decreto sicurezza e il minor numero di arrivi - spiega l’ex dirigente Iolanda Aiello - avrei dovuto lavorare part time e non era conveniente». Tra i pochi ad averci messo piede, c’è lo stesso Richard Gere che nel 2016 ne elogiò il clima di accoglienza e ordine. Nello stesso momento però, il collettivo lampedusano Askavusa pubblicava sul web foto che documentavano una situazione di degrado e abbandono. Se rispetto ad allora le condizioni siano migliorate, neanche Martello lo sa. «Sarebbe meglio non propagandare notizie false - scrive a Rubio manuzzella75 - agli “isolati” di quell’avamposto non devi fare nessuna lezione…sono solo stanchi».

rabbit beach, lampedusa, italy

 

La stanchezza di vip e passerelle che «si occupano solo dei migranti» si respira nell’aria. I problemi a Lampedusa sono tanti a partire da quelli di salute, un’esposizione continua a 8 radar e un record di tumori maschili sull’Intera Sicilia. Rosy, ha un’azienda agricola proprio vicina all’hot spot. Dice che i migranti le hanno ammazzato almeno 5 cani, che la sera escono dai buchi della rete del centro e si infilano sotto i cespugli per qualche ora di libertà a bere e fumare. Ci mostra il degrado. Ci sono materassi, coperte e cartoni di vino ovunque.

MIGRANTI SOCCORSO AL LARGO DI LAMPEDUSA

 

L’esasperazione si tocca con mano. Forse non è vero che Lampedusa è diversa dal resto d’Italia. Forse quella posizione geografica che per l’isola sembra un destino, non basta a trasformare l’accoglienza in una missione quotidiana. Secondo Antonino Taranto dell’associazione archivio storico Lampedusa, a parte casi di crisi in cui tutti aiutano o quando il pescatore che veda un uomo in mare lo salva anche a costo di venire accusato di favoreggiamento, in tutta l’isola sono poco più di due i casi in cui i migranti sono rimasti con contratto di lavoro o in affidamento.

 

CHEF RUBIO

Un atteggiamento realista con cui ha cercato di sedare la polemica Giacomo Sferlazzo, portavoce di Askavusa, critico verso le ONG per le politiche neoliberiste di cui si farebbero tramite, ma da sempre aperto ai migranti. «Il nero» ha detto Sferlazzo contro Rubio «non è certo prerogativa di Lampedusa, le brave persone ci sono anche qui». Al tempo stesso però, la stoccata arriva anche ai suoi compaesani perché, dice, «l’immagine dell’isola dell’accoglienza ha fatto comodo a molti ma purtroppo non è reale. Lampedusa ha una serie di problemi irrisolti» scrive in un lungo post «ma non è forse colpa nostra se questi problemi rimangono tali? Vogliamo parlare della militarizzazione dell’isola? Della nettezza urbana? Della produzione di energia elettrica? Sono tutti settori inquinati da poteri torbidi che da anni succhiano l’anima all’isola grazie alla collaborazione di parte della popolazione». Alla fine della chiacchierata, Sferlazzo ha invitato Rubio a firmare la petizione promossa da molte mamme lampedusane per avere un pediatra in pianta stabile sull’isola. Hanno discusso a lungo, ma alla fine Chef Rubio ha firmato.

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