LA PROCURA DI MILANO GUIDATA DA MARCELLO VIOLA E’ IL NUOVO “PORTO DELLE NEBBIE”? – CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE DELL'INDAGINE SULLA COMPRAVENDITA DI UNA VILLA IN VERSILIA DI PROPRIETÀ DEL SOCIOLOGO FRANCESCO ALBERONI, ACQUISTATA NEL 2023 PER 2,45 MILIONI DI EURO DA DIMITRI KUNZ (COMPAGNO DI DANIELA SANTANCHÉ) E LAURA DE CICCO (MOGLIE DI IGNAZIO LA RUSSA) E RIVENDUTA UN'ORA DOPO PER 3,45 MILIONI DI EURO ALL'IMPRENDITORE ANTONIO RAPISARDA – I PM NON HANNO SONDATO LE IPOTESI DI RICICLAGGIO PER QUANTO RIGUARDA RAPISARDA, L'UNICO INDAGATO, E ANCHE QUELLE DI FINANZIAMENTO ILLECITO A FRATELLI D'ITALIA E DI CORRUZIONE IN RELAZIONE AI PARTNER DEI DUE ESPONENTI DEL PARTITO. MA I MAGISTRATI NON HANNO TROVATO RISCONTRI… - DAGOREPORT
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1 - SULLA COMPRAVENDITA DI VILLA ALBERONI I PM DI MILANO: “ARCHIVIATE LE INDAGINI”
A.Sir. per “la Stampa”
Dietro alla plusvalenza di un milione di euro incassata in un'ora dal compagno di Daniela Santanchè e dalla moglie di Ignazio La Russa non ci sono reati. La procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'indagine sulla compravendita di una villa in Versilia di proprietà del sociologo Francesco Alberoni, acquistata nel 2023 per 2,45 milioni di euro da Dimitri Kunz d'Asburgo Lorena e Laura De Cicco e rivenduta un'ora dopo per 3,45 milioni di euro all'imprenditore Antonio Rapisarda.
I pm Marina Gravina e Luigi Luzi, coordinati dall'aggiunto Roberto Pellicano, hanno sondato le ipotesi di riciclaggio per quanto riguarda Rapisarda, l'unico indagato nel fascicolo, e anche astrattamente quelle di finanziamento illecito a Fratelli d'Italia e di corruzione in relazione ai partner dei due esponenti del partito. Tuttavia, dagli accertamenti delegati al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano è stato ricostruito come quel milione di euro, diviso a metà, sia stato utilizzato dalla moglie di La Russa e dal compagno della ministra del Turismo per spese personali.
De Cicco ha restituito i soldi al marito, dal quale le erano stati anticipati i fondi per effettuare l'operazione, mentre Kunz d'Asburgo Lorena ha versato la sua parte alla società Thor a titolo di finanziamento soci, prima di girarli all'Immobiliare Dani Srl, società della compagna, per acquistare quote del locale Twiga a Forte dei Marmi. La richiesta dovrà essere ora valutata dal gip.
2 - LA COMPRAVENDITA DELLA VILLA DI ALBERONI «ARCHIVIATE IL CASO»
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
Il 20 luglio 2022 il sociologo Francesco Alberoni firma un preliminare di vendita della sua villa a Forte dei Marmi al 50% a Dimitri Kunz (compagno dell’allora senatrice FdI e ora ministra del Turismo Daniela Santanchè) e a Laura De Cicco (moglie dell’allora senatore e oggi presidente del Senato Ignazio La Russa) per 2,5 milioni. Due mesi e mezzo dopo, il 7 ottobre, i due familiari dei politici firmano un preliminare di vendita alla società Springstar srl dell’imprenditore Antonio Rapisarda, ma per 3,5 milioni.
I contratti sono perfezionati in un’ora il 12 gennaio 2023. Adesso i pm Gravina-Luzi-Pellicano chiedono l’archiviazione del fascicolo (in cui l’unico indagato per ipotesi di riciclaggio era Rapisarda) scaturito da una «sos-segnalazione di operazione sospetta».
Nell’impossibilità di fissare il «giusto» prezzo per mancanza (per i pm) di perizie sulla villa di Alberoni morto il 14 agosto 2023, la Procura ha escluso fosse un illecito finanziamento a FdI perché la plusvalenza dei familiari dei politici ha avuto destinazioni personali: la moglie di La Russa ha usato la sua metà di guadagno per restituirgli il prestito anticipatole per l’affare, e per spese personali dei figli a Londra; Kunz ha dato (tramite la società Thor) i suoi guadagnati 500.000 euro alla Immobiliare Dani (cioè alla compagna Santanchè) per quote del Twiga.
ignazio la russa con daniela santanche, laura de cicco e dimitri kunz dasburgo a cortina foto chi
Non collegabile è inoltre risultata la nomina pubblica, peraltro priva di anomalie, del genero di Alberoni a direttore generale del Consorzio Reggia e Parco di Monza. E l’assenza di qualunque reato presupposto ha escluso l’idea di un riciclaggio di somme legate in ipotesi alle vicissitudini delle società di Santanchè.


