carlotta vagnoli valeria fonte e benedetta sabene

DIO CI LIBERI DAL FEMMINISMO TOSSICO – LA PROCURA DI MONZA HA CHIUSO LE INDAGINI SULLE ATTIVISTE FEMMINISTE CARLOTTA VAGNOLI, VALERIA FONTE E BENEDETTA SABENE, ACCUSATE DI STALKING PER DUE DIVERSI CASI – PER I PM, HANNO VESSATO UN UOMO, ACCUSATO DI “ESSERE UN MANIPOLATORE E ABUSER”. LA SUA COLPA? AVER PORTATO AVANTI UNA RELAZIONE “NON MONOGAMA” CON UNA LORO AMICA – I MESSAGGI TRA VAGNOLI E FONTE: “GLI FACCIAMO FARE LA FINE DELLA MERDA CHE È”. “CHE SI AMMAZZI CON IL COLTELLO. TI GIURO CHE AVRÀ UNA MORTE SOCIALE, POLITICA CHE NON IMMAGINI”. “LO MUTILIAMO QUESTO COGLIONE” – UNA SECONDA DENUNCIA CONTRO LE TRE È ARRIVATA ALLA SCRITTRICE SERENA MAZZINI PERCHE’…

Estratto dell’articolo di Enrica Riera per www.editorialedomani.it

 

CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE

«Gli facciamo fare la fine della merda che è». «Che si ammazzi con il coltello. Ti giuro che avrà una morte sociale, politica che non immagini». «Lo mutiliamo questo coglione, non ha il senso del pericolo».

 

Le frasi contro A.S. le hanno scritte le attiviste femministe Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte, verso cui la procura di Monza ha chiuso le indagini per stalking. La notifica del 415 bis è avvenuta anche per l’esperta di relazioni internazionali Benedetta Sabene.

 

Sia Vagnoli sia Fonte sia Sabene, nel 2024, vengono denunciate da A.S. per «essere stato vittima del metodo Call Out, studiato e promosso per escluderlo dagli spazi pubblici e lavorativi». L’uomo viene infatti “accusato” dalle attiviste di «essere un manipolatore e abuser». La sua colpa? Aver portato avanti una relazione non monogama.

 

CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE

«Pur non avendo fatto nulla di illegale o contro il consenso – si legge nella corposa querela del denunciante – la conseguenza è una denigrazione sistematica della mia persona nei confronti di una platea di persone attinenti il mio mondo lavorativo o comunque con personaggi di spicco nella televisione e nel mondo dell’informazione».

 

A.S. denuncia dunque «la macchina del fango» scatenata nei suoi confronti da Fonte, Vagnoli e Sabene. Tre attiviste molto note sui social dove parlano principalmente della questione femminista e, nel caso di Sabene, candidata con Michele Santoro alle scorse Europee, di diritti e conflitti internazionali.

 

Oltre a denunciarle A.S. punta più in particolare il dito contro il metodo Call Out. Quello di cui crede essere stato vittima proprio a causa, dicono gli atti, di Vagnoli, Fonte e Sabene. Si tratta di un metodo mirato a distruggere anche a livello professionale una persona.

 

Benedetta Sabene michele Santoro

Il «commando transfem» è il nome della chat in cui compaiono anche Fonte e Vagnoli. Il Call Out sarebbe iniziato lì. «Marca veramente male, lui sarebbe finito e lo sa benissimo. Se scopro che dite cazzate sono cazzi», scrive Sabene a Maria (nome di fantasia), la quale tra l’altro viene accusata dalla stessa Sabene di «aver legittimato un abuser patologico e un bugiardo manipolatore pericoloso per le altre donne».

 

[...]

 

 Inoltre Fonte, dopo che A.S. prova a relazionarsi col Commando Transfem «per spiegare la situazione», è anche l’unica a rispondergli. «Mi obblighi a chiedere un consulto ad un centro antiviolenza. Sei, evidentemente un soggetto pericoloso. Alla prossima mail o messaggio ti mando la polizia».

 

Diversi poi gli episodi allegati alla denuncia. È l’elenco delle occasioni lavorative che l’uomo avrebbe perso dopo i fatti. Un esempio? Pochi giorni prima di un evento A.S. riceve un messaggio «da un relatore dicendo che c’erano dei problemi inerenti alla mia presenza e che era a loro giunta la notizia che io ero un molestatore e un abuser».

 

CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE

Sarebbe stata Carlotta Vagnoli l’autrice della telefonata agli organizzatori dell’evento in questione. È la «morte sociale», a cui le femministe nella chat citata facevano riferimento. Una condizione “giustificata”, secondo l’accusa, dall’aver tenuto un comportamento non monogamo.

 

Ma la procura di Monza ha chiuso le indagini per stalking nei confronti delle attiviste anche per un ulteriore episodio: riguarda la scrittrice ed esperta della comunicazione Serena Mazzini che aveva denunciato Vagnoli e Fonte (non anche Sabene) per diffamazione. Il magistrato, tuttavia, ha riconosciuto anche in questo caso l’ipotesi di stalking.

 

Mazzini era stata ascoltata sui fatti in relazione ai presunti episodi diffamatori subiti da A.S., suo conoscente. Dopodiché, resasi conto che quanto subito da A.S. l’aveva subito lei stessa, aveva deciso autonomamente di denunciare. Quelle denunciate da A.S. sono «le stesse persone che hanno riservato a me, nel mese di giugno 2024, lo stesso trattamento violento e squalificante», si legge nell’atto.

 

Benedetta Sabene

Cosa è successo? Nel mese di ottobre 2023 la denunciante crea un gruppo Telegram. Qualche tempo dopo Fonte la contatta dicendole che l’avrebbe querelata: la donna avrebbe pubblicato nella chat una foto intima di Fonte (e che la stessa Fonte, in base alla denuncia, aveva già pubblicato su Instagram nei contenuti riservati).

 

Da qui il Call Out nei confronti della denunciante. «Venivo descritta come un capo di un gruppo di incel miei adepti, omofobi, transfobici, misogini, adusi alla condivisione di materiale proveniente da casi di revenge porn», si legge ancora.

 

Fonte pubblica anche un post sui social: «Questo call out ha un solo scopo: far vacillare la reputazione di chi gioca con temi molto caldi, razzolando privatamente molto male, per me è sufficiente che la reputazione di questa persona inizi a vacillare». All’invito di Fonte si associano diverse altre attiviste, compresa Vagnoli. Da qui la denuncia.

 

serena mazzini

Oggi il pm Alessio Rinaldi chiude le indagini nei confronti di Sabene, Fonte e Vagnoli per «avere, con condotte reiterate, molestato A.S. e Serena Mazzini, in modo da cagionare loro un grave stato d'ansia, ingenerando nei predetti un fondato timore per la propria incolumità e costringendoli ad alterare le proprie abitudini di vita, mettendo in atto una campagna denigratoria ed offensiva nei loro confronti tesa a ledere e screditare il loro operato mediante chat pubbliche su social network "Instagram" nelle quali accusavano il primo di essere un "abuser" ed un "manipolatore" e la seconda di essere capogruppo di soggetti adepti omofobi, misogini, transfobici e altro dediti alla diffusione di materiale a contenuto sessuale». […]

serena mazzini

Benedetta Sabenecarlotta vagnoli e le molestie nell'indie italiano

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