roberto spada aggredisce l inviato di nemo

OSTIA CRIMINALE E’ MEJO DI UNA FICTION - CON IL CLAN SPADA ALL’ANGOLO, AVANZA IL GRUPPO DEI “NAPOLETANI” GUIDATI DA MARCO ESPOSITO DETTO “BARBONCINO:  PUNTANO AL MERCATO DI COCAINA E ESTORSIONI - NEL 2006 ESPOSITO TENTÒ DI UCCIDERE UN PUSHER CHE NON GLI AVEVA PAGATO UNA PARTITA DI DROGA. IL GIORNO DOPO, IL FERITO CORSE A RECAPITARGLI 15 MILA EURO A DOMICILIO…

Federica Angeli e Enrico Bellavia per “la Repubblica”

 

roberto spada

«Qua nun cambierà mai niente: se so' bevuti gli Spada e due giorni dopo c' erano già ad ogni angolo, a controllare lo spaccio, la batteria dei napoletani, quella de Barboncino». Marco Esposito, nome di battaglia "Barboncino" malgrado il fisico imponente, è uno dei pregiudicati più temuti di Ostia soprattutto - dicono - per la dimestichezza con le armi. Qualcuno sostiene che il soprannome lo deve al suo carattere poco incline all' obbedienza e propenso a fare di testa sua. Requisiti per cui don Carmine Fasciani, il boss di Ostia, lo mise alla porta.

 

ROBERTO SPADA PICCHIA DANIELE PIERVINCENZI

Da quel momento, Esposito ha avviato un percorso che lo ha visto inserito di volta in volta in tutti i clan del litorale - dai Triassi agli Spada con cui, però, dal 2013 è entrato in aperto conflitto. Oggi sarebbe alla guida del gruppo che qui chiamano dei "napoletani". Un appellativo che è il frutto della parentela acquisita di Esposito: la sorella è sposata con uno della famiglia Zagaria, leader dei "casalesi".

 

I business dei "napoletani" non sono solo circoscritti alla gestione di macchinette videopoker nelle sale slot e nelle attività commerciali di Acilia e Dragona, perché nel menu del clan c' è la fornitura di armi per la mala e lo spaccio di stupefacenti.

 

roberto spada

I movimenti della droga sono uno degli indicatori di ciò che si agita nel sottobosco degli equilibri criminali. Gli uomini di " Barboncino" si erano accaparrati il traffico di hashish e marijuana almeno da quando la gestione della cocaina era passata dai Fasciani agli Spada. Adesso con gli "zingari" praticamente all'angolo: le denunce, gli arresti, l'accusa per mafia piovuta su Roberto Spada, confermata ieri dalla Cassazione, per la testata al giornalista Piervincenzi e poi il blitz che ha decimato capi e gregari, la piazza di spaccio è un mercato libero.

 

ROBERTO SPADA CON LUCA MARSELLA DI CASAPOUND

E per agguantare la fetta più allettante, la cocaina, Esposito e i suoi sembrano già attrezzati. "Barboncino" a Ostia Nuova ci abita. La sua casa è in via Mario Ruta 7, di fronte alla pizzeria gestita da Armando Spada e dal figlio Juan Carlos, pure loro arrestati il 25 gennaio per mafia. Ma il suo quartier generale è nell'appartamento della madre, due vie più in là, in via Cagni 28, all'angolo con via Forni, strada che Esposito avrebbe provato a rivendicare già dal 2006.

 

Lì sarebbe la base dei suoi traffici e quella è una delle strade dello spaccio più ambite di Ostia Nuova: lunga, strettissima, con i lampioni che lambiscono i terrazzi. Ai pusher offre l'indubbio vantaggio di non essere sorvegliabile: impossibile per le forze dell'ordine installare telecamere senza essere notati.

ROBERTO SPADA

 

Quella strada però era il regno di Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, uccisi nel 2011 dagli Spada. E fino a quando hanno potuto sono stati Romoletto e Roberto a marcare il territorio tenendo a distanza Esposito. Che ora è pronto ad alzare la testa. Sono i suoi uomini, all' indomani del blitz di gennaio, a presidiare la zona. Con " Oscar il turco", il braccio destro del capo ad assicurarsi che tutto fili liscio.

 

Sulla scalata di Esposito i segnali si moltiplicano: il salto di qualità sarebbe la richiesta di pizzo ai commercianti sotto forma di imposizione di guardianie alle vittime, ramo d'azienda finora appannaggio degli Spada. Di sicuro i "napoletani" fanno paura: nel 2006 "Barboncino" tentò di uccidere, ferendolo con un colpo di pistola, un pusher che non gli aveva pagato una partita di droga. Il giorno dopo, il ferito corse a recapitargli 15.000 euro a domicilio.

 

roberto spada di silvio triassi

Stessa cifra consegnata da due balneari di Ostia. Si erano messi sotto la protezione di Esposito assumendo un suo uomo ma poi avevano dovuto affidarsi agli Spada e per non scontentare " Barboncino" gli pagarono la buonuscita. La rottura della tregua con gli Spada risale al 2013, quando davanti alla sala scommesse di via Casana, Esposito insieme al braccio destro dei Triassi, Fabio Di Francesco, sparò a Ottavio Spada, nipote di Romoletto, dopo essere stato accoltellato. Ed è sempre a " Barboncino" che Romoletto riconduce i due attentati che ha subìto nel novembre 2016 sotto casa sua. Al fratello Roberto che gli chiede chi ci sia dietro sussurra: «La storia di Barboncino e delle pistole ».

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