jeffrey epstein

COME È RIUSCITO UN RAGAZZO CRESCIUTO A CONEY ISLAND A INTORTARE WALL STREET E WASHINGTON? - IL “NEW YORK TIMES” RICOSTRUISCE COME E' DIVENTATO RICCO JEFFREY EPSTEIN, IL MAGNATE PEDOFILO CAPACE DI RIFILARE AGLI ALLOCCONI DEL MONDO DELLA FINANZA UNA QUANTITÀ CLAMOROSA DI FREGNACCE - NEL 1976, DA PROF DI MATEMATICA DELLA DALTON SCHOOL DI NEW YORK, INCONTRA UN DIRIGENTE DELLA BANCA BEAR STEARNS. OSSESSIONATO DAL DENARO, LÌ INIZIA A INTRALLAZZARE ACCREDITANDOSI COME “CACCIATORE DI CAPITALI NASCOSTI” NEI PARADISI FISCALI - IL SALTO DECISIVO È QUANDO RIESCE A CUCINARSI PER BENE LES WEXNER, FONDATORE DI VICTORIA’S SECRET, OTTENENDO UNA PROCURA QUASI TOTALE SULLE SUE FINANZE - CON BILL CLINTON ALLA CASA BIANCA COMINCIA IL BORDELLO...

DAGOSINTESI di www.nytimes.com

 

jeffrey epstein 1

La storia di Jeffrey Epstein comincia nel 1976 quasi per caso, quando il giovane insegnante di matematica e fisica della prestigiosa Dalton School di New York partecipa a un evento in una galleria d’arte a Midtown Manhattan. Invitato dal padre di uno studente, quella sera incontra un altro genitore che, colpito dalla fama delle sue abilità matematiche, gli chiede se abbia mai pensato a Wall Street.

 

ace greenberg

 

 

L’uomo chiama un amico potente, Ace Greenberg, dirigente di Bear Stearns, dicendogli che Epstein sta sprecando il suo talento insegnando. Greenberg lo convoca negli uffici della banca: nonostante Epstein non abbia alcuna esperienza finanziaria e non possieda una laurea autentica, riesce a impressionarlo.

 

Greenberg, che diffida dei percorsi accademici tradizionali e predilige quelli che definisce “P.S.D.” — poveri, intelligenti e animati da un forte desiderio di diventare ricchi — vede in Epstein il profilo ideale. Cresciuto a Coney Island, brillante con i numeri e ossessionato dal denaro fin dall’adolescenza, Epstein viene assunto proprio mentre la Dalton School sta per allontanarlo per scarso rendimento didattico.

 

jeffrey epstein 4

A Bear Stearns Epstein beneficia subito di una protezione informale. Greenberg lo tratta come un protetto e lo invita a cene mondane, facendolo sedere accanto alla figlia Lynne, con cui Epstein avvia una relazione che gli garantisce uno status quasi intoccabile.

 

Quando emerge che ha mentito sul curriculum, dichiarando lauree inesistenti, Epstein ammette l’inganno con freddezza e spiega di averlo fatto perché senza titoli “nessuno gli avrebbe dato una possibilità”. Il suo superiore, Michael Tennenbaum, decide di concedergli una seconda chance. È il primo esempio di uno schema che si ripeterà per tutta la sua vita: Epstein viene scoperto a mentire, confessa senza vergogna e riesce comunque a evitare conseguenze grazie alla sua capacità di manipolare chi detiene il potere.

 

bill clinton jeffrey epstein

Negli anni successivi Epstein cresce rapidamente nella banca. Nel 1980 viene nominato limited partner, con compensi elevati e crescente notorietà. Parallelamente emergono comportamenti sempre più scorretti: abusi dei conti spese, favori a fidanzate con accesso a IPO riservate, prestiti personali in violazione delle regole. Quando Bear Stearns avvia un’indagine interna, Epstein si dichiara “profondamente offeso” e si dimette prima di subire sanzioni gravi. Lascia la banca, ma non Wall Street: i contatti e la credibilità acquisiti diventano il trampolino per la fase successiva.

 

jeffrey epstein 2

Fuori da Bear Stearns, Epstein avvia una serie di operazioni opache e truffaldine. Una delle più importanti è quella ai danni dell’imprenditore Michael Stroll, che gli affida 450.000 dollari per un presunto affare petrolifero.

 

Il denaro scompare e la causa civile si conclude anni dopo con una vittoria di Epstein per motivi tecnici. È un passaggio decisivo: Epstein dimostra di poter sottrarre grandi somme senza pagarne il prezzo. Negli anni Ottanta si costruisce anche la reputazione di “cacciatore di capitali nascosti”, riuscendo in alcuni casi a recuperare fondi offshore per clienti facoltosi. Grazie a questi guadagni, uniti alle truffe, diventa milionario.

 

le connessioni di jeffrey epstein 5

Rientra nell’orbita di Bear Stearns come cliente e intensifica l’uso di giovani donne come leva sociale e professionale, intrecciando relazioni sessuali con assistenti e collaboratrici introdotte dall’ambiente bancario, che utilizza per ricerche, accompagnamento di clienti e costruzione di status.

 

In parallelo si affaccia all’alta società newyorkese: lavora dalle Villard Houses su Madison Avenue, entra nel consiglio della New York Academy of Art e partecipa a eventi mondani con figure dell’establishment culturale e finanziario.

 

Il salto decisivo avviene con Les Wexner, fondatore di Victoria’s Secret. Epstein conquista la sua fiducia insinuando che collaboratori e consulenti storici lo stiano tradendo e ottiene una procura quasi totale sulle sue finanze.

 

Da quel momento inizia a prelevare somme enormi, spesso nell’ordine di decine di milioni di dollari, costruendo un impero immobiliare e uno stile di vita sfarzoso. Ancora più importante, Wexner fornisce a Epstein la legittimazione che gli è sempre mancata.

 

È in questo contesto che Epstein entra nel mondo politico nazionale. Nel febbraio 1993 accompagna Wexner alla Casa Bianca, poche settimane dopo l’insediamento di Bill Clinton. Epstein è diventato un donatore politico e, più avanti nello stesso anno, contribuisce con 10.000 dollari alla ristrutturazione della White House, ottenendo l’accesso a ricevimenti con i Clinton.

jeffrey epstein les wexner

 

Un ruolo chiave lo gioca Lynn Forester, dirigente nel settore delle telecomunicazioni, che Epstein avvicina mentre lei è coinvolta in una complicata separazione dal politico newyorkese Andrew Stein. Epstein si propone come protettore dei suoi interessi finanziari, replicando la stessa strategia usata con Wexner: instillare il timore di essere raggirati e presentarsi come unico salvatore possibile.

 

Forester, nominata da Clinton in una commissione consultiva della Casa Bianca, menziona Epstein al presidente in conversazioni private. Da quel momento Epstein diventa un visitatore abituale della White House, talvolta accompagnato da giovani donne. Nel 1995 Clinton arriva persino a scrivere un biglietto di auguri per la madre malata di Epstein, che lui conserva gelosamente.

 

le connessioni di jeffrey epstein 4

Parallelamente Epstein si apre la strada verso le grandi dinastie americane. Attraverso la J. Epstein Foundation ottiene donazioni milionarie da Libet Johnson, erede Johnson & Johnson, e usa la filantropia come chiave di accesso a istituzioni prestigiose.

 

Dona decine di migliaia di dollari alla Rockefeller University e alla Trilateral Commission, fondata da David Rockefeller, ottenendo in cambio incarichi formali: entra nel consiglio della Rockefeller University e diventa membro della Trilateral Commission. Epstein ospita Rockefeller nella sua casa di Manhattan per incontri riservati su come trasmettere ricchezza e valori alle nuove generazioni e inizia a citare ossessivamente queste relazioni per impressionare banche, regolatori e interlocutori, arrivando a sostenere — falsamente — di gestire denaro dei Rockefeller.

 

In questo stesso periodo Epstein intensifica i legami con il mondo accademico, in particolare Harvard, dove coltiva il rapporto con il professore di diritto Alan Dershowitz. Epstein lo blandisce, lo introduce in ambienti finanziari e usa il peso dei soldi di Wexner per ottenere favori economici indiretti quando un investimento di Dershowitz va male. Questa relazione si rivelerà cruciale: nel 2005, quando emergono le prime accuse di abusi sessuali su una minorenne a Palm Beach, Dershowitz diventa uno dei principali architetti dell’accordo giudiziario che consente a Epstein di evitare il processo federale.

jeffrey epstein eva andersson

 

All’inizio degli anni Novanta entra nella vita di Epstein Ghislaine Maxwell, figlia del magnate dei media Robert Maxwell. Dopo la morte del padre, Maxwell diventa la sua compagna e facilitatrice, introducendolo in ambienti ancora più elitari e svolgendo un ruolo centrale nella sua operazione di traffico sessuale. È in questi anni che Epstein inizia sistematicamente ad adescare, abusare e sfruttare centinaia di adolescenti e giovani donne.

 

Alla fine degli anni Novanta Epstein è ormai immensamente ricco. Acquista Little St. James, un’isola privata nelle Isole Vergini americane, che diventa uno dei luoghi centrali dei suoi abusi.

 

Nel 1999 ottiene dal territorio un regime fiscale estremamente favorevole presentandosi davanti a una commissione pubblica con una biografia romanzata: ex banchiere per scelta, “medico finanziario” dei ricchi, uomo di integrità formato da Wexner e vicino ai Rockefeller. Una lettera di sostegno di un banchiere di Palm Beach lo descrive come “un gentiluomo di massima integrità”. La commissione approva, aggiungendosi alla lunga lista di istituzioni che lo legittimano.

 

le connessioni di jeffrey epstein 3

Il ritratto finale è quello di un manipolatore seriale, non di un genio finanziario né di un misterioso agente segreto. Epstein costruisce la propria fortuna sfruttando ambizione, deferenza sociale e pigrizia morale delle élite finanziarie, politiche e accademiche. Per decenni, banche, miliardari, università e istituzioni pubbliche gli concedono protezione, prestigio e seconde possibilità, rendendo possibile non solo la sua ascesa economica, ma anche una delle più vaste operazioni di abuso sessuale della storia americana recente.

michael tennenbaumsteve bannon - Jeffrey EpsteinJeffrey Epstein - Richard Bransonbill clinton ghislaine maxwell jeffrey epsteinbill gates principe andreadonald trump jeffrey epsteinjeffrey epstein woody allenwoody allen jeffrey epsteinbill gates sull isola di jeffrey epsteindonald trump circondato da ragazzesex toy a casa epsteinwoody allen steve bannonle connessioni di jeffrey epstein 1le connessioni di jeffrey epstein 2

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…