bossetti yara

LA CONDANNA ALL’ERGASTOLO PER BOSSETTI, SCATENA L’INNOCENTISTA LUCA TELESE: “LA PM RUGGERI, CON IL SUO VOLTO AFFILATO E IL TONO SPREZZANTE, HA SEMPRE CONSIDERATO BOSSETTI UN MOSTRO CHE NASCONDEVA SEGRETI ORRENDI” - “FORSE QUESTA SENTENZA STA DIVENTANDO ANCHE UN PROCESSO ALLA MORALE"

Luca Telese per “Libero quotidiano”

 

LUCA TELESE MATRIX CASO YARA BOSSETTILUCA TELESE MATRIX CASO YARA BOSSETTI

«Sono un ignorantone, non sono un assassino». Ha parlato per la terza volta nell' aula di Bergamo, nell' ultimo intervento nel corso del processo, il più importante, il più drammatico. Lo rien ne va plus. Massimo Bossetti ha dato ancora una volta corpo al suo enigma. Ai due personaggi inconciliabili che abitano nel suo corpo come fantasmi, come due caratteri disegnati dal genio giallistico di Alfred Hitchcock: da un lato «Massi», padre amorevole, marito fedele integerrimo, dall' altro «il favola» disegnato dall' accusa, un torbido cinquantenne frustrato sessualmente, perverso, violento e mentitore.

massimo bossettimassimo bossetti

 

E quindi la corte decide, quale di questi due Bossetti è quello giusto. È l'uomo che torna stanco a casa alla sera, così onesto da emettere fattura anche per i lavori che faceva fuori dal suo orario di cantiere, che girava le edicole per comprare le figurine ai figli (la difesa ha prodotto anche gli album in aula), che conduceva la sua ordinaria vita da operaio del nord con un cellulare da 50 euro nel cantiere e uno da 150 la domenica?

 

Oppure è l'uomo inquieto tratteggiato dalla pm Letizia Ruggeri, sessualmente confuso già all' età di 14 anni? Mitomane al punto da inventare continuamente balle sul cantiere, figlio di una donna di facili costumi, su cui leggendo tra le righe del rinvio a giudizio l' accusa getta sospetti invincibili. Bossetti ha mentito fin dal primo interrogatorio, come sospetta la Ruggeri, quando dietro la minuscola bugia sulle lampade abbronzanti nascondeva gli appostamenti per pianificare un delitto?

marita bossetti marita bossetti

 

Oppure, come ha dimostrato la difesa, è un uomo che è stato inchiodato malgrado una deposizione sincera, quella in cui ha ammesso i normali buchi di memoria che ognuno di noi avrebbe avuto a distanza di quattro anni. Questi due Bossetti hanno danzato ieri nel tribunale di Bergamo per l' ultima volta senza mai incontrarsi: se il muratore di Mapello è «il favola» non si capisce come mai, in un periodo di tempo così lungo, non abbia pensato a prepararsi una versione difensiva convincente.

 

letizia  ruggeri pubblico ministero del processo yara bossettiletizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti

Mentre se il «Massi» è sincero è davvero incredibile il calvario che sta subendo. Nel primo interrogatorio, gli vennero imputati come amanti, con una gaffe dell' accusa, i nomi di donna che portava scritti con grafia minuta in un bigliettino piegato e riposto nel portafoglio: «Chi sono queste donne Bossetti? Le sue amanti?» I nomi suonavano in modo terribilmente evocativo: Samanta, Jessica.Era forse il catalogo delle prede del mostro?

 

letizia  ruggeri  pubblico ministero del processo yara bossetti con giampietro lago dei risletizia ruggeri pubblico ministero del processo yara bossetti con giampietro lago dei ris

L' imputato dell' omicidio di Yara riuscì a stupire tutti ridicolizzando questa ipotesi : «Se lei toglie il prefisso 335 al numero che corrisponde a quel nome, scoprirà che è il codice del mio bancomat!». L' interrogatorio divenne duro: «Bossetti, sicuro? Guardi se facciamo quel numero e risponde qualcuno lei finisce nei guai». E lui: «Ma certo. Non lo avete ancora verificato?».

 

Se c'è una cosa che ha veramente appassionato nel confronto tra intenditore ed imputato, è che la pm Ruggeri, con il suo volto affilato e il tono sprezzante, ha sempre considerato Bossetti un mostro, un alato vigliacco che nascondeva segreti orrendi: le ricerche sul computer di famiglia con parole chiave evocative come «vagine rasate», «tredicenne per sesso», «perdere la verginità», diventavano l' antro dello stregone.

il furgone di bossetti analizzato dai risil furgone di bossetti analizzato dai ris

 

Mentre per la difesa non erano tutte navigazioni attribuibili a Bossetti, dovevano essere considerate come le normali curiosità che attraversano gli uomini ordinari nel momento critico della mezza età. E il rapporto con Marita? Per la Ruggeri è la chiave di tutto al punto di giocare nel processo la carta spietata: la rivelazione dei presunti amanti. La pm immagina un Bossetti schiacciato dal carisma di una donna, comandato a bacchetta, che arriva a sequestrare e uccidere una ragazzina perché è un maschio fragile che non riesce a stabilire un rapporto paritario con la sua donna.

il  furgone davanti la palestra di yara che non era di bossettiil furgone davanti la palestra di yara che non era di bossetti

 

E così l'Italia è finita dietro al buco della serratura: facevano sesso tre volte a settimana, a volte quattro. Guardavano film porno per eccitarsi, che sceglieva lei in un rito di intimità e fantasia erotica. Il periodo in cui si sono rotti i rapporti - nessuna chiamata sui tabulati tra i due - può essere la traccia di un turbamento morale dopo l' omicidio?

 

Non ci sono possibilità di contatto tra questi due ritratti, uno demonizzante, quello dell' accusa, uno angelico, quello della difesa. Il padre premuroso che fa i salti mortali per pagare una vacanza, che vende casa per fronteggiare la crisi, che passa in famiglia tutte le sere dal giorno del matrimonio, con l' eccezione delle «cene goliardiche coi coscritti» non ha nessun punto di contatto col morboso killer descritto dall' accusa. In questo processo Bossetti è finito in un tritacarne: abbiamo conosciuto la sua privacy, abbiamo scoperto che ha visto dei porno trovati con la parola chiave «sesso con animali», siamo andati a inseguire le sue notti in discoteca a Sotto il Monte alla fine degli anni '80, abbiamo scoperto che ha fatto il lumacone con una ragazza a cui ha venduto uno specchio con cornice su Subito.it per 15 euro.

yara   gambirasioyara gambirasio

 

Sappiamo che usa la perdita di sangue dal naso come scusa per uscire dal cantiere. Raccontò di aver un tumore e non era vero, di esser stato buttato fuori di casa: secondo l' accusa, un alibi per coprire la sua doppia vita, secondo la difesa uno escamotage per fuggire dal padrone del cantiere.

 

Ascoltando questo lavoro di bisezione, mi sono chiesto più volte, e mi farebbe piacere lo facessero anche i lettori, quante pieghe si nascondono nelle vite di ognuno di noi, se fossero passate con il setaccio di un pregiudizio criminale. Anche la più innocente delle smargiassate diventa una colpa: «Alla visita di leva l' infermiera mi abbassò i pantaloni e mi disse: "però Bossetti che mazza"».

 

Se attribuita al personaggio dell' operaio bergamasco, del padre di famiglia, diventa la più normale delle sparate di un maschio italiano, se immersa invece nel racconto dell' orco, come voleva l' accusa, diventa il picche rivelatore di un malato di sesso che non riesce a trattenersi.

massimo bossettimassimo bossetti

 

campo chignolocampo chignolofurgone iveco di massimo bossettifurgone iveco di massimo bossettiCOPERTINA DI OGGI BOSSETTI YARA GAMBIRASIOCOPERTINA DI OGGI BOSSETTI YARA GAMBIRASIOil furgone di massimo bossettiil furgone di massimo bossettiBOSSETTIBOSSETTIyara gambirasio con le amicheyara gambirasio con le amicheil procuratore capo di busto arsizio francesco dettoriil procuratore capo di busto arsizio francesco dettoriBOSSETTI ARRESTATOBOSSETTI ARRESTATOleggings di yaraleggings di yara

Forse questa sentenza sta diventando anche un processo alla morale, al costume, alla fragilità degli uomini e degli amanti e dei padri, la condanna di ieri indica la direzione del Bossetti mostro, il ritratto che la difesa consegna al processo d' appello, racconta le debolezze di un uomo normale, innocente, distrutto da un' inchiesta senza pietà che viene inchiodato sotto una catasta di indizi traballanti e una perizia sul dna pasticciato come l' esercizio di un bambino alla finale di Masterchef junior.

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…