"COSÌ BUTTAI NEL CESSO LA COCAINA DI MARRAZZO" -  IL CARABINIERE CARLO TAGLIENTE, UNO DEI QUATTRO MILITARI SOTTO PROCESSO PERCHÉ ACCUSATI DI AVERE ORDITO UN COMPLOTTO AI DANNI DELL'ALLORA PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO: "VIDI MARRAZZO CON LA TRANS. ERA SCONVOLTO E CI PREGÒ DI NON PROCEDERE" – “NON ABBIAMO SEQUESTRATO LA COCAINA PER UN GESTO DI COMPRENSIONE NEI SUOI CONFRONTI”

Maria Elena Vincenzi per La Repubblica - Roma

 

PIERO MARRAZZO

Così il carabiniere Carlo Tagliente, uno dei quattro militari sotto processo perché accusati di avere ordito un complotto ai danni dell' allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, ha ripercorso gli istanti di quel blitz di ormai quasi nove anni fa.

 

natalie by gmt mezzelani

Era il 3 luglio del 2009, Tagliente, insieme al collega Luciano Simeone, entrò nell' appartamento in cui il governatore era in compagnia di una transessuale, Natali. Un seminterrato di pochi metri quadrati sulla Cassia, in via Gradoli. I due carabinieri, che avevano avuto la dritta da un loro collaboratore, il pusher Gianguarino Cafasso, filmarono l' accaduto e, secondo l' accusa, lo fecero con il preciso intento di ricattarlo: le evidenze investigative dimostrarono, infatti, nelle settimane successive svariati tentativi di commercializzazione di quel video che immortalava l' allora presidente della regione in compagnia di una trans e di un quantitativo ingente di polvere bianca. Addirittura, il gruppetto in divisa rifiutò una proposta di 400mila euro da un fotografo: secondo loro, era troppo bassa.

appartamento di brenda by gmt mezzelani

 

Simeone era già stato sentito dai giudici esattamente un anno fa, ieri è toccato a Tagliente.

cafasso by GMT

«Marrazzo era sconvolto - ha affermato il carabiniere rispondendo alle domande del pm Edoardo De Santis - Ci ha chiesto, per favore, di non procedere. C' è stata un' opera di convincimento da parte dell' ex governatore e di Natali affinché evitassimo di procedere. Marrazzo chiedeva se ci fossero i giornalisti, fuori. Ci disse che aveva un ruolo, una famiglia e che se lo avessimo portato in caserma l' avremmo rovinato. Noi per paura e per comprensione, perché si trattava di una persona importante, decidemmo di non fare alcun verbale di denuncia. Abbiamo buttato la droga nel water davanti a lui».

PIERO MARRAZZO

 

carlo tagliente foto mezzelani gmt

Ricostruendo le fasi di quella vicenda, Tagliente ha aggiunto: « Ho lasciato il mio numero di cellulare a Marrazzo, su sua richiesta. Lui ci diede un numero fisso, dicendo che avremmo dovuto contattarlo dopo qualche giorno. Probabilmente per far intendere che ci sarebbe stato riconoscente, in qualche modo. Tre giorni dopo - ha concluso il militare - contattammo quell' utenza ma rispose una segretaria. Lasciai di nuovo il mio numero di cellulare ma non venni ricontattato».

Marrazzo in spiaggianataliappartamento di brenda by gmt mezzelanimarrazzo e la moglie robertaNATALIEappartamento di brenda by gmt mezzelani

 

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...