kazakistan kassym-jomart tokayev

COSA STA SUCCEDENDO IN KAZAKISTAN? LE PROTESTE DI PIAZZA SONO INIZIATE IL 2 GENNAIO DOPO CHE IL GOVERNO, POI LICENZIATO DAL PRESIDENTE TOKAJEV, AVEVA BEN PIÙ CHE RADDOPPIATO IL PREZZO DEL GAS GPL, UTILIZZATO DAL 90% DELLE AUTOMOBILI. DA ALLORA LE RICHIESTE ECONOMICHE SONO DIVENTATE POLITICHE IN UN PAESE DIRETTO DALLE STESSE ÉLITE DA OLTRE UN TRENTENNIO. IN QUESTO SCENARIO SI CONSUMA LA GUERRA TRA IL PRESIDENTE TOKAJEV E QUEL CHE RESTA DEGLI APPARATI FEDELI AL SUO MENTORE NAZARBAEV...

 

1 - KAZAKISTAN NEL CAOS «SPARARE PER UCCIDERE» IL SOSTEGNO DI PECHINO

kassym jomart tokajev

Giuseppe D'Amato per “il Messaggero”

 

«Ho dato ordine alle forze di sicurezza di aprire il fuoco senza avvertimento». Così il presidente Kassym-Jomart Tokajev in una dichiarazione televisiva alla nazione. «Dall'estero ha proseguito il leader kazako ci sono stati appelli alle parti ad aprire una trattativa per trovare una soluzione pacifica ai problemi. Ma che sciocchezza! Come si fa a negoziare con delinquenti e assassini?» 

scontri e proteste in kazakistan 13

 

NESSUNA MEDIAZIONE 

In sintesi, nessuna ipotesi di mediazione per mettere fine alle violenze. Anzi, è stata promessa «l'eliminazione» dei «banditi armati», accusati di aver istigato le manifestazioni popolari di protesta. Ad Almaty, la capitale finanziaria della repubblica ex sovietica, secondo Tokajev, ne sarebbero entrati in azione ben «20mila», che hanno agito «in modo coordinato, con un'alta preparazione militare e con cattiveria bestiale». 

 

nursultan nazarbayev vladimir putin

Adesso, secondo le fonti ufficiali kazake, solo ad Almaty rimangono sacche di resistenza. «Lo scontro con loro ha aggiunto Tokajev dovrà essere portato avanti fino alla fine. Chi non si arrenderà sarà eliminato». Il presidente kazako ha poi ringraziato il collega russo, Vladimir Putin, per aver risposto prontamente alla sua richiesta di aiuto, inviando in Kazakistan truppe inquadrate nel contingente di pace del Patto di sicurezza collettiva (Odkv), una specie di Patto di Varsavia a livello ex sovietico. 

 

scontri e proteste in kazakistan 4

Appoggio a Tokajev giunge anche dall'altra grande vicina, la Cina. Il portavoce del suo ministero degli Esteri ha affermato che Pechino «sostiene tutti gli sforzi per risolvere la situazione e si oppone decisamente alle forze esterne che incitano alla violenza e al caos nella regione». Quale «Paese vicino e partner strategico globale la Cina è disposta a offrire tutto il supporto necessario a superare le difficoltà». 

 

scontri e proteste in kazakistan 6

Xi Jinping ha inoltre aggiunto di rifiutare qualsiasi tentativo di provocare disordini e istigare «rivoluzioni». In Occidente vi è, però, grande preoccupazione per quanto sta accadendo in Kazakistan, Paese fondamentale nell'architettura geopolitica asiatica e detentore del 3% delle riserve di petrolio al mondo. 

scontri e proteste in kazakistan 7

 

La diplomazia tedesca in antitesi rispetto a quanto dichiarato dal presidente Tokajev, ha evidenziato che «la violenza non è mai la risposta appropriata». Ecco perché l'Unione europea è pronta a sostenere la de-escalation. L'offerta dei Ventisette è stata fatta dall'Alto rappresentante Ue Borrell al collega kazako Tileuberdi. «È importante ha ribadito Borrell che siano garantiti i diritti e la sicurezza dei civili». Appelli alla calma sono stati lanciati dall'Onu, dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna. 

scontri e proteste in kazakistan 1

 

LE OPPOSIZIONI 

Le opposizioni kazake rigettano l'etichetta di terroriste appiccicate loro addosso dalla dirigenza kazaka. Come si ricorderà le proteste sono state spontanee e iniziate il 2 gennaio nell'Ovest della repubblica dopo che il governo, poi licenziato dal presidente, aveva ben più che raddoppiato il prezzo del gas gpl, utilizzato dal 90% delle automobili. Dopo due giorni manifestazioni popolari di dissenso si sono registrate in numerose città. 

rivolte kazakistan 4

 

Le richieste economiche sono successivamente diventate politiche in un Paese diretto dalle stesse élite da oltre un trentennio. Il padre della Patria, Nursultan Nazarbayev, ha lasciato il potere nel 2019 al suo delfino Tokajev, che tre giorni fa l'ha sollevato dall'ultimo incarico rimastogli, ossia quello di capo del Consiglio di sicurezza nazionale. 

rivolte kazakistan 3

 

Ieri è stato giallo su dove Nazarbayev e la sua famiglia si trovassero: avrebbe lasciato il Paese con le figlie e le loro famiglie. Sempre ieri, ad Almaty si è continuato a sparare in alcune zone della città. Centinaia di persone sono state arrestate. A Bajkonour, il centro spaziale utilizzato dai russi, sono comparsi per le strade mezzi corazzati di Mosca. 

rivolte kazakistan 1

 

Da Parigi, nel frattempo, l'oligarca in esilio, Mukhtar Abljazov, ha rivendicato la guida della protesta. L'ex banchiere e ministro ha invitato l'Occidente a schierarsi contro la Presidenza del suo Paese. Se ciò non avverrà «il Kazakistan si trasformerà in una Bielorussia e Putin imporrà metodicamente il suo programma, ossia la ricostruzione dell'Unione Sovietica». 

 

rivolte kazakistan 2

Abljazov, tra l'altro leader del movimento Scelta democratica, è marito di Alma Shalabaieva, espulsa nel 2013 dall'Italia insieme alla figlia Alua, e al centro di un lungo caso diplomatico con il Kazakistan. 

 

2 - COSÌ IL PRESIDENTE FILOCINESE SPINGE NAZARBAYEV NELL'OMBRA

Anna Zafesova per “la Stampa”

 

Come si chiama la capitale del Kazakhstan? Domanda molto più a trabocchetto di quello che sembra, non solo perché in due secoli ha cambiato nome tante volte - Akmola, Zelinograd, Astana - da confondere chiunque, ma perché da ieri la Tv, riaccesa dopo due giorni di black out, ha evitato di menzionarla se non come «capitale dello Stato». Segnale più inquietante e imbarazzante del "Lago dei cigni" che, trasmesso fuori dal palinsesto alla Tv sovietica, stava a significare la morte di un leader, o un golpe.

nursultan nazarbayev

 

 Dal 2019, la capitale del Paese asiatico porta infatti il nome di Nursultan, "governante luminoso", in onore del suo primo presidente e padre fondatore, Nazarbayev. Un cambio di nome che non era stato gradito da parecchi, simbolo di un culto della personalità di un autocrate che dopo 30 anni di governo si dimetteva dalla presidenza solo per rimanere a sorvegliare il suo delfino Kasym-Zhomart Tokyaev. 

 

Ma soltanto tre anni dopo questo tributo allo Yelbasi, "leader della nazione", Nazarbayev diventa all'improvviso innominabile, e non si sa nemmeno dove si trovi. Visto in pubblico l'ultima volta alla fine di dicembre, a Pietroburgo, al vertice dei leader post sovietici convocato da Vladimir Putin, da allora l'81enne leader ha mantenuto un assordante silenzio, mentre il suo Paese esplodeva in una rivolta sanguinosa. 

 

statua di nazarbayev abbattuta

Voci ad Almaty e Nursultan (che forse non si chiama più così) lo danno per morto, e anzi spiegano che la protesta è stata innescata proprio dalla sua dipartita, tenuta segreta dai clan al potere per spartirsi il bottino. Varie gole profonde l'hanno dato ricoverato in una clinica a Mosca, fuggito in una base militare in Tagikistan, emigrato a Dubai e riparato a Zurigo (città dove la famiglia dell'ex presidente possiede svariati immobili di lusso, così come a Londra e in altre destinazioni prestigiose). 

 

QASYM-JOMART TOKAYEV

L'unico che dice di avergli parlato, ieri, è Aleksandr Lukashenko, non proprio la fonte più affidabile. Ma se esistono dubbi sulla salute fisica dello Yelbasi, le sue condizioni politiche appaiono pessime. Tre giorni fa il suo delfino Tokayev gli ha strappato la carica di capo dell'apparato di sicurezza della repubblica - che l'astuto Yelbasi si era riservato a vita - per subentrargli, ma da ieri il canale televisivo Khabar lo accusa di fatto di essere un «traditore dello Stato». 

 

nursultan nazarbayev

Per ironia della sorte, Khabar è stato fondato dalla potente figlia di Nazarbyaev, Dariga, ed era cruciale nella propaganda del regime di suo padre. Ora trasmette le dichiarazioni di un ex consigliere del presidente su una "congiura" ordita dal Comitato per la sicurezza nazionale - il potentissimo erede del Kgb sovietico - contro Tokaev, con tanto di "campi di addestramento di terroristi nelle montagne" di cui l'intelligence avrebbe nascosto l'esistenza. 

 

La sicurezza era appannaggio di Nazarbyaev anche dopo che aveva smesso di essere presidente, e il Comitato era guidato dal suo fedelissimo Karim Massimov e da suo nipote Samat Abish, entrambi licenziati da Tokyayev tre giorni fa e sostituiti dai suoi uomini. I media kazaki ieri hanno annunciato l'arresto di Abish, successivamente smentito, ma la stagione della caccia alla famiglia non solo politica dell'ex presidente appare ormai aperta. 

scontri e proteste in kazakistan 3

 

Uno scenario che spiega tanti interrogativi dei giorni scorsi, in primo luogo quello sul perché Tokayev ha infranto la regola di tutti i dittatori postsovietici di non chiamare in soccorso i russi: non si fidava degli apparati di sicurezza ancora fedeli al suo ex mentore. Si capisce anche perché all'inizio era sembrato andare incontro alla protesta, invece di aprire il fuoco come aveva fatto Nazarbayev: in molte piazze, richieste economiche e sociali erano state affiancate dallo slogan «shal ket», cacciate il vecchio, e lo scontento può essere stato cavalcato come pretesto per disfarsi dell'anziano leader (e dei suoi oligarchi). 

scontri e proteste in kazakistan 2

 

E si capisce perché Xi Jinping ha applaudito a quello che sembra sempre più un golpe di Tokayev, ritenuto molto filocinese rispetto a un Nazarbaev attento ad avere amici a Est come a Ovest. Una neutralità che una Cina sempre più assertiva non vuole più accettare, commenta Aleksandr Baunov di Carnegie Moscow. Trovandosi in singolare sintonia con Putin, che nel frattempo sta sfidando Washington per riavere le sue sfere d'influenza ex sovietiche.

scontri e proteste in kazakistan 5scontri e proteste in kazakistan 11kazakistan statua di nazarbayev abbattuta 1soldati russi diretti in kazakistan statua di nazarbayev abbattuta scontri e proteste in kazakistan 19scontri e proteste in kazakistan 18scontri e proteste in kazakistan 15scontri e proteste in kazakistan 14scontri e proteste in kazakistan 16scontri e proteste in kazakistan 17scontri e proteste in kazakistan 12scontri e proteste in kazakistan 10almaty kazakistan

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....