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SIAMO DIVENTATI COME IL GIAPPONE: SCOSSE DI TERREMOTO ALL’ORDINE DEL GIORNO - LA SCOSSA DELLE 21.18 È ANCORA PIÙ FORTE DELLA PRIMA DELLE 19.10: 5,9 GRADI, SOLTANTO LO 0,1 IN MENO DI QUELLA DI AGOSTO CHE AVEVA DISTRUTTO AMATRICE, ACCUMOLI, ARQUATA

TERREMOTO:PROT. CIVILE MARCHE, DUE-TREMILA SFOLLATI

(ANSA) - ''Abbiamo qualcosa come due o tremila sfollati, e temo molte più abitazioni inagibili di quelle censite dopo il sisma del 24 agosto''. Lo dice all'ANSA il dirigente della Protezione civile marchigiana Cesare Spuri. ''Fra il gran numero di persone che la notte scorsa ha dormito fuori casa penso ci siano più famiglie con la casa inagibile che sfollati per paura''. ''Dobbiamo capire quali sono le soluzioni alternative per ospitarle, e non credo di possa far ricorso alle tendopoli con l'arrivo dell'inverno''.

 

TERREMOTO:FINORA 200 REPLICHE,30 OLTRE MAGNITUDO 3,0

(ANSA) - Sono state almeno 200 le repliche del terremoto avvenuto alle 19,10 di ieri nella zona fra Perugia e Norcia. "Soltanto quelle registrate a partire dalla 2,00 del mattino sono state 105 e complessivamente sono state più di 30 le scosse di magnitudo pari o superiore a 3,0", ha detto all'ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Le repliche di magnitudo superiore a 4,0 sono sono state tre, tutte nella zona di Macerata.

 

TERREMOTO: UN MORTO PER INFARTO A TOLENTINO

(ANSA) - Un uomo di 73 anni è morto per un infarto a Tolentino, presumibilmente per lo choc provocato dal terremoto. E' la prima vittima 'indiretta' del sisma. Per il momento, secondo il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, Stefano Di Iulio, non si sarebbero vittime per conseguenza di crolli. Sempre a Tolentino un operaio, dipendente di una ditta di surgelati, è rimasto ferito dal crollo di un controsoffitto, riportando ferite lacero contuse alla testa e a una spalla, ma le sue condizioni non sono gravi.

 

Cristina Nadotti per “la Repubblica”

 

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La terra che trema, ancora nel buio, ancora sull’Appennino, sotto la pioggia, a terrorizzare chi vive tra Lazio, Umbria e Marche. Sono le 19.10 quando mezza Italia teme di rivivere un incubo, lo stesso di due mesi fa. A Roma la scossa si è sentita forte e terribile, i vigili del fuoco della capitale sono dovuti intervenire perché in alcuni palazzi si sono aperte crepe e molte persone sono fuggite per strada. Nella sede del ministero degli Esteri è crollato qualche calcinaccio e così la Farnesina è stata fatta sgomberare, il personale si è riunito nel piazzale davanti all’edificio.

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Tutti i dipendenti che si trovavano ancora nel palazzo della Regione sono stati ugualmente fatti allontanare dal palazzo. La gente è corsa per strada ad Ascoli Piceno, i carabinieri della zona si sono coordinati con quelli di Fermo e Macerata per capire cosa stava succedendo e hanno subito avviato i controlli soprattutto sulle strade statali. Molti centri sono rimasti senza luce, cosa che ha aumentato il panico.

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A Perugia hanno temuto di rivivere la tragedia del ’97 e se non si sono precipitati per strada è stato anche a causa del diluvio. A Norcia, fortemente colpita dal sisma di 19 anni fa, duecento persone sono state ospitate in un centro di accoglienza perché non hanno voluto passare la notte in casa. Vicino a Terni la prima scossa si è sentita tanto forte che l’ha avvertita anche chi era in auto, in movimento.

 

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In tutto il centro Italia ci si è chiesti dove fosse il disastro, poiché si era sentito nello stesso modo quando, nel 2006, fu distrutta L’Aquila, dove la scossa era stata di 6,3 gradi Richter. In Abruzzo subito dopo la scossa delle 19 sono partiti i controlli in tutta la regione e nel capoluogo sono state molte le persone che hanno deciso di passare la notte in auto.

 

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Alle 21.18, quando la Protezione civile ha già confermato che non ci sono vittime, arriva un’altra scossa. È più forte ancora della prima, 5,9 gradi, soltanto lo 0,1 in meno di quella di agosto che aveva distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto. Questa volta la sentono fino a Milano e a Venezia, addirittura la terra trema a Trento, ma l’epicentro è sempre lì, tra Umbria e Marche.

 

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Al Nord la paura si prova anche per le tante squadre di soccorso che le regioni hanno mandato nei luoghi del sisma lo scorso agosto: «Ho contattato il coordinatore della missione della Polizia Locale e della Protezione civile di Milano ad Amatrice - scrive su Facebook l’assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Carmela Rozza - Gli uomini e le donne in missione volontaria sono scossi, ma stanno tutti bene».

 

A Pescara il panico si diffonde nello stadio dove si sta giocando la partita di serie A con l’Atalanta. Il terremoto scuote le tribune, molti spettatori scappano e anche i giocatori sono disorientati. L’arbitro interrompe la gara, ma dopo due minuti si torna a giocare in un clima surreale anche a causa di un temporale fortissimo che fa andare via i pochi rimasti.

 

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Intanto la Protezione civile dà notizie più precise sulla situazione: «C’è un solo ferito lieve. All’inizio sembravano due, ma è uno solo. Ci sono poi alcune persone che hanno avuto dei malori». Le squadre di soccorso intanto sono già all’opera a Castelsantangelo e a Camerino, dove alcune persone sono rimaste bloccate. L’emergenza è tenere libere le strade, fare in modo che le squadre possano muoversi senza trovare intralci e non è facile, perché subito dopo il terremoto si sono segnalate file di auto sulla Salaria.

 

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«La parte più delicata è la viabilità - sottolinea infatti Curcio - sconsiglio assolutamente di muoversi. Poi ci sono condizioni meteo difficili, c’è brutto tempo in zona e manca la corrente elettrica». Vigili del fuoco e tecnici hanno già fatto l’indispensabile, ma per accertare davvero cosa è accaduto bisognerà aspettare la luce, nonostante in tutta la zona l’attrezzatura per operare di notte non manchi. «Ci segnalano richieste di assistenza ma non particolari, conferma Curcio - anche se con il buio non è semplice fare valutazioni».

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La paura consiglia a molti sindaci di non fare andare i ragazzi a scuola oggi: tutti gli istituti saranno chiusi in Umbria, ad Ascoli Piceno e Macerata. Scuole e università chiuse anche in Abruzzo, mentre a Roma la sindaca Raggi ha dovuto smentire ufficialmente la notizia, girata su Twitter, che anche nella capitale si fosse decisa la chiusura.

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