saldi

FINITI I SOLDI, DECOLLANO I SALDI – DOPO CINQUE ANNI DI DATI NEGATIVI, I SALDI 2015 DANNO LA MISURA DI UN PAESE ORMAI STRACCIONE: RESSA E SPINTONI NEI MEGASTORE E NEGLI OUTLET PER STRAPPARE AFFARI LOW COST

Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”

 

Saldi all angolo della strada Saldi all angolo della strada

Se gli è avanzato qualche botto di Capodanno, è probabile che li sparino in cielo dal tetto della Reggia Designer di Marcianise, Caserta, per festeggiare il +35% di clienti. In tempi di crisi, è davvero un fuoco d’artificio.

 

Difficile fare di meglio, anche se un po’ dovunque sono gli outlet, dove lo sconto è al quadrato (quello di partenza più quello della liquidazione), i negozi più presi d’assalto dagli italiani a caccia di prezzi stracciati. Ressa e spintoni pure negli altri quattro megastore della McArthurGlen: coda di almeno 4 chilometri all’ingresso di Serravalle, Alessandria (+15%), Pontina intasata per il pellegrinaggio a Castelromano, Roma Sud (+10), parcheggi strapieni al Village di Barberino del Mugello, Firenze (+ 7%, il Tirreno racconta che hanno fatto a pugni per il posto auto) e navette affollate per il Noventa di Piave, Venezia (+20), pochi veneziani, perlopiù serbi, croati e sloveni.

 

E in effetti, dietro questi dati incoraggianti di ripresa c’è il contributo di «tanti turisti stranieri che sono venuti apposta per le feste», spiega Massimo Torti, segretario generale di Federmoda (Confcommercio) che manifesta una prudente contentezza: «Dopo 5 anni di segno meno, le prime proiezioni sono ovunque positive, con una media nazionale del +2%.

saldi 2saldi 2

 

Molto bene a Milano, con un +5 rispetto all’anno scorso, +4 a Venezia, tengono Roma e Firenze (+2), benino Torino, buon risultato a Bari (tra il 2 e il 3%), shopping in salute a Cremona, Ferrara e Mantova, vendite fiacche a Latina e Reggio Emilia». Ma il commercio non se la passa bene. «Nei primi 9 mesi del 2014 su 129.801 negozi, 9.015 hanno chiuso contro i 4.367 che hanno aperto».

 

serravalle outlet serravalle outlet

Non dà cifre ma dati «sentiment» (sugli orientamenti) Roberto Manzoni, presidente Fismo, Confesercenti: «Va meglio del previsto, c’è ottimismo, anche se finora la stagione era stata fiacca. Finalmente se non altro smetterà di scendere il fatturato». Il tutto grazie (purtroppo) all’euro debole che invoglia gli stranieri e al freddo che convince a comprare cappotti e maglioni. Non a Cortina.

 

Nel luxury store Franz Kraler di corso d’Italia, un concentrato di griffe per clienti danarosi, i saldi sono pochi e sottovoce. «Prezzi interessanti», li chiama la titolare Daniela Kraler. «Con cui magari puoi prenderti due pellicce al costo di una, tre cappotti di cachemire anziché uno solo. Ma le nostre vetrine espongono già la collezione primavera-estate».

molfetta outlet molfetta outlet

 

Quelli del Codacons reclamano saldi anticipati, sotto Natale. «Sono vendite di fine stagione e a fine stagione vanno fatte» ribadisce Torti di Federmoda. «I negozi devono poter vendere a prezzo pieno almeno per un buon periodo, altrimenti chiudono. A Londra fanno il Boxing Day? Ma per loro l’inverno è cominciato a luglio».

 

Concorda Manzoni della Fismo: «L’inverno inizia il 21 dicembre, come si può partire con i saldi il 26? Andrebbero fatti a marzo, altroché». Peraltro i grandi magazzini britannici John Lewis stanno pensando di abolire le supersvendite del Black Friday che hanno afflosciato lo shopping natalizio.

 

Nonostante le resse però non ci sono più i saldi di una volta, spiega il sociologo dei media Mario Abis, docente di marketing allo Iulm: «Il consumatore vive in una dimensione scontistica costante, si sposta di continuo alla ricerca della convenienza. Perciò il valore psicologico del saldo è diminuito: un tempo era una festa, oggi è molto più grigio». 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…