biden afghanistan talebani

DOVE LO TROVI UN NEMICO CHE TI LASCIA PURE LE ARMI? LE FORZE TALEBANE TENGONO IN PUGNO L’AFGHANISTAN GRAZIE ALL’ARSENALE DI ARMI AMERICANO, FINITO NELLE LORO MANI DOPO IL RAPIDO CROLLO DELL’ESERCITO NAZIONALE – UN BOTTINO DI CIRCA SETTECENTO TRA HUMVEE, CAMION, SISTEMI DI ARTIGLIERIA E MEZZI CORAZZATI. SENZA CONTARE CHE GIÀ L’8 AGOSTO I JIHADISTI ERANO RIUSCITI A SACCHEGGIARE CENTINAIA DI MILIONI DI DOLLARI TRA DRONI, ARMI E…

Cristiano Tinazzi per “il Messaggero”

 

talebani tradizionali

Il rapido crollo dell'Esercito Nazionale Afghano (Ana), travolto dalle forze talebane, ha lasciato sul terreno una enorme quantità di mezzi, equipaggiamento hi-tech, armi e munizioni in buona parte di produzione statunitense. Le prime avvisaglie di questa debacle si erano già verificate a luglio, quando i distretti più lontani dalla capitale e i posti di confine erano caduti uno dietro l'altro nelle mani della guerriglia.

 

Veicoli e armi di provenienza americana erano stati consegnati direttamente nelle mani dei talebani, quasi senza colpo ferire, dall'esercito afgano. Una investigazione fatta utilizzando fonti aperte in rete aveva permesso di fare una parziale stima del bottino di guerra talebano di luglio: circa settecento tra Humvee, camion, sistemi di artiglieria e mezzi corazzati.

talebani con berretto da baseball

 

L'AEROPORTO All'aeroporto di Kunduz, lo scorso otto agosto, gli jihadisti guidati dal mullah Habaitullah Akhundzada erano riusciti a saccheggiare centinaia di milioni di dollari tra droni, armi e veicoli corazzati, tra cui anche gli Mrap, gli enormi mezzi protetti contro gli ordigni improvvisati (Ied). Durante la presa di Kandahar i talebani hanno preso possesso di due elicotteri UH-60 Blackhawk (probabilmente disabilitati dai piloti prima della fuga). Un funzionario della difesa statunitense, sotto condizione di anonimato, lunedì scorso ha confermato all'agenzia di stampa Associated Press che «è enorme» l'accaparramento da parte dei talebani di equipaggiamento militare fornito da Washington all'Ana.

talebani con look moderno

 

Il presidente statunitense Joe Biden lo scorso quattordici di aprile aveva annunciato di voler posticipare, seppure di poco, il termine entro il quale gli Usa avrebbero dovuto ritirarsi dall'Afghanistan, spostando la data dal primo di maggio (già decisa dall'ex presidente Donald Trump) all'undici settembre, anniversario dell'attacco al World Trade Center. Questo nonostante i suoi analisti avessero dato quasi per certa la caduta di Kabul entro sei mesi. C'era però anche un altro problema da risolvere: garantire lo spostamento di circa settantamila ex collaboratori afghani, insieme alle loro famiglie, negli Usa. Non c'è stato il tempo.

 

I COSTI Gli Usa hanno speso in tutti questi anni circa ottantatré miliardi di dollari per creare un esercito locale e una forza di polizia efficienti. La Nato solo nel 2021 ha fornito settantadue milioni di dollari di forniture e attrezzature. L'ultima consegna è avvenuta lo scorso due agosto. Dal 2007, l'Alleanza Atlantica ha fornito 440 milioni di dollari di equipaggiamenti. I motivi di questo collasso saranno materiale di studio per i manuali militari negli anni a venire.

talebani con occhiali da sole 2

 

Secondo l'ex ambasciatore americano a Kabul Ronald Neumann, intervistato dalla radio pubblica americana Npr, il modo in cui si è attuato il ritiro statunitense, l'esecuzione di quella decisione, «è stato un disastro assoluto dall'inizio alla fine. Avrebbero potuto prendere più tempo. Non avevano alcun piano su come sostenere i militari afgani che stavano lasciando... E abbiamo profondamente scioccato l'esercito afgano e il suo morale ritirandoci e togliendo la nostra copertura aerea». Una stima del 2018 fatta sul parco mezzi dell'Ana, l'Esercito Nazionale Afgano, parlava di una dotazione di circa tredicimila Humvee su un totale di ventiseimila veicoli.

 

i talebani mostrano le armi

 Dall'inizio della guerra, nel 2001, sono stati circa venticinquemila i mezzi trasferiti su suolo afgano. Molti di questi, circa il sessanta per cento, sono oltre il loro stato di servizio e si è calcolato che mediamente si verificavano circa cento perdite a settimana nei periodi più intensi di combattimento. Per l'aviazione così come per i veicoli e le armi più sofisticate, serve una logistica in grado di mantenere tutto efficiente. E questo per i Talebani non è possibile. È improbabile inoltre che abbiano le conoscenze per far funzionare dispositivi tecnici sofisticati come le contromisure elettroniche. L'incognita rimane il Pakistan, che potrebbe fornire loro parte del supporto logistico e delle conoscenze tecniche.

talebani con i sandali con il taccotalebano senza barbaafghanistan talebano armatotalebani con i sandaliafghanistan profughi in fuga dai talebaniafghanistan profughi in fuga dai talebani talebani con berretto da baseball 2talebani con occhiali da sole

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…