
POSSIBILE CHE IN 15 ANNI NESSUNO SI SIA ACCORTO DEL COMPORTAMENTO DEL PRIMARIO DI RADIOLOGIA, EMANUELE MICHIELETTI? – IL MEDICO, LICENZIATO DALLA AUSL DOPO L’INCHIESTA SULLE VIOLENZE IN UN OSPEDALE DI PIACENZA, ERA SPOSATO, AVEVA DUE RELAZIONI EXTRACONIUGALI “STABILI” E PROVAVA AD APPROCCIARSI A QUASI TUTTE LE DONNE CHE ENTRAVANO NEL SUO UFFICIO – MOLTI RAPPORTI ERANO CONSENSUALI, ALTRI, COME DENUNCIATO DA DUE DOTTORESSE, SAREBBERO STATI DEGLI ABUSI SESSUALI – CHI SI SOTTRAEVA ALLE SUE ATTENZIONI, LA PAGAVA CON FERIE CENTELLINATE, TURNI DISAGIATI E…
Estratto dell’articolo di Alfio Sciacca per il “Corriere della Sera”
La sua stanza nel seminterrato dell’ospedale «Guglielmo da Saliceto» è sigillata come le scene del crimine che si vedono nei film. In effetti tutto ciò che ha svelato come si comportava in privato quel primario altamente qualificato e apprezzato da tutti, avveniva oltre quella porta sigillata.
All’interno, nell’intercapedine di una grata del sistema di condizionamento dell’aria, gli inquirenti hanno piazzato una piccola telecamera che ha documentato ciò che succedeva nell’ufficio del primario di Radiologia, Emanuele Michieletti.
Le microspie hanno invece «ascoltato» le conversazioni, le parole con le quali abbordava le donne che «convocava in stanza con l’altoparlante», ma anche i conciliaboli tipicamente maschili in cui si vantava con i colleghi, spesso ammirati della sua prestanza sessuale.
Talmente frenetica da apparire quasi patologica. Il professore Michieletti è un uomo sposato, ma dall’attività investigativa è emerso che avrebbe anche due relazioni extraconiugali «stabili».
Inoltre le microspie e le telecamere hanno documentato ben 32 tra approcci e rapporti sessuali nell’arco di 45 giorni.
«Se si escludono festivi, giorni di riposo e ferie — fa notare una fonte — si può ben dire che praticamente ci provava quasi tutti giorni». Senza fare differenza di età e di mansione delle donne che entravano nella stanza. Nel mirino c’erano indifferentemente donne medico, infermiere o ausiliarie: «Quasi tutte quelle che entravano nel suo ufficio subivano avance, approcci, rapporti sessuali completi». Molti, va detto, erano consensuali. Ma in ogni caso il professore Michieletti avevano finito per trasformare in un’alcova quello che invece dovrebbe essere un luogo in cui organizzare il lavoro del reparto e studiare referti o cartelle cliniche.
E questo sarebbe solo uno scorcio di quello succedeva nel suo studio. Stando all’inchiesta, coordinata dal procuratore capo Grazia Pradella, le condotte di stalking o di molestie sessuali pare andassero avanti da anni. «I primi casi risalgono a 15 anni fa» e si sarebbero ripetuti nel tempo.
Nel reparto di Radiologia […] per gli inquirenti […] ci sarebbe «un clima omertoso». Molti infatti sapevano ma non hanno mai voluto, o avuto la forza, di denunciare un primario considerato potentissimo. Le ritorsioni si traducevano in turni disagiati o ferie lesinate con il contagocce. Solo una dottoressa si è rivolta alla direzione dell’Ausl e poi alla polizia.
Anche un’altra donna l’ha denunciato, salvo poi ritrattare. Nonostante ciò l’Ausl lo ha licenziato per giusta causa, a prescindere da come andrà l’inchiesta. E oggi potrebbe scattare la sospensione dall’Ordine dei medici. […]
(ha collaborato Stefano Pancini).
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