roberto palumbo

È STATO SOSPESO ROBERTO PALUMBO, IL PRIMARIO DI NEFROLOGIA DELL'OSPEDALE SANT'EUGENIO DI ROMA: IL MEDICO È AGLI ARRESTI DOMICILIARI DOPO CHE È STATO ARRESTATO MENTRE INTASCAVA UNA TANGENTE - I PAZIENTI NON HANNO UN BUON RICORDO DEL DOTTORE: "VOLEVA FARMI INGHIOTTIRE DAL BUCO NERO DELLA DIALISI. AVEVA UN ATTEGGIAMENTO DA ROCKSTAR" - SECONDO LE ACCUSA, "SMISTAVA" I PAZIENTI CHE DOVEVANO SOTTOPORSI A DIALISI IN CLINICHE PRIVATE CONVENZIONATE E A LUI "COLLEGATE" (DI UNA ERA ANCHE SOCIO). IN CAMBIO, AVREBBE RICEVUTO COMPENSI MENSILI E VARI BENEFIT: MASERATI, AFFITTO PAGATO, ASSUNZIONE PER LA COMPAGNA (2900 EURO AL MESE) E VARIE CARTE DI CREDITO GRAZIE ALLE QUALI SOGGIORNAVA IN HOTEL A 5 STELLE...

LA ASL ROMA 2 APRE UN FASCICOLO E SOSPENDE IL PRIMARIO ARRESTATO

ROBERTO PALUMBO MENTRE INTASCA LA MAZZETTA

(ANSA) - ROMA, 09 DIC - La Asl Roma 2 ha aperto un fascicolo interno e ha attivato l'ufficio di disciplina nei confronti di Roberto Palumbo, primario di nefrologia dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma. Per il medico, si apprende dalla Asl, è scattata la sospensione obbligatoria dal servizio dal 5 dicembre, ai sensi dell'articolo 51, comma 1, del contratto collettivo della sanità. Palumbo si trova ora agli arresti domiciliari, arrestato in flagranza mentre avrebbe intascato una tangente.

 

"SI ATTEGGIAVA A ROCKSTAR SONO SCAPPATA VIA PERCHÉ NON MI FIDAVO"

Romina Marceca per "la Repubblica - Edizione Roma"

ROBERTO PALUMBO

 

C'è silenzio nel reparto di Nefrologia e dialisi del Sant'Eugenio nel giorno di festa. Alle 17 nella sala del day hospital c'è una donna. Tiene gli occhi chiusi durante il trattamento. I corridoi sono vuoti, la porta del primario Roberto Palumbo è sbarrata. Alcuni pazienti non sapevano che il direttore dell'Unità complessa era stato arrestato e si sono presentati per il colloquio.

 

Il rumore è tutto sui social dove in molti chiedono gli arresti in carcere per il professore e altri lo difendono dopo decenni di cure. Antonella C. ha conosciuto Roberto Palumbo nel 2023 proprio al Sant'Eugenio, era arrivata per una consulenza. Se n'è andata via dieci minuti dopo.

ROBERTO PALUMBO

 

Perché? «Voleva farmi inghiottire dal buco nero della dialisi immediatamente, questo volermi rinchiudere subito mi ha dato fastidio. Subito dopo ho chiesto un consulto a un altro medico e la situazione non era precipitata. Per un anno sono andata avanti senza il trattamento».

 

Cosa non l'ha convinta? «Ero arrivata al Sant'Eugenio perché sapevo che c'era un famoso professionista. Quando sono entrata nella stanza lui era intento a inserire il valore della creatinina in una griglia sul computer e chiedeva aiuto a un collaboratore accanto a lui. Mi sembrava poco al passo coi tempi. Aveva un atteggiamento da rockstar, tipico dei medici negli anni Ottanta».

 

ROBERTO PALUMBO

Cosa ha fatto? «Mi ha fatto raccontare la mia storia di insufficienza renale cronica e terminale. Ha iniziato a scrivere le tappe e l'evoluzione del mio problema, i miei trapianti senza farmi nessuna domanda. Gli ho chiesto se c'erano novità sulla ricerca. E lui ha tagliato corto rispondendomi che era tutto fermo, di perdere le speranze perché la dialisi sarebbe continuata per tanto tempo. Ora capisco il perché di quella risposta. Siamo in 50mila ogni anno a finire in dialisi e la ricerca è ferma. Noi dializzati ci battiamo perché invece si acceleri».

 

Non le ha consigliato una clinica privata? «No, mi ha solo detto che dovevo iniziare subito. Ha firmato il mio racconto e mi ha dato quel foglio. Nessuna visita, nessun consiglio. Gli ho detto che quello che aveva scritto era solo la mia storia. "Ma c'è la mia firma", mi ha detto. È stato indisponente». Ha avuto modo di confrontarsi con altri pazienti in queste ore? «Gli infermieri e i pazienti che conosco in vari ospedali sostengono che dopo la mafia c'è la dialisi, è un business sporco. Un'altra sua paziente mi ha detto che nell'ultimo periodo era sempre nervoso e sempre più altezzoso».

 

QUEL PIGLIO DA ROCKSTAR NEL REPARTO CREATO SU MISURA LA SRL PER COPRIRE LE TANGENTI

Ilaria Sacchettoni per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

 

ROBERTO PALUMBO

Medico e affarista, Roberto Palumbo si divideva tra corsie e srl in cerca di un equilibrio fra dedizione e business. La rockstar della Nefrologia (copyright di un paziente) meditava ormai di abdicare alla prima per dedicarsi al secondo, quando la primavera scorsa venne intercettato dalla magistratura assieme al suo commercialista, mentre progettava la costituzione di una nuova società «finalizzata con ogni evidenza — è l’appunto dei pm — a schermare le illecite dazioni di denaro da parte degli imprenditori compiacenti» (la «Omnia srl» nasce così come collettore di mazzette, mascherata e blindatissima).

 

sant'eugenio

Laureato in Medicina nel 1985, assunto in una struttura pubblica nel 1997, impara presto a destreggiarsi. Più potente che autorevole, più sponsorizzato che referenziato, il professionista viene da lontano. È promosso all’incarico di primario nel 2008, prima ancora che l’ospedale dell’Eur sia organizzato per ospitare i pazienti di malattie renali. L’amministrazione regionale dell’epoca — giunta di centrosinistra guidata da Piero Marrazzo — bandisce la gara per l’incarico dirigenziale al Sant’Eugenio già nel 2008.

 

ospedale sant'eugenio 5

È la svolta: Palumbo entra e di lì a poco verrà creato il reparto di Nefrologia, tirato su grazie anche alle professionalità fuoriuscite da un altro ospedale nel centro storico di Roma, che si era deciso di chiudere, il San Giacomo. È un’operazione «sartoriale» che accontenta il professionista e surroga — pur approssimativamente — la perdita di un centro di eccellenza territoriale.

 

La carriera di Palumbo decolla così sulle ceneri della Nefrologia di Giancarlo Ruggieri, l’amatissimo esperto di patologie renali del San Giacomo, destinato chissà perché a divenire resort lussuoso nel cuore del Tridente. Diciassette anni dopo ritroviamo Palumbo tra i corridoi dell’ospedale della Roma Sud che pianifica una pensione dorata.

 

ospedale sant'eugenio 4

Così, almeno, racconta Annalisa Pipicelli, suo braccio destro, in una (intercettata) conversazione con il marito al quale riferisce i progetti futuri del primario: «Da fuori — spiega — (Palumbo, ndr ) continuerebbe comunque a comandare il Sant’Eugenio perché lascerebbe i suoi...». Pipicelli si rallegra della prospettiva: «Palumbo — prosegue — su tutti favorirà sempre me, però sarebbe il punto focale... perché se Palumbo si sposta nel privato il mondo si sposta nel privato perché lui è il capo del dipartimento più grande d’Europa». Facile intuire come, in questa scalata al potere e ai vantaggi (economici) che può procurare, il paziente fosse ridotto a poco più di un numero. [...]

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