julius evola

EVOLA, IL GURU DELLA TEORIA DELL’ORGIA - IL FILOSOFO INDOTTRINAVA I SUOI ALLIEVI, TRA CUI ANGELO IZZO, IL “MOSTRO DEL CIRCEO”, SULLO STUPRO COME FORMA DI DOMINAZIONE DEL MONDO FEMMINILE - EVOLA ERA ANCHE UN CONVINTO ANTISEMITA: GLI EBREI, IN QUANTO NOMADI E ASTUTI MERCANTI SI ERANO ATTIRATI E CONTINUAVANO A CALAMITARE FORME DI ODIO DA PARTE DEI NON EBREI - NEL 1967 SU “NOI EUROPA”, ORGANO DI ORDINE NUOVO, PUBBLICÒ UNA LETTERA DI RIMPROVERO AD ALMIRANTE PER “UN POCO SIMPATICO CEDIMENTO” NEL CORSO DI UN SUO INTERVENTO TV IN CUI AVEVA RINNEGATO IL RAZZISMO FASCISTA, AL QUALE IL FILOSOFO INVECE ATTRIBUIVA “ANCHE ASPETTI POSITIVI”

Estratto del libro "Uomini contro" (Longanesi) di Mirella Serri pubblicato da “la Stampa”

 

mirella serri foto di bacco (1)

Evola era un guru e una specie di mago. Sapeva catturare i più giovani, farli diventare i suoi cerimonieri e gli officianti dei suoi riti. Chi erano i giovani di destra che frequentavano la casa di Evola in corso Vittorio Emanuele e che ascoltavano le parole del maestro costretto sulla sedia a rotelle? Come nell'Antica Grecia, Evola si poneva come un «saggio» ed ebbe nel novero dei più fedeli e devoti allievi il giovanissimo Angelo Izzo, l'artefice del massacro del Circeo con Andrea Ghira e Gianni Guido, amici e compagni di scuola al San Leone Magno.

MIRELLA SERRI - UOMINI CONTRO

 

Izzo era un Narciso dai grandi occhi sporgenti e dall'eloquio brillante e, grazie all'assidua frequentazione del «maestro», divenne un esecutore delle evoliane teorie dell'orgia, mise in atto la predicazione di Evola dello stupro come forma di dominazione del mondo femminile. Era anche un convinto antisemita.

 

 

Il massacro del Circeo segnò fortemente e drammaticamente la pubblica opinione e servì per cambiare finalmente la legge sulla violenza contro le donne […] Le violenze sessuali erano considerate un delitto contro la morale e il buon costume. Dopo vent'anni di manifestazioni femministe, nel 1996 fu approvata una nuova normativa e lo stupro fu definito un crimine contro la persona.

 

angelo izzo 3

All'epoca del processo la mentalità più diffusa era quella di considerare colpevoli le donne sottoposte a violenza. Le vittime di abusi […] finivano per essere stuprate perché «se l'erano andata a cercare», girando da sole, senza madre, padre o fratelli accompagnatori e ponendosi come prede sessuali disponibili. […] La cultura del Movimento sociale italiano […] non si era molto evoluta dalla fine della seconda guerra mondiale. L'idea della donna subalterna […] era la più accreditata […]: le donne dovevano essere a fianco degli uomini e non avere libertà decisionale.

 

JULIUS EVOLA

Lo sostenevano esplicitamente pure le stesse aderenti al Msi, che portò la prima donna in Parlamento solo nel 1963: fino ad allora le donne si erano riconosciute nell'esclusivo ruolo di solerti mogli, madri, figlie e compagne che accudivano i loro «militanti e guerrieri».

Negli anni Settanta la presenza femminile di destra scoprirà di poter contare e di poter avere una propria autonomia sempre però a fianco del maschio «dominatore».

 

JULIUS EVOLA

Nel 1973 le missine elogiavano il valore dei neorivoluzionari fascisti opponendosi al femminismo: «Alla scostumatezza delle femministe noi contrapponiamo la nostra femminilità intelligente», dichiarava una delle responsabili femminili del Msi […] «La casa è il nostro fortino... il lavoro della donna deve essere assistenziale, prima sposa e madre e poi lavoratrice... il progresso femminile è necessario ma il femminismo è deleterio, importante è la funzione angelica della donna che aiuta il guerriero a riposare».

 

Le fanciulle che aderivano al partito con la fiamma tricolore si autoproponevano come comprimarie […] Evola ribadì a più riprese le sue posizioni a proposito della debolezza intrinseca della donna e della presenza dannosa degli ebrei nel mondo moderno.

JULIUS EVOLA

 

Nel 1967 su Noi Europa, organo di Ordine Nuovo, pubblicò una lettera di rimprovero ad Almirante per «un poco simpatico cedimento» nel corso di un suo intervento tv in cui aveva rinnegato il razzismo fascista, al quale il filosofo invece attribuiva «anche aspetti positivi». Gli ebrei, per Evola, in quanto nomadi e astuti mercanti si erano attirati e continuavano a calamitare forme di odio da parte dei non ebrei: «L'Olocausto non ha avuto quelle dimensioni tradizionalmente evocate: se gli ebrei sono morti, è perché non avevano da mangiare come i tedeschi».

 

Nei campi di concentramento si moriva di fame e magari di malattie da raffreddamento: le camere a gas per Evola non esistevano. Anche le persone di colore erano investite dal razzismo dello studioso romano. Nel 1969 ammonì gli americani che per risolvere il problema razziale potevano sgomberare «dai bianchi uno degli Stati minori dell'Unione per mettervi tutti i negri statunitensi».

julius evola

 

Il teorico della destra estrema […] parlava ai giovani di destra della funzione liberatoria della sessualità nell'orgia. […] Distinguendo tra Eletti e specie inferiori, come le persone di colore, gli ebrei e le donne, il filosofo romano fece da battistrada agli omicidi di Angelo Izzo e di Andrea Ghira.

 

giorgio almirante

L'assassinio era un modo «per procurarsi sangue e feticci che servivano per altre potenti pratiche esoteriche e il sesso un mezzo per ottenere poteri alchemici e per attrarre nella nostra setta uomini potenti e viziosi», spiega Izzo. […] Come racconta Filippo, il fratello di Andrea Ghira, anche in anni successivi i ragazzi che Evola aveva indottrinato con i suoi saggi continuarono ad autodefinirsi patrioti, militanti controrivoluzionari, e a ribadire che non dimenticavano la lezione di Hitler. Erano seguaci pure del nazionalismo di Stalin […]

julius evola

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…