TRADÌ I NOSTRI MARÒ, MARIO MONTI DEVE SPARIRE PER SEMPRE DALLA SCENA POLITICA! – FELTRI CONTRO IL RIGOR MONTIS PER LA SCELTA, DA PREMIER, DI RISPEDIRE IN INDIA I DUE CONNAZIONALI

Vittorio Feltri per “Il Giornale

 

Vittorio Feltri Vittorio Feltri

Lui non se ne sarà mai accorto, però ho sempre avuto simpatia per Mario Monti, se non altro perché a metà circa degli anni Novanta mi invitò nella foresteria dell'università Bocconi per un pranzo - come si dice (con una forzatura) - di lavoro. Parlammo della rava e un po' meno della fava, ma discorremmo a lungo dei problemi di allora dell'Italia, che poi sono gli stessi di oggi. Da quel tempo, il professore ha fatto una carriera della madonna: è stato commissario europeo (su gentile segnalazione di Silvio Berlusconi, ricambiato come noto con un pernacchio dal raccomandato), poi è stato nominato da Giorgio Napoleone Napolitano senatore perpetuo e, in rapida successione, addirittura presidente del Consiglio.

mario monti intervistato da alan friedman 3mario monti intervistato da alan friedman 3

 

Però, mica male per un docente diventato famosino grazie agli articoloni scritti per il Corriere della Sera, di contenuto assai diverso dalle opere che egli ha poi realizzato una volta chiamato a governare.

 

Ma non è questo il tema. Il bocconiano ha un merito che gli riconosco volentieri e pubblicamente: è durato poco, un annetto scarso, all'apice dell'esecutivo. Nonostante la brevità della sua permanenza al vertice del governo, si è assicurato un posto di spicco nella storia del nostro vituperato Paese con una prodezza memorabile: è riuscito a rispedire i marò Massimiliano Latorre (la cui salute è minata da un'ischemia speriamo davvero transitoria) e Salvatore Girone in India, che li aveva illegittimamente arrestati per una sparatoria in cui morirono un paio di pescatori avvicinatisi alla nave che i militari erano incaricati di difendere dai pirati.

Giulio Terzi di Sant Agata Giulio Terzi di Sant Agata

 

Si dà il caso che l'India stessa, consapevole di aver commesso un abuso incarcerando i due fucilieri, avesse concesso loro di rientrare in Italia in permesso premio per ben due volte. Un invito esplicito al nostro Paese a non restituirli ai loro carcerieri: di già che li avete lì, cari italioti, teneteveli e sia finita questa storia assurda. Il ministro degli Esteri dell'epoca, Giulio Terzi di Sant'Agata, mio concittadino nonché diplomatico di lungo corso, mangiò la foglia, anzi tutto l'albero, e brigò per «inventare» la forma giusta allo scopo di garantire a Latorre e Girone il soggiorno definitivo in patria. Scrisse un rapporto impeccabile in cui specificava i motivi per i quali la restituzione dei soldati all'India non era necessaria, anzi inopportuna.

 

Il governo Monti applaudì all'iniziativa del ministro, al punto che il premier si fece fotografare con i prigionieri riconsegnati, in segno di festa per la liberazione. Cribbio. Trascorrono alcuni giorni e l'esecutivo illuminato dalla scienza universitaria del capo bocconiano sorprende il mondo intero compiendo un'indecorosa retromarcia. L'ordine di Palazzo Chigi è perentorio: restituiamo subito i fucilieri all'India in maniera che vengano processati secondo le regole di quel Paese e sia di loro ciò che è giusto che sia.

Salvatore Girone Massimiliano LatorreSalvatore Girone Massimiliano Latorre

 

L'impiccagione? Quel che sarà, sarà. Chissenefrega. L'importante è che i rapporti (commerciali) tra italiani e indiani non siano compromessi da certe inezie che in fondo riguardano due terroni arruolatisi per disperazione e ragioni alimentari. Capito l'antifona? Terzi si dà da fare in nome del governo per scarcerare i prigionieri e Monti si dà da fare per rifilarli ai loro aguzzini. Non mi sembra una bella cosa. Ma il dado è tratto e i poveri cristi rispediti a calci nel didietro in galera. Una vicenda da brividi, di nuovo d'attualità perché Latorre, stressato, impaurito, stanco della detenzione, avvilito da quasi tre anni di lontananza dalla propria famiglia, si fa cogliere da un ictus, fortunatamente non esiziale, ma che costituisce un campanello d'allarme: occhio ragazzo che sei a rischio.

I DUE MARO GIRONE E LATORRE I DUE MARO GIRONE E LATORRE


Nei panni di Monti, davanti a una notizia simile, avrei scavato una buca e lì mi sarei nascosto senza alcuna intenzione di riemergere. Lui invece se ne è sbattuto e non ha proferito una parola. Ci auguriamo che abbia taciuto per imbarazzo, ben sapendo di essere responsabile della puttanata sopra narrata. Il problema comunque per Latorre e Girone non cambia. Essi, in salute o malati, sono laggiù tra le grinfie degli indiani grazie a italiani più indiani degli indiani. Tutti se ne fottono dei marò comandati di svolgere una missione perfettamente eseguita, ma finita male perché i loro referenti si nascondono dietro un dito e non li difendono.

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone Massimiliano Latorre e Salvatore Girone


Che razza di gente siamo noi che sventoliamo ogni due minuti il tricolore e cantiamo Fratelli (o fardelli) d'Italia in piazza e nei cortili maleodoranti del potere, salvo scaricare due connazionali tra i pochi ad avere adempiuto al proprio dovere? Ma andate tutti in mona, come si dice in Veneto, e non fatevi vedere più in giro, né in Senato né altrove.

 

 

Ultimi Dagoreport

giulio berruti maria elena boschi

L’INIZIO DELLA STORIA TRA L’ONOREVOLE MARIA ELENA BOSCHI E GIULIO BERRUTI, DENTISTA-ATTORE, È STATO FELICE, ALLIETATO DI SGUARDI ADORANTI SOTTO I FLASH DI “CHI”. L’INTRECCIO È CONTINUATO PER CINQUE ANNI TRA QUADRETTI FAMILIARI LIALESCHI PIENI DI BUONA VOLONTÀ MA SEMPRE PIÙ CARICHI DI TENSIONI. SAPPIAMO CHE NON C'È PIÙ GRANDE DOLORE, A PARTE I CALCOLI RENALI, DI UN AMORE FALLITO. QUINDI, ANNUNCIAMO COL DOVUTO RISPETTO, CHE È SCESO DEFINITIVAMENTE IL SIPARIO SULLA COPPIA BOSCHI E BERRUTI. BUONA FORTUNA A TUTTI...

conte appendino taverna bettini fassino roberto fico lorusso

INVECE DI COMPORTARSI DA "LADY MACBETH DEI MURAZZI", QUALCHE ANIMA PIA RICORDI A CHIARA APPENDINO CHE DIVENTÒ SINDACA DI TORINO GRAZIE NON SOLO AI GRILLONZI MA SOPRATTUTTO ANCHE AI TANTI VOTI DEL CENTRODESTRA CHE, DETESTANDO FASSINO, VOTARONO LA SPILUNGONA - QUELLA MIRACOLATA DELLA APPENDINO SI DEVE SCIACQUARE LA BOCCA PRIMA DI PARLARE DI GOFFREDO BETTINI COME “IL MALE DEL M5S” PERCHÉ, COME DICE CONTE, MERITEREBBE “UN MONUMENTO”– LO SCAZZO CON LA TAVERNA CHE LE HA RICORDATO COME SE FOSSERO STATE IN VIGORE LE REGOLE DI GRILLO “LEI NON AVREBBE AVUTO CARICHE…”

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...