orson wells in italia alberto anile

IL FILM MANCATO DI ORSON WELLES: ERA BASATO SULL’ENRICO IV DI PIRANDELLO! - IL PROGETTO E' STATO RITROVATO DI RECENTE: UN DATTILOSCRITTO DI 170 PAGINE, CHE POTREBBE RISALIRE AL 1951, IL CUI TITOLO E' "MASQUERADE" - ALBERTO ANILE: “SE IL DRAMMA DELLA FOLLIA ERA IN PIRANDELLO LEGATO AL TRADIMENTO AMOROSO, LA VERSIONE DI WELLES RIGUARDA I TRAUMI LEGATI ALL’INFANZIA. NELLA SECONDA METÀ IL COPIONE SI ASSESTA SUL CONFRONTO PADRE-FIGLIO. E IL REGISTA EBBE CON SUO PADRE UN RAPPORTO A DIR POCO IRRISOLTO CHE…”

Estratto dell’articolo di Alberto Anile per “la Repubblica”

 

orson wellEs

Orson Welles ha parlato solo una volta del suo progetto dall’ Enrico IV di Pirandello. A Peter Bogdanovich, e con evidente soddisfazione: «Ci ho passato dei mesi su quella sceneggiatura. Se mai desiderassi pubblicarne una, vorrei che fosse quella...».

 

Ignorata o sottovalutata da quasi tutti gli studiosi, era ormai data per smarrita. In realtà una copia (messami generosamente a disposizione dal regista Emiliano Campagnola) esiste ancora, ed è un ritrovamento eccezionale di cui diamo qui conto per la prima volta.

 

Si tratta di un dattiloscritto di circa 170 pagine, in inglese, con rare annotazioni a mano. Non ha data, anche se è presumibile che risalga al 1951. Il titolo è Masquerade , seguito dalle indicazioni «A screenplay by Orson Welles » e, più in basso tra parentesi, «Based on a theme by Luigi Pirandello». L’idea di fondo, diversi personaggi e anche alcune battute sono infatti tratte letteralmente dal dramma di Pirandello, ma dentro Masquerade c’è molto altro.

orson wellEs in italia alberto anile

 

L’ambientazione è l’Adriatico, al largo di Bari, sulla piccola isola immaginaria di Illyria. Come in Pirandello, il protagonista ha smarrito la ragione in seguito a una grande festa in maschera, dopo la quale ha continuato a vivere con le stesse regali vesti indossate al ricevimento.

La giovane Frida che nell’Enrico IV si prestava a “guarire” il folle è qui Lise, un’attrice sedicenne in fuga dalla madre, una Contessa italiana il cui amante è il Conte Sandro Belcredi, proprietario dell’isola di Illyria, affittata all’“ imperatore” perché ne faccia il suo regno personale.

 

Ma il vero motore di Masquerade è il personaggio del padre, assente nel testo pirandelliano. Nello script si chiama James J. Hamsun. È lui ad avere provocato la “follia” del figlio, calandogli in testa un candelabro in ottone massiccio durante la fatidica festa in maschera. Il litigio fra padre e figlio sembra essere stato causato da antichi dissapori familiari, una separazione fra i genitori della quale il vecchio Hamsun ha almeno una parte di responsabilità.

 

luigi pirandello

[…] se il dramma della follia era in Pirandello legato al tradimento amoroso, la versione di Welles riguarda i traumi legati all’infanzia. Nella seconda metà il copione si assesta infatti decisamente sul confronto padre-figlio.

 

L’Imperatore finisce per aggredire il genitore e fugge credendo di averlo ucciso. Quando si rende conto che il vecchio Hamsun è ancora vivo, lascia a Lise una lettera in cui annuncia il suo suicidio.

 

Molti film di Welles si concludono con la morte del protagonista ma pochi con un suicidio. Giusto l’ Otello e Mr. Arkadin , cioè proprio la pellicola girata prima e quella girata dopo la scrittura di Masquerade . […]

 

alberto anile

Con la figura del padre, Orson ebbe un rapporto a dir poco irrisolto. All’età di sei anni assistette al litigio dopo il quale i genitori si separarono, mentre l’amante di mamma, il dottor Maurice Bernstein, diventava una sorta di genitore adottivo e, insieme, il peggior nemico di papà Welles. Il quale si lasciò lentamente andare sprofondando nell’alcolismo. Orson ha più volte sostenuto di sentirsi responsabile della morte del padre, avvenuta quando lui aveva quindici anni;

orson wellEs jane bown 

 

il referto segnala malattie legate all’alcolismo ma Welles ha adombrato un tentativo di suicidio che sarebbe stato sollecitato dal suo rifiuto di vederlo negli ultimi sei mesi. Una condotta che, pur dettata dal tentativo di frenare l’alcolismo del genitore, ha sempre considerato «inescusabile». Né il ricorso alla psicoanalisi avrebbe potuto sbarazzarlo del senso di colpa. Come disse a Barbara Leaming, «non voglio perdonarmi. Ecco perché odio la psicoanalisi. Io penso che se sei colpevole di qualcosa devi conviverci».

[…]

 

orson wellEs foto di terry oneill

È una sceneggiatura appassionante, sorprendente, complessa. Trattandosi di un regista come Welles, è impossibile immaginare con quale stile e quali modifiche sarebbe stata realizzata se si fosse fatto avanti un produttore lungimirante. Masquerade rimane comunque soprattutto il film (mancato) in cui Welles si mette più a nudo, negli angosciosi traumi famigliari e in relazione al proprio credo religioso, due argomenti sui quali in vita ha scelto di rivelare il meno possibile.

luigi pirandello Orson Welles PAUL RONALD LA RICOTTA PASOLINI 5Orson Welles Orson Welles luigi pirandello LUIGI PIRANDELLO luigi pirandello 2

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…