LA FOLLIA DEI PRO-PAL NON CONOSCE LIMITI: ORA METTONO LA KEFIAH PERFINO AD ANNA FRANK - SCATENA UN PUTIFERIO L'OPERA DELL'ARTISTA ITALIANO COSTANTINO CIERVO, ESPOSTA AL MUSEO DI POTSDAM, IN CUI VIENE RAFFIGURATA LA RAGAZZINA SIMBOLO DELL'OLOCAUSTO CON IL COPRICAPO ARABO INDOSSATO COME SCIARPA - L'AMBASCIATA ISRAELIANA A BERLINO DEFINISCE L'OPERA "UNA DISTORSIONE ANTISTORICA, DELEGITTIMAZIONE DI ISRAELE E RELATIVIZZAZIONE DELL'OLOCAUSTO..."
Anna Frank CON LE KEFIAH - OPERA DI COSTANTINO CIERVO - 1
(ANSA) - Nel quadro si vede Anna Frank con una kefiah palestinese, seduta ad un tavolo, che usa un tablet: è l'opera dell'artista italiano Costantino Ciervo al museo Fluxus+ di Potsdam nell'ambito della mostra "Il paradosso della somiglianza nel conflitto mediorientale" nella quale sono esposti altri nove quadri di Cervo.
L'idea è quella di "una reinterpretazione pittorica del ritratto di Anna Frank, raffigurata qui mentre scrive il suo diario (iPad), ma con indosso una kefiah palestinese: una sovrapposizione di due memorie collettive, la Shoah e la Nakba, che si fondono in un unico atto visivo di accusa e riflessione etica", si legge sul sito di Ciervo.
L'immagine ha destato numerose polemiche e secondo l'agenzia di stampa Dpa se ne sta occupando persino la procura a seguito di una denuncia. L'ambasciata israeliana a Berlino ha definito l'opera "una distorsione completamente antistorica, delegittimazione di Israele e relativizzazione dell'Olocausto", aggiungendo che "Ciervo delegittima l'insegnamento tratto dalla Shoah e allo stesso tempo legittima il terrore di coloro che vogliono cancellare lo Stato democratico di Israele.
Anna Frank CON LE KEFIAH - OPERA DI COSTANTINO CIERVO
Vuole suggerire come gli ebrei siano i nazisti di oggi". In risposta alla controversia, alla fine di novembre il museo, che ha deciso di non rimuovere l'opera, ha affisso accanto al quadro di Anna Frank una dichiarazione in cui si legge, tra l'altro: "Il suo ricordo come vittima dell'Olocausto non solo rappresenta la memoria della Shoah, ma diventa un simbolo universale di condanna della violenza".
Secondo la Dpa una soluzione potrebbe essere stata individuata nella decisione di esporre, oltre al quadro, anche un testo con le critiche mosse dalla comunità ebraica locale.