spea engineering ponte morandi atlantia

UNA TRAGEDIA CHE SI POTEVA EVITARE: GIÀ NEL 2016 TUTTI SAPEVANO CHE IL PONTE MORANDI CADEVA A PEZZI - IN 42 AUDIO INASCOLTATI SPUNTANO GLI ALLARMI LANCIATI NELLE RIUNIONI TRA I MASSIMI DIRIGENTI DI "AUTOSTRADE PER L'ITALIA" E DELLA CONTROLLATA SPEA ENGINEERING: UN ANNO E MEZZO PRIMA DEL CROLLO SI PARLAVA DI TIRANTI "IN GRAVE STATO DI CORROSIONE" - IL PERICOLO FU TACIUTO E IN ALCUNI CASI LE RELAZIONI VENIVANO "AGGIUSTATE"...

Matteo Indice per "La Stampa"

 

crollo ponte morandi

Le riunioni tra i massimi dirigenti tecnici di Autostrade per l'Italia e della controllata Spea Engineering sono state registrate clandestinamente da due dei partecipanti per un anno, 42 volte tra la fine del 2016 e la conclusione del 2017, quindi prima del crollo del Ponte Morandi.

 

le carcasse delle auto sotto il ponte morandi

In più summit si fa riferimento esplicito all'avanzato stato di corrosione dei tiranti del viadotto collassato il 14 agosto 2018 a Genova (43 vittime) e si profilano gravi rischi per la tenuta dell'infrastruttura. Ecco perché gli audio rappresentano secondo la Procura una delle prove-cardine sulla consapevolezza dei pericoli e sul fatale rinvio delle manutenzioni da parte di Aspi.

 

ruspe al lavoro per spezzare i blocchi del ponte morandi

In altre occasioni emergono la cronica sottostima della pericolosità di altri ponti (dettaglio che ha dato il là a un'inchiesta autonoma in Toscana) e le anomalie in diversi tunnel. I colloqui sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza nei «device», dispositivi elettronici, di due degli oltre 70 indagati per il disastro di tre anni fa, accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, crollo doloso e attentato alla sicurezza dei trasporti.

 

soccorsi dopo il crollo del ponte morandi

Marco Vezil, ex responsabile verifiche tecniche di Spea, ha registrato 38 incontri; Massimiliano Giacobbi, ex direttore tecnico della medesima Spea, 4 appuntamenti ai quali Vezil non era presente. Ciascuna registrazione, si scopre oggi, ha durata variabile, fra una o due ore complessive, talvolta frammentata in segmenti da 20-30 minuti.

 

Le riunioni si tenevano perlopiù nel centro direzionale Aspi di Campi Bisenzio (in provincia di Firenze appunto, motivo per cui una parte delle segnalazioni è stata inoltrata ai magistrati toscani) e il numero dei partecipanti era sempre piuttosto ristretto, da 3-4 a un massimo di 10.

 

MICHELE DONFERRI MITELLI

Il personaggio-chiave, presente a quasi tutti i colloqui, è l'ex supercapo nazionale delle manutenzioni di Autostrade, Michele Donferri Mitelli, indagato per il massacro di Genova e in altri filoni collegati. L'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, a sua volta inquisito, viene evocato più volte ma non è fisicamente in sala, mentre in un'occasione si sente la voce di Carmelo Gentile, docente del Politecnico di Milano, che realizzò una consulenza allarmante sul viadotto.

 

giovanni castellucci con il plastico del ponte morandi a porta a porta 1

L'elemento più interessante, si rimarca fra gli investigatori, è rappresentato dalle ricorrenti discussioni sul progetto di retrofitting del Morandi. È il restauro eseguito negli Anni 90 su uno solo dei tre piloni principali e sarebbe dovuto partire - tardivamente - nell'autunno del 2018 sugli altri due, a chiosa di un iter a dir poco tortuoso.

 

una veduta del moncone del ponte morandi da una finestra di via fillak

È in quei frangenti che emergono le preoccupazioni diffuse sull'avanzamento della corrosione, con oltre un anno e mezzo di anticipo sulla strage. La matrice primaria del crollo, secondo i periti del tribunale, è infatti il cedimento d'uno «strallo», uno dei tiranti diagonali che dalla sommità delle pile scendevano fino all'impalcato (la strada) sorreggendola.

 

il crollo del ponte morandi

L'anima in acciaio, circondata dal calcestruzzo e quindi non visibile dall'esterno, si è progressivamente deteriorata, fino a spezzarsi e a generare l'effetto domino che ha disintegrato l'opera. Ai problemi degli stralli si fa cenno in modo esplicito durante i meeting, e in un paio di circostanze le considerazioni sono pesantissime. Un altro aspetto rischiarato dalle intercettazioni clandestine (il principale autore, Marco Vezil, viene definito dagli ex colleghi «un animale che non butti giù nemmeno se gli spari») è la cronica sottovalutazione dei livelli di rischio sui viadotti diversi dal Morandi.

 

elicoidale ponte morandi

Tra gli scambi più illuminanti ne viene allegato uno del 24 ottobre 2017, captato di nascosto con uno smartphone. Donferri detta la linea e chiede di rivedere il voto assegnato a una serie d'infrastrutture: «Cosa sono - dice - tutti 'sti 50 (il numero indica un coefficiente di rischio, più alto è e più urgenti sono le manutenzioni da eseguire, ndr)? Me li dovete togliere... Adesso riscrivete e fate Pescara (il rimando è a un viadotto nella zona, ndr) a 40... il danno d'immagine è un problema di governance».

 

il ponte morandi nel video girato da un drone 9

In quelle conversazioni emerge inoltre come Donferri avesse obiettivi di risparmio legati a una maxi-operazione finanziaria del gruppo, la cessione d'un pacchetto azionario da 1,49 miliardi.

ponte morandiil nuovo video del crollo di ponte morandi 6il nuovo video del crollo di ponte morandi 3demolizione ponte morandi 6LA DEMOLIZIONE CONTROLLATA DEL PONTE MORANDIcamion basko ponte morandicamion basko ponte morandicamion basko ponte morandiLA DEMOLIZIONE CONTROLLATA DEL PONTE MORANDIdemolizione ponte morandi 5frame del video della guardia di finanza sul crollo del ponte morandi di genovaponte morandi

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