QUANTI JIHADISTI CI SONO IN AUSTRALIA? - GLI ATTENTATORI DI BONDI BEACH SONO DUE PACHISTANI: NAVEED AKRAM, 24 ANNI, E SUO PADRE SAJID, DI 50 - HANNO APERTO IL FUOCO CONTRO LA FOLLA RADUNATA SULLA SPIAGGIA DI SYDNEY PER FESTEGGIARE L’HANNUKAH, UCCIDENDO ALMENO 15 PERSONE – NON È CHIARO SE I DUE ABBIANO AGITO DA SOLI O PER CONTO DI CELLULE TERRORISTICHE (PER GLI 007, I DUE ERANO LEGATI ALL'ISIS): NEGLI ULTIMI TEMPI IN AUSTRALIA CI SONO STATI DIVERSI EPISODI RICONDUCIBILI ALLO STATO ISLAMICO – IL 24ENNE È STATO FERMATO DALL’INTERVENTO EROICO DEL FRUTTIVENDOLO AHMED EL AHMED, CHE HA DISARMATO IL TERRORISTA – ALL’INIZIO NETANYAHU SI E' CONGRATULATO CON “L’EBREO CHE SI È AVVENTATO SULL’ASSASSINO”: NON SAPEVA CHE L'EROE FOSSE MUSULMANO… - VIDEO
Selute To This Brave Man Who Snatched The Gun From Terrorist And Saved Hundreds Of Innocent Lives During Hanukkah Festival In Bondi Beach, Sydney, Australia. In Terror Massacre Atleast Ten People Died. pic.twitter.com/yDfBullkiA
— Always_Raj (@Tiger71450423) December 14, 2025
MEDIA, 'PER I SERVIZI GLI AUTORI DELLA STRAGE DI SYDNEY ERANO LEGATI ALL'ISIS'
Il padre Naveed Akram aveva un porto d'armi
(ANSA) - ROMA, 15 DIC - I due uomini autori della strage ieri a Bondi Beach, il padre e figlio Said e Naveed Akram, avevano giurato sottomissione all'Isis nel 2019, ma malgrado ciò, Naveed aveva un regolare porto d'armi. Lo scrive l'emittente australiana Abc, citando il servizio d'intelligence interna di Canberra Australian Security Intelligence Organisation (Asio). ABC ha appreso che gli investigatori ritengono che gli uomini armati avessero giurato fedeltà al gruppo terroristico dello Stato Islamico, del quale sono state trovate due bandiere sull'auto usata dai terroristi.
L'Asio si è interessata a Naveed Akram sei anni fa, dopo che la polizia aveva sventato i piani per un attacco terroristico dell'Isis, ed era legato a Isaak El Matari, il quale - scrive ancora Abc - "sta scontando sette anni di carcere per aver pianificato un'insurrezione dell'Isis in qualità di autoproclamato comandante australiano del gruppo terroristico. Abc scrive infine che, dei due terroristi di origine pachistana, il padre Naveed, era detentore di un porto d'armi regolare, malgrado il precedente di sei anni fa. Il Primo Ministro Anthony Albanese, scrive Abc, ha confermato che Naveed Akram è venuto a conoscenza dell'Asio per la prima volta nell'ottobre 2019 ed è stato indagato per un periodo di sei mesi, ma è stato valutato che non rappresentasse una minaccia.
1 - GLI ATTENTATORI E LE INDAGINI. AKRAM, EX OPERAIO E IL GENITORE CON 6 ARMI IN CASA LA SCIA DI ALLARMI E I SEGNALI IGNORATI
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"
Padre e figlio che sparano sulla folla inerme, il coraggio di un passante che ha strappato l’arma all’omicida e una serie di segnali che dovevano indurre le autorità a una maggiore vigilanza. […] C’è questo nell’eccidio antisemita di Bondi Beach, in Australia.
Ancora una volta il terrorismo ha preso di mira un evento religioso: in questo caso la ricorrenza ebraica di Hanukkah celebrata all’aperto e dunque in una zona di facile accesso. […] Per la polizia ad aprire il fuoco sono stati due pachistani: Naveed Akram, 24 anni, e suo padre Sajid di 50. Il primo — rimasto ferito — faceva l’operaio ma aveva perso il lavoro da alcuni mesi, alle spalle studi religiosi.
Il genitore, invece, era fruttivendolo e possedeva almeno sei armi: è morto nella sparatoria. […] Vedremo se si è trattata di una iniziativa autonoma o se i due di Bondi Beach hanno avuto qualche suggeritore. C’è poi il contesto generale. L’Australia è teatro da tempo di violenza, con il ricorso a tattiche diverse e motivazioni non sempre nette. Negli ultimi anni si sono verificati attacchi con coltelli, gesti individuali di lupi solitari. C’è chi ha ucciso perché odiava le donne e chi ha pugnalato un vescovo «assiro» durante una messa.
Con l’inizio della guerra a Gaza sono aumentati gli episodi anti-ebraici. Ed è così che è emerso il link iraniano: un individuo, con precedenti per reati comuni alle spalle, è stato reclutato dai servizi segreti degli ayatollah al fine di compiere attacchi. Una storia che ha portato, in agosto, all’espulsione dell’ambasciatore della Repubblica Islamica. A questo tassello si sono aggiunti gli avvisi da parte del Mossad sul pericolo di altre azioni.
In parallelo è rimasta la componente vicina allo Stato Islamico. Se andiamo più indietro, troviamo la presenza di cellule del Califfato in Australia: una di queste, composta da fratelli e cugini di origine libanese, aveva progettato di nascondere bombe in tritacarne e in bambole per farle esplodere a bordo di aerei tra i passeggeri. Un gruppo guidato da remoto, da un capo in Siria.
Ma sempre in Australia sono apparse, in storie completamente diverse, figure instabili, simili agli stragisti senza ideologia americani: ecco la scorreria in un centro commerciale. […] Nel nostro continente sono frequenti le provocazioni contro comunità religiose, profanazioni che aprono ferite utili per alimentare l’odio. E non è detto che ad innescarlo siano solo i fuochi mediorientali..
2 - IL FRUTTIVENDOLO ARABO CHE HA BLOCCATO UNO DEI TERRORISTI «AHMED È UN EROE»
Estratto dell’articolo di Greta Privitera per il "Corriere della Sera"
Sbuca dal nulla, Ahmed el Ahmed. Da un parcheggio trasformato in avamposto per mirare con più precisione ai bersagli in riva al mare, l’Oceano Pacifico. Sono dieci minuti che due terroristi — un padre e un figlio — sparano indisturbati a uomini, donne e bambini ebrei radunati a Bondi Beach, la spiaggia più famosa di Sydney, in Australia, per la festa religiosa di Hanukkah, la festa delle luci.
uomo disarma terrorista a bondi beach 2
Ahmed […] si avvicina con cautela alle macchine, sgattaiola tra due vetture parcheggiate e con straordinario coraggio si scaglia alle spalle di un terrorista. Gli strappa il fucile dalle mani, lo fa cadere a terra e gli punta l’arma contro. Ahmed non spara. Appoggia il fucile a un albero mentre l’assassino fatica a rialzarsi e barcollando raggiunge l’altro attentatore — il padre — che si trova su un ponticello a pochi metri. Il video si ferma.
Il resto viene raccontato: il secondo terrorista spara ad Ahmed due volte e lo colpisce alla mano e al braccio. In una foto, lo vediamo a terra, la maglietta bianca intrisa di sangue e l’espressione serena, nonostante abbia appena rischiato la vita. Tra le braccia di un altro passante, attende i soccorsi.
«È la scena più incredibile che abbia mai visto — commenta Chris Minns, primo ministro dello Stato del Nuovo Galles del Sud. Un uomo che si avvicina a un uomo armato che aveva sparato contro la comunità e, da solo, lo disarma, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella di innumerevoli altre persone. È un vero eroe e non ho alcun dubbio che, grazie al suo coraggio, questa sera ci siano moltissime persone ancora vive».
[…] Passa qualche ora e si scopre che l’uomo coraggioso è Ahmed el Ahmed. Ha 43 anni, è padre di due bambini ed è il proprietario di un negozio di frutta e verdura nel sobborgo di Sutherland, a 26 chilometri da Sydney. Ma soprattutto si scopre che Ahmed è arabo e, scrivono alcuni giornali australiani, musulmano. Musulmano come i due terroristi. […] Da questo momento, parte la «guerra all’appropriazione dell’eroe».
Benjamin Netanyahu si congratula per «l’eroismo ebraico al suo livello più alto. Ho visto un video di un ebreo che si avventava su uno degli assassini». Sui social, qualcuno fa girare la notizia che si tratta di un cristiano maronita, altri scrivono che l’uomo di Bondi Beach non si chiamerebbe Ahmed ma Edward Crabtree, ingegnere informatico, con tanto di intervista dal letto di ospedale. Contemporaneamente, gira la smentita: quel sito è stato creato dall’AI e fa disinformazione.
ahmed el ahmed disarma naveed akram
L’unica, vera, intervista rilasciata è quella del cugino di Ahmed, Mustafa: «Ahmed è stato operato, ma i medici hanno assicurato che si riprenderà presto». Mustafa spiega che il cugino non ha alcuna esperienza con le armi: «È un eroe, speriamo che presto stia bene». […]
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attentatore spara sulla folla a sydney
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