matteo salvini palestina palestinesi milano

“GLI ISRAELIANI HANNO PROBLEMI MENTALI E DOVREBBERO ESSERE TUTTI IN MANICOMIO” – A MILANO, QUALCHE ORA DOPO IL CORTEO CONTRO IL PATRIARCATO, C’È STATA LA SOLITA MANIFESTAZIONE PRO-PALESTINA, CON UNA RAGAZZA IN KEFIAH CHE SUL PALCO SI È MESSA A URLARE SLOGAN CONTRO ISRAELE - SALVINI HA ABBOCCATO E HA CONDIVISO IL VIDEO, SOSTENENDO CHE PROVENISSE ALLA MANIFESTAZIONE DELLE FEMMINISTE  – LA (PARZIALE) CORREZIONE DI ROTTA DI “NON UNA DI MENO” SULLA MANCATA CONDANNA DEGLI STUPRI DI HAMAS E LA TENSIONE IN PIAZZA PER LE BANDIERE PALESTINESI - VIDEO

 

 

 

1. SALVINI POSTA IL VIDEO DI UN PRESIDIO PRO GAZA IN CUI SI OFFENDE ISRAELE: “E’ LA PIAZZA DEL CORTEO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE”. MA ERANO DUE APPUNTAMENTI DIVERSI

Estratto dell'articolo di Ilaria Carra e Massimo Pisa per www.repubblica.it

 

RAGAZZA CON LA KEFIAH ARRINGA LA FOLLA CONTRO ISRAELE ALLA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA A MILANO

“Usare la piazza che si riunisce contro la violenza sulle donne per insultare il popolo israeliano. Che vergogna”. Il ministro e vicepremier Matteo Salvini posta sui suoi profili social un video di una manifestazione di palestinesi pro Gaza che si è svolta oggi a Milano – ed è ormai un appuntamento fisso del sabato pomeriggio – in cui si vede una ragazza, il viso coperto dalla kefiah e bandiere palestinesi intorno, che usa espressioni offensive nei confronti di Israele, gridando che “gli israeliani hanno problemi mentali e dovrebbero essere tutti in manicomio”.

 

Peccato che il ministro confonda, o per lo meno lasci nel dubbio, due manifestazioni diverse avvenute a distanza di poche ore nello stesso posto. Perché nessuna delle forze dell’ordine che hanno fatto servizio di piazza durante la manifestazione del mattino ha visto quelle immagini rilanciate da Salvini.

 

LA CARD DI SALVINI SULLA RAGAZZA IN KEFIAH A MILANO

Il presidio contro la violenza sulle donne e per il no al patriarcato […] si è tenuto questa mattina in largo Cairoli, davanti al Castello Sforzesco, dalle 11 alle 13 circa. […] Due ore dopo, alle 15, poco distante da lì, […] era invece in programma il presidio "Per la Palestina contro il sionismo e la sua violenza Ora e sempre Resistenza!”.

 

Ed è lì che da un camion imbandierato, alcuni esponenti della comunità palestinese hanno preso la parola. Tra loro, appunto, una giovane donna – Dawoud Falastin, figlia di un esponente di spicco dell’Associazione palestinesi in Italia – che ha gridato: “Pensavano di poter prendere gli ostaggi con la forza, invece hanno fatto come volevano i palestinesi, hanno dovuto fermare i bombardamenti e i massacri per avere i loro prigionieri.

 

BANDIERE PALESTINESI ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO IL PATRIARCATO A ROMA

Ma poi ragazzi non offendetevi, li avete visti i giovani palestinesi e li avete visti i loro prigionieri? Sembrava avessero liberato una casa di riposo. Ieri sono usciti nostri ventenni e trentenni, giovani con una forza enorme, Israele ha paura dei giovani palestinesi, ha paura dei festeggiamenti, qua siamo a livelli di problemi e di malattie mentali, Israele è malato, gli israeliani sono malati, dovrebbero essere tutti in manicomio”.

 

2. A ROMA SIMBOLI PRO PALESTINA NEL CORTEO TENSIONI TRA MANIFESTANTI

Estratto dell’articolo di Valeria Costantini per il “Corriere della Sera”

 

manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 9

Ci sono anche le bandiere palestinesi tra le migliaia che sventolano nel fucsia della manifestazione contro la violenza sulle donne a Roma. Un corteo trasversale che vuole unire, ma diviso sul tema della guerra in Israele. Ci sono stati anche attimi di tensione quando, […] tra le manifestanti c’è stato chi ha chiesto di rispettare la mobilitazione apartitica.

 

Maya Issa, presidente del movimento degli studenti palestinesi, ha anche denunciato un’aggressione: «Una donna mi ha chiesto di togliere la bandiera — racconta —, quando ho detto no, me l’ha strappata, mi ha dato calci e urlato terrorista».

 

manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 27

Tutto inizia con l’associazione promotrice del corteo, Non una di meno , che sulla sua piattaforma si schiera con la Palestina, parlando di genocidio da parte di Israele. La polemica divampa immediata, un caso che rischia per molti di spostare l’attenzione dal fenomeno dei femminicidi.

 

«Chi si mobilita contro la violenza sulle donne non può tacere sugli stupri di Hamas, sulle donne ebree aggredite» l’accusa di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma. Da Non una di meno la precisazione: «Siamo contro uno Stato colonialista che invade Gaza, non contro le donne israeliane». E poi […] il nuovo tentativo di spiegarsi. «Diamo solidarietà anche alle donne israeliane […]. Abbiamo citato la Palestina perché è in atto una feroce aggressione ai civili. […] La guerra è l’espressione più alta del patriarcato. Dove lo stupro viene usato per il controllo. E questo è stato certamente fatto da Hamas, ma anche da altri eserciti. Come il nostro in Somalia».

manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 25

 

A ricordare le donne israeliane vittime di violenza, è stata invece la Comunità ebraica di Roma, lontana dalla manifestazione. «Il silenzio è complice», questo il nome dell’installazione creata all’ex Ghetto per denunciare «l’indifferenza sulle violenze perpetrate dai terroristi palestinesi contro le donne. «È come se il Me too per le israeliane non ci fosse. […] “Faremo rumore”, ma qui il rumore non c’è stato», ha sottolineato con rammarico la vicepresidente della Comunità ebraica della Capitale Antonella Di Castro.

manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 8manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 3elly schlein alla manifestazione contro il patriarcato a roma manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 22manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 18manifestazione contro la violenza sulle donne e il patriarcato a roma 24

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO