sposa bambina

GLI ORCHI DI ALLAH – A PADOVA UNA BIMBA MUSULMANA DI 9 ANNI DATA IN SPOSA AD UN UOMO DI 35, ANCHE LUI MUSULMANO – LUI NON ASPETTA LE NOZZE, LA VIOLENTA E LA MANDA IN OSPEDALE CON UN’EMORRAGIA – A DECIDERE IL FUTURO DI UNA BAMBINA SONO DUE FAMIGLIE, A TAVOLINO

 

Gabriele Pipia per il Messaggero

 

ABUSI SUI MINORI

Sposa-bambina, molestata, abusata sessualmente. Vittima non solo della cieca violenza di un uomo, ma anche e soprattutto di un orribile disegno molto più grande di lei. La protagonista di questa terribile storia è una bimba di nove anni, di religione musulmana, che vive da tempo con la propria famiglia nel Padovano.

 

L'altro protagonista, l'orco finito nella rete dei carabinieri, è un uomo di 35 anni sempre di fede musulmana. Tutto nasce, come da tradizione per questo tipo di cultura religiosa, nell'ambito di un classico matrimonio combinato. 

 

LA DECISIONE

I colpi di fulmine, gli innamoramenti passionali e la volontà di costruire passo dopo passo una vita insieme? Nemmeno per sogno. A decidere il futuro di una bambina, iscritta ancora alle scuole elementari, sono due famiglie, a tavolino. E così, mentre le sue compagne di classe giocavano ancora con le bambole e al massimo sognavano di incontrare il principe azzurro, per lei il futuro era già scritto. È stata data in sposa dalla famiglia ad un uomo molto più grande di lei (26 anni in più, per l'esattezza), che senza aspettare la sua maggiore età ha approfittato di lei. 

 

LE LESIONI

abusi minori

L'uomo, infatti, avrebbe messo in atto violenze vere e proprie, visto che la bambina un giorno si è addirittura presentata in pronto soccorso con un'emorragia. I medici hanno capito presto di cosa si trattava, perché quelle lesioni erano inequivocabili. Un fascicolo è aperto in Procura: il Codice penale italiano parla chiaro e questa è una chiara violenza su minore. Resta da capire se oltre all'uomo potrebbero passare seri guai giudiziari anche i familiari della bambina.

 

Hanno in qualche modo favorito che il trentacinquenne avesse un approccio fisico con la loro figlia? Sapevano di quelle molestie oppure erano all'oscuro di tutto? I carabinieri si sono immediatamente attivati per fare luce sulla vicenda, ricostruendo non solo gli abusi di questo futuro marito, ma anche il percorso che ha portato a ciò. La bambina, scioccata, ha raccontato molti particolari che potranno rivelarsi decisivi per inchiodare l'uomo di fronte alle sue gravissime responsabilità. 

ABUSI MINORI 2

 

Da un lato il profilo investigativo e giudiziario, dunque, e dall'altro quello puramente umano. Perché quella bambina avrà bisogno di un lungo percorso di sostegno, con psicologi ed altri esperti, per superare un trauma che rischia di segnarla per tutta la vita. La piccola è stata accolta in un centro d'ascolto, aperto un anno fa da club Soroptimist e carabinieri di Padova, nella sede del comando provinciale. Dentro una delle stanze la bambina ha raccontato i propri incubi e i propri tormenti.

 

IL SOSTEGNO

Proprio oggi pomeriggio alle 14.30 l'Università di Padova ospiterà un convegno sul tema della violenza sulle donne in cui sarà dato ampio spazio al progetto Una stanza tutta per sé promosso da Soroptimist e carabinieri in tutta Italia. 

SPOSE BAMBINE

 

Al comando di Padova le stanze dedicate sono due, una per le donne e una per i minori che subiscono due tipi di violenze: non solo quelle dirette, come nel terribile caso sopra descritto, ma anche indirette, per esempio quando rimangono orfani dopo un episodio di femminicidio e suicidio. Le vittime arrivano dopo essersi rivolte al centro anti-violenza, ai servizi sociali del Comune oppure direttamente ai carabinieri, visto che nel 90% dei casi presentano formale denuncia ai militari.

 

Qui dentro troviamo sia donne italiane che donne straniere, in egual misura. Diversa nazionalità e spesso diverse culture, ma una comune paura: quella di trovarsi ancora una volta nella morsa di un uomo violento. 

VIOLENZA BAMBINI

 

È per questo motivo che nel 30% dei casi scatta anche il regime di protezione, che prevede un alloggio per le donne in un indirizzo sconosciuto, in modo da tenere lontano i molestatori. «Vogliamo diffondere una cultura della denuncia - dice Patrizia Agnello, presidente del Soroptimist di Padova - perché molte donne arrivano in ospedale e non hanno nemmeno il coraggio di raccontare cosa hanno subìto veramente». 

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