fortini raggi rifiuti

LE GRANDI PULIZIE DELLA RAGGI - IL "SIGNORE" DELL’AZIENDA RIFIUTI DI ROMA DANIELE FORTINI HA LE ORE CONTATE - EX DIRIGENTE DEL PCI-PDS-DS, IL CAPO DI AMA ERA UN DRAGO A TRATTARE CON I POLITICI. NESSUNO FINORA ERA RIUSCITO A CACCIARLO: PER UN MOTIVO SEMPLICE. HA FATTO IL POLITICO PER UNA VITA

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

FORTINIFORTINI

 

Oggi il signore dell' azienda dei rifiuti di Roma, Daniele Fortini, dovrebbe lasciare la poltrona da presidente dell' Ama, occupata da quando lo ha chiamato l' allora sindaco Ignazio Marino a fare le grandi pulizie a Roma. È una notiziona. Non il fatto che sia stato licenziato: basta vedere la situazione dei rifiuti della capitale di Italia, il cumulo di spazzatura che nelle foto ha fatto il giro del mondo sputtanando la città eterna, la rabbia dei cittadini che pagano la tassa dei rifiuti più alta d' Italia non avendo nulla in cambio.

 

RAGGIRAGGI

Chiunque sarebbe stato messo alla porta al posto suo. La notizia è che qualcuno per la prima volta sia riuscito a mettere alla porta Fortini, facendo inforcare il suo vecchio scooter Yamah con il foglio di via firmato: Virginia Raggi, il giovane e inesperto nuovo sindaco della capitale.

 

AMA RIFIUTIAMA RIFIUTI

Fino ad oggi Fortini più che un manager era un tutt' uno con le poltrone che occupava: una sorta di propaggine fisica, ed era difficilissimo, quasi impossibile separare l' uomo dal posto in cui sedeva. Ne sa qualcosa Luigi De Magistris che quando per la prima volta divenne sindaco di Napoli, si trovò Fortini incollato alla poltrona da amministratore delegato dell' Asia, l' azienda locale dei rifiuti. Lo era fin dal 2008, quando Napoli era sommersa dai rifiuti e scandalo davanti a tutto il mondo.
 

Deve essere una costante: chiami Fortini ad occuparsi di rifiuti, e lui si inventa migliaia di discariche a cielo aperto: quelle dei cassonetti sotto casa tua. De Magistris ovviamente disse: basta con questo andazzo sui rifiuti, qui faccio la rivoluzione. E la fece: si tenne Fortini, che era il vero uomo forte in azienda, e sostituì il povero presidente con una nomina di gran spolvero, come quella del guru dello smaltimento rifiuti, Raphael Rossi.

 

DANIELE FORTINI 2DANIELE FORTINI 2

Sei mesi dopo Rossi ovviamente entrò in contrasto con Fortini, uno che non ama la condivisione né dei poteri né della ribalta mediatica. Finì col povero presidente rimandato a casa colpevole di nulla, e Fortini più forte di prima incollato a quella poltrona.
 

Il manager che la Raggi finalmente riesce a scollare da un suo incarico, è sempre stato un drago a trattare con i politici. Per un motivo molto semplice: ha fatto il politico per una vita.

 

RIFIUTI ROMARIFIUTI ROMA

Dirigente addirittura del Pci e poi del Pds-Ds a Grosseto, poi Firenze, poi Roma. Consigliere comunale per dieci anni ad Orbetello (1978-1988) e per due anni (1984-86) pure sindaco, approfittando dell' arresto del suo predecessore, anche lui del Pci. Consigliere comunale a Signa 5 anni (1990-95), e da lì in poi la più naturale delle carriere mnanageriali in società pubbliche nei comuni rossi che il compagno Fortini si era costruito grazie al lungo cursus honorum all' interno del partito comunista e dei suoi eredi.

 

Uno abituato ad avere tutto per diritto politico, e che infatti quando ora per la prima volta non lo ottiene, quasi impazzisce. Come definire altrimenti la reazione di un manager che quando viene sostituito dall' azionista grida al golpe? Eppure questa è stata la reazione di Fortini quando ha capito che qualcuno aveva deciso di sciogliere la colla che ne faceva un tutt' uno con la poltrona dell' Ama. Allora lui ha cominciato ad accusare tutto e tutti di delitti terribili.
 

RAGGI 2RAGGI 2

Nel mirino ovviamente la nuova assessora all' Ambiente, Paola Muraro, che era stata sua apprezzata consulente all' Ama. E che ora lui accusa di ogni nefandezza del mondo: dice che ha un amico dentro l' Ama (cioè l' azienda dove Fortini aveva poteri assoluti) pluri-indagato. Accusa la Muraro di avere perfino ricevuto un compenso lavorando come consulente per quella azienda.
 

Aiuta i vecchi compagni di partito a canterellare lo slogan dell' assessora da un milioncino di euro, perché la Muraro tanto (ma lordo) avrebbe incassato per il suo lavoro in 12 anni. Fortini dimentica per altro di dire di avere consulenti da un milione di euro, ma in un anno. Come l' avvocato Gianluigi Pellegrino che quella cifra ha incassato nel solo 2015 e l' avvocato Damiano Lipani che l' ha ottenuta a cavallo fra il 2014 e il 2015.
 

Sulla Muraro si sono scatenati i bazooka politici, pensando sia il fianco molle del Movimento 5 stelle, e avendo capito assai poco di quel partito (che se si accorgesse di avere sbagliato nomina, semplicemente tornerebbe indietro senza timore di riparare così a un suo sbaglio). Lei si è difesa sotto un assedio mai visto inanellando qualche gaffe, certo.
 

RIFIUTI ROMARIFIUTI ROMA

E ha pure mostrato di non essere un drago in matematica, dividendo il suo compenso medio annuo di 90.880 euro e facendolo diventare di 76 euro al giorno, come se ogni anno fosse fatto di mille giorni (la cifra giusta era di 248,98 euro lordi al giorno).
Intendiamoci, la Muraro deve rispondere di quello che fa e ha fatto come tutti i politici. Ma prima di mettere davanti a lei il plotone di esecuzione seguendo le suggestioni di un manager-politico che non vuole abbandonare la sua poltrona, vediamo come lavora sui rifiuti di Roma. E poi, se sarà un disastro, saremo i primi ad infilzarla.

FORTINI RAGGI RIFIUTIFORTINI RAGGI RIFIUTIRAGGIRAGGI

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?