TANTO PAGA PANTALONE - GRAZIE AI PRESTITI GARANTITI DALLO STATO, BANCA PROGETTO POTEVA GARANTIRE UN FIUME DI DENARO VERSO UNA GALASSIA DI SOCIETÀ DI SCARSA O NULLA CONSISTENZA PATRIMONIALE - LA SOCIETÀ AVEVA IN PORTAFOGLIO 1,5 MILIARDI DI EURO DI CREDITI DETERIORATI, CHE SARANNO COMPRATI DA "AMCO", SOCIETÀ CONTROLLATA DAL TESORO - I SOLDI PRESTATI VENIVANO UTILIZZATI PER SCOPI DIVERSI DA QUELLI PER I QUALI ERANO STATI CONCESSI (COME L'ACQUISTO DI QUOTE DI SOCIETÀ DI CALCIO...)
INDAGINE SUI PRESTITI SOSPETTI, ECCO LA RETE ROMANA DI BANCA PROGETTO
Estratto dell’articolo di Vittorio Malagutti per “Domani”
Un fiume di denaro, in totale oltre 80 milioni, da Banca Progetto verso una galassia di società di scarsa o nulla consistenza patrimoniale. Eppure, tutte beneficiarie di prestiti approvati dai manager al comando dell’istituto di credito. È quanto emerge dalle carte d’indagine della procura di Roma, che mercoledì 3 dicembre ha disposto una raffica di perquisizioni in abitazioni private e uffici.
Sono 51 in totale gli indagati e l’elenco comprende il banchiere Paolo Fiorentino, amministratore delegato di Banca Progetto fino al febbraio scorso, e Simone Giacomini, noto alle cronache come il fondatore di Stardust, la cosiddetta fabbrica degli influencer poi ceduta al gruppo editoriale Gedi, e anche di Bazr, piattaforma digitale di commercio online che l’estate scorsa ha tra l’altro siglato un accordo con la Lega Calcio.
Come ricostruito da Domani in un articolo del maggio scorso, Bazr nell’aprile 2024 ha assunto come direttore generale Alessandro Onorato, assessore ai Grandi eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma. Sei mesi fa Onorato ha poi annunciato di aver dato le dimissioni dall’incarico e non è coinvolto nell’indagine.
L’inchiesta della procura capitolina ricostruisce una serie di prestiti sospetti, concessi «in violazione di ogni criterio di valutazione del merito creditizio». Prestiti quasi tutti assistiti da garanzia pubblica, quella del Mediocredito Centrale, ed erogati per conto del ministero delle Imprese e del made in Italy.
Le carte d’indagine su Banca Progetto, commissariata in primavera da Banca d’Italia per gravi irregolarità, descrivono un sistema ben oliato che ha garantito profitti milionari ad affaristi e mediatori vari. Tra questi ultimi c’è anche Andrea Centofanti, fratello del più noto Fabrizio (estraneo all’inchiesta) a suo tempo salito alla ribalta delle cronache per la vicenda dell’ex magistrato Luca Palamara.
Centofanti, secondo i pm, ha svolto il ruolo di consulente in gran parte delle società finanziate, mentre la moglie Ida Ruggiero, agente di Banca Progetto, avrebbe incassato («locupletato», si legge nel decreto di perquisizione) provvigioni pari a 30 milioni.
La lista degli indagati comprende anche l’avvocato romano Giuseppe Rappazzo, azionista insieme a Centofanti della società Race Advisory. Quest’ultima controlla l’intero capitale di Rome Communication, a sua volta beneficiaria di un fido 3 milioni di Banca Progetto, utilizzato, segnalano gli investigatori, per comprare una partecipazione del 6,7 per cento della società quotata in Borsa Class editori.
[...]
I fidi di Banca Progetto, una volta approdati alle società beneficiarie, prendevano ben presto il volo verso le più disparate destinazioni. La relazione degli investigatori segnala che «ingenti quantità di denaro sono state trasferite a soggetti che hanno svolto un ruolo di mediazione nella richiesta di finanziamento», come per esempio Centofanti.
Paolo Fiorentino Banca Progetto
Secondo quanto ha ricostruito la Guardia di Finanza, la giostra dei finanziamenti ha coinvolto società come Atlas Consulting e Stardust Records, legate a Giacomini e ai suoi due soci Ettore Dore e Antonino Maira.
Un altro rivolo del fiume di denaro uscito da Banca Progetto è invece approdato alla società 7 Colli, che in sede di istruttoria per il finanziamento avrebbe dichiarato di utilizzare il fido per l’acquisto della squadra di calcio dell’Ostia Mare, ora di proprietà dell’ex calciatore romanista Daniele De Rossi. Alla 7 Colli fa capo anche un sito di notizie online che in passato è stato diretto da Francesco Storace [...]
[...]
Un’altra questione che le indagini dovranno affrontare riguarda il Mediocredito Centrale, in particolare tra i manager di Banca Progetto ed «eventuali soggetti intranei a Mediocredito Centrale», un istituto a controllo pubblico.
BANCA PROGETTO, SOLDI FACILI GARANTITI DALLO STATO E COMMISSIONI MILIONARIE PER I MANAGER
Estratto dell'articolo di G.Pao. per “la Stampa”
Un buco miliardario, un salvataggio ancora da quantificare con esattezza a carico del sistema bancario e un costo certo anche per le finanze pubbliche.
A contorno, commissioni milionarie e premi per manager e intermediari grazie ai prestiti rilasciati spesso senza una valutazione adeguata, grazie alle garanzie pubbliche.
La gestione di Banca Progetto, che operava «pressoché esclusivamente» nel settore dei finanziamenti garantiti dallo Stato, è stata «di fatto accentrata nella figura dell'ad Paolo Fiorentino» che ha «sempre minimizzato la portata del deterioramento della qualità dell'attivo sulla scorta della copertura assicurata dalle garanzie pubbliche».
Una disinvoltura giustificata dalla partecipazione del manager e di altri ex funzionari e dirigenti al capitale della controllante della banca, Bpl Holdco, che avrebbe generato «introiti pari a multipli delle rispettive retribuzioni fisse». Sono le conclusioni della verifica ispettiva su Banca Progetto fatta dalla Banca d'Italia e terminata nel marzo scorso, sulla base della quale è stato deciso il commissariamento dell'istituto milanese.
La fotografia emerge dagli atti di un'inchiesta della procura di Roma che ieri ha fatto scattare una serie di perquisizioni a carico di 52 indagati, a vari titolo, per le ipotesi di reato di malversazione e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Tra gli indagati, oltre a Fiorentino, anche alcuni ex manager della banca componenti del comitato crediti e alcuni intermediari.
Come Ida Ruggiero, agente monomandatario di Banca Progetto, che portava le pratiche di finanziamento. Ruggiero, con il marito Andrea Centofanti, ex finanziere e «consulente» di alcune delle società che incassavano i finanziamenti, avrebbe percepito almeno 30 milioni di euro di commissioni.
I soldi ricevuti dalla banca sarebbero poi finiti «in un vorticoso sistema di trasferimenti di denaro» e utilizzati per scopi diversi da quelli per i quali erano stati concessi. Come l'acquisto di quote di società di calcio, in particolare Triestina e Ternana, da parte del gruppo Scaramuzzino. I casi finiti all'esame della procura di Roma sono una ventina, per oltre 80 milioni di euro di prestiti in totale.
Poca cosa, rispetto agli 1,5 miliardi di euro di crediti deteriorati finiti nel portafoglio della banca, di cui 1,1 assistiti da garanzia pubblica.
Un pool di banche italiane - Intesa, Unicredit, Mps, Banco Bpm e Bper - sta lavorando con il Fondo interbancario al salvataggio dell'istituto. A comprare i crediti deteriorati dovrebbe essere Amco, controllata dal Tesoro. Il conto del salvataggio, inizialmente fissato in 400 milioni, sarebbe già salito a circa 700 milioni.






