coca cola pepsi 9

LA GUERRA DELLE BOLLICINE - COCA-PEPSI: BOOM DI PROFITTI PER LE DUE MULTINAZIONALI MA SUL FUTURO PESA UNA GRANDE INCERTEZZA - I RISCHI LEGATI ALLA LOTTA ALL’OBESITA’ E ALLA CRISI DELLE ECONOMIE EMERGENTI

Maria Teresa Cometto per “CorrierEconomia - Corriere della Sera”

 

COCA COLA PEPSI 2COCA COLA PEPSI 2

Di mercati emergenti se ne intendono. Indra Nooyi, 60 anni, è indiana.
Muhtar Kent, 63 anni, è di origini turche. Lei è il ceo (amministratore delegato) di PepsiCo dal 2006. Lui è a capo della arci-rivale Coca-Cola dal 2008.
 

Tutti e due sono molto preoccupati per la situazione nei Bric, i Paesi una volta considerati traino dell' economia globale: Brasile, Russia, India e Cina. E la settimana scorsa, annunciando i risultati di fine 2015 delle proprie aziende, entrambi i ceo hanno avvertito che sul futuro del loro business pesa una grande incertezza.

 

«Lavoro da decenni ma non ho mai visto una simile combinazione di forze contrarie nella maggioranza delle economie, insieme alla alta volatilità dei mercati finanziari», ha detto Nooyi. Secondo lei questo potrà avere alla fine un impatto negativo anche sugli Stati Uniti, dove la ripresa c' è stata, ma «fragile».
 

Pericoli

Nessun brindisi con le bollicine, quindi, per il boom di profitti fatto registrare dalle due multinazionali delle bevande gasate: +61% per Coke e +31% per Pepsi, nell' ultimo trimestre 2015 rispetto a un anno prima.

 

Nooyi e Kent si preparano invece a fronteggiare una possibile recessione mondiale, mentre allo stesso tempo devono trovare la strategia giusta per continuare a crescere in un mercato dove i consumatori sono sempre più preoccupati per il nesso fra il bere le «cola» e rischiare di diventare obesi.
 

COCA COLA PEPSI 1COCA COLA PEPSI 1

Inoltre tutti e due sono alle prese con gli effetti del dollaro forte sui loro conti: circa metà delle loro vendite sono realizzate fuori dagli Usa, il che tradotto nel biglietto verde ha significato un calo del fatturato nell' ultimo trimestre del 7-8%.
 

Per fortuna ci sono gli americani, i cui consumi di bibite, zuccherate e non, restano solidi e anzi sono in aumento, seppure lieve - +3% per Coca-Cola, +1,9% per PepsiCo - grazie al calo del prezzo della benzina.

 

Le bottigliette e lattine prodotte dai due gruppi occupano infatti un largo spazio sugli scaffali dei negozi alimentari collegati alle stazioni di servizio: con il pieno meno caro, i clienti sono invogliati a spendere qualche dollaro in più per togliersi la sete.

 

«Oggi il mio mercato emergente favorito sono gli Stati uniti - ha detto Kent -. Il petrolio a questi livelli ci aiuta per i costi della distribuzione e soprattutto aiuta i consumatori». I consumatori, però, cercano anche di orientarsi verso abitudini alimentari più sane, il che è un problema soprattutto per Coca-Cola, le cui vendite dipendono ancora per tre quarti circa dalle bollicine.
 

Indra Nooyi
Indra Nooyi

Negli ultimi anni Kent ha cercato di diversificare, investendo nel marchio di caffè Keurig green mountain e nel produttore di bevande energetiche Monster beverage.
 

Ma ha anche fatto il passo falso di comprare nel 2010 per 12,3 miliardi di dollari la più grande azienda nordamericana di imbottigliamento e distribuzione della Coca-Cola: una spesa che ha quasi dimezzato i suoi margini di profitto negli Usa. Per questo adesso Coke sta facendo dietrofront ed entro il 2017 dismetterà 55 fabbriche.

 

Per gestire la ristrutturazione Kent dallo scorso agosto è stato affiancato da James Quincey come chief operating officer (responsabile operativo), una carica fino ad allora vacante. Un segno che forse, più tardi quest' anno o il prossimo, l' azienda designerà lo stesso Quincey, ex capo di Coke in Europa, come successore di Kent.
 

MUHTAR KENTMUHTAR KENT

Solida

Di rimpiazzare Nooyi invece per ora non si parla alla PepsiCo. In azienda dal '94 e vegetariana convinta, la ceo ha da tempo puntato sull' offerta di alternative più sane alle bevande gasate e agli snack salati, venduti con i marchi Frito-Lay.
 

Grazie a lei PepsiCo ha per esempio comprato i succhi di frutta Tropicana e Naked juice, e il produttore di cereali Quacker oats. La linea di prodotti «buoni per te» - con yogurt e merendine fresche come l' hummus - è cresciuta fino a rappresentare circa un quarto del fatturato globale.
 

COCA COLA PEPSICOCA COLA PEPSI

Se Coca-Cola resta il numero uno nel mercato delle bollicine, PepsiCo sembra quindi posizionata meglio per rispondere al cambiamento dei gusti dei consumatori. Tutti e due comunque hanno trovato il modo di trarre profitto dal trend della riduzione degli zuccheri nelle diete della gente. Il balzo all' insù degli utili dell' ultimo trimestre si spiega infatti, oltre che con i tagli dei costi aziendali, con il lancio di nuove confezioni con bottigliette e lattine più piccole.
 

La scusa è offrire porzioni ridotte per accontentare chi vuole bere meno «cola» e anche chi vuole spendere meno, soprattutto nei mercati emergenti.
 

COCA PEPSI 3COCA PEPSI 3

Ma il risultato è che nelle versioni «small» il prezzo al litro delle bevande è più caro e quindi più profittevole per le due multinazionali e per i loro azionisti. I quali da 25 anni godono di dividendi (gli utili distribuiti) in continua crescita, con un rendimento che oggi, attorno al 3%, batte alla grande quello dei bond del Tesoro Usa.
@mtcometto.

COCA COLA PEPSI 9COCA COLA PEPSI 9

 

INDRA NOOYIINDRA NOOYI

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…