big melito porto salvo

IL MIO NOME E’ OMERTA’ - I GENITORI DELLA RAGAZZINA DI MELITO PORTO SALVO VIOLENTATA PER TRE ANNI DA OTTO GIOVANI DEL LUOGO SAPEVANO TUTTO MA HANNO TACIUTO: “SE AVESSIMO PARLATO AVREMMO DOVUTO LASCIARE IL PAESE” - SONO PARENTI DI UNO DEGLI AGUZZINI, FIGLIO DI UN BOSS

Carlo Macrì per il “Corriere della Sera

 

STUPRATORI MELITO PORTO SALVOSTUPRATORI MELITO PORTO SALVO

Sapevano delle violenze sessuali subite dalla loro figlia all' epoca tredicenne, ma non hanno denunciato i violentatori. «Le rivelazioni dei fatti avrebbero provocato discredito della famiglia e forse saremmo dovuti andare ad abitare in un altro paese». Così si è giustificata la madre di Maddalena (nome di fantasia) quando l' avvocato della famiglia le ha consigliato di sporgere querela.

 

Nel descrivere la vicenda di Melito Porto Salvo, paese di diecimila anime sul versante ionico, a pochi chilometri da Reggio Calabria, il giudice delle indagini preliminari Barbara Bennato, che ha mandato in carcere otto ragazzi del luogo, tra cui un minorenne, con l' accusa di stupro, si è soffermata sull' isolamento patito dalla vittima.

 

MELITO PORTO SALVOMELITO PORTO SALVO

Scrive il gip: «La ragazzina si era sentita sola, senza alcuna protezione e, pur sopraffatta dalla rabbia per l' abbandono dei genitori, si era trovata nelle condizioni di dover subire in silenzio un penoso rosario di violenze, atteggiamento paradossalmente impostole a protezione dell' incolumità degli stessi genitori, distratti e inadeguatamente interessati alla sua crescita evolutiva».

 

«Per vergogna», insomma, i genitori di Maddalena, hanno lasciato la loro figlia in balia dei suoi violentatori per tre anni. La coppia era sul punto di separarsi. Maddalena conosceva bene i suoi aguzzini: era imparentata addirittura con il «capo» del gruppo, quel Giovanni Iamonte, figlio di Remigio attualmente al 41 bis, considerato dagli inquirenti il boss dell' omonima famiglia di 'ndrangheta che gestisce le attività criminali a Melito Porto Salvo. Il padre della giovane infatti è cugino di Remigio, mentre la mamma ha lavorato alle dipendenze del boss per anni.

 

FIACCOLATA MELITO PORTO SALVOFIACCOLATA MELITO PORTO SALVO

In questa storia la scuola ha avuto un ruolo determinante. È grazie a un tema svolto in classe dalla vittima, che frequentava il liceo delle Scienze umane e linguistiche a Reggio Calabria, che è stato possibile far emergere la storia di Maddalena. Con i carabinieri di Melito che hanno indagato la ragazzina ha ricostruito la sua vicenda iniziando proprio dal tema. Ecco cosa ha riferito: «(...) fino a che un giorno a scuola la mia professoressa d' italiano ci dà un tema dove dovevamo parlare del ruolo che avevano avuto i nostri genitori nella nostra vita (...). E io nonostante non abbia detto niente per proteggere anche loro ero arrabbiata con loro perché comunque loro non se ne sono mai accorti di niente (...). Come fai a non accorgertene che tua figlia sta attraversando un periodo difficile, una difficoltà... niente completamente».

 

FIACCOLATA MELITO PORTO SALVO 2FIACCOLATA MELITO PORTO SALVO 2

I carabinieri allertati da telefonate anonime che parlavano di violenza sessuale su una minorenne del luogo, avevano fatto delle indagini riuscendo a individuare la ragazzina. Più volte avevano sentito in caserma i suoi genitori. Mai, però, era arrivata un' ammissione o la disponibilità di questi ultimi a denunciare. Anzi, i militari hanno registrato un «atteggiamento reticente e ondivago» della madre.

 

Un avvocato amico di famiglia era riuscito a fissare un appuntamento con il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Calogero Paci per formalizzare la querela. La mamma di Maddalena si era detta disponibile poi, però, aveva fatto marcia indietro, «manifestando il suo disappunto per l' operato del legale».

STUPRO 1STUPRO 1

 

E mentre la madre si rifiutava di denunciare i violentatori di sua figlia, il padre raccontava ai carabinieri particolari agghiaccianti sul comportamento della ragazzina, senza però voler mai denunciare quello che pure aveva visto. «Ho riscontrato sul corpo di mia figlia delle piccole cicatrici all' interno delle gambe e sui polsi; mia moglie mi ha riferito che sono dei tagli che si procurava a scopo autolesivo con dei coltelli e che pertanto è stata costretta a nascondere».

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...