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I LEGAMI TRA L’OMICIDIO DI KATY SKERL E IL RAPIMENTO DI EMANUELA ORLANDI – MARCO ACCETTI, L’UOMO CHE CONSEGNÒ IL FLAUTO DI EMANUELA ALLA FAMIGLIA ORLANDI, DISSE CHE LA BARA DI KATY, (STRANGOLATA NEL 1984 A ROMA) AL VERANO FU TRAFUGATA PER ELIMINARE UNA PROVA DEL COLLEGAMENTO TRA I DUE CASI – FRANCESCO MORINI, EX FIDANZATO DI KATY SKERL CHE HA PASSATO L’ULTIMA SERA CON LEI: “ALLA FESTA ERA TESA, SCAPPÒ VIA. QUELLA NOTTE UNA RAGAZZA CHIAMÒ A CASA CHIEDENDO AIUTO” – L’IPOTESI DELLA SECONDA FESTA A SFONDO ORGASTICO A CUI AVREBBE PARTECIPATO LA RAGAZZA

Estratto dell’articolo di Fabrizio Peronaci per www.corriere.it

 

Katy Skerl 3

«Eccomi, piacere. Io sono l'ultimo fidanzato di Katy Skerl...» Sorride. «Un bel po' invecchiato, s'intende...»

 

Racconti, è importante...

«Io e Katy ci frequentammo esattamente per 21 giorni. Andai a casa sua, conobbi la mamma e il fratello. Sono passati quasi 40 anni, è vero, ma come avrei potuto dimenticarla? La sua orrenda fine mi lasciò inebetito, sconvolto. Avevamo tre passioni comuni: la politica, i cantautori, la storia dell'arte....» […]

 

Fino a che?

«Fino a quella maledetta festa del 21 gennaio 1984, un sabato pomeriggio. Katy scappò da sola, di fretta. Ci rimasi male perché non volle che l'accompagnassi. La salutai sulla porta e non la vidi mai più. Il giorno dopo a casa mia si presentò la polizia, per dirci che l'avevano strangolata ai margini di una vigna. E nella notte arrivò una telefonata che ancora mi tormenta...»

 

FRANCESCO MORINI

Incubi che ritornano. Il giallo di Emanuela Orlandi e i delitti collegati. Quello di Katy Skerl, la 17enne uccisa a Grottaferrata nel gennaio 1984, presenta un elemento singolare e di indubbio rilievo investigativo: nella concatenazione di sangue e misteri innescata dalla scomparsa della figlia del messo pontificio (giugno 1983), l'omicidio della studentessa  romana, figlia di Peter Skerl, famoso regista di film porno anni '70 ("Bestialità", "Ragazza tutta nuda assassinata in un parco"), è infatti l’unico caso sul quale la Procura di Roma sta tuttora indagando a pieno ritmo.

 

L'inchiesta è stata aperta la scorsa estate dal pm Erminio Amelio dopo la scoperta che la bara di Katy era stata rubata, così come anticipato dal testimone Marco Accetti (l'uomo che ha consegnato il flauto riconosciuto dai familiari di Emanuela), a suo dire per «eliminare una prova del collegamento con il caso Orlandi, vale a dire l'etichetta della camicia indossata dalla defunta».

 

Ebbene, era vero. La tomba al riquadro 115 del cimitero Verano è stata effettivamente trovata vuota. E, di conseguenza, la pista di una vendetta della fazione opposta a quella messa sotto ricatto con il sequestro Orlandi-Gregori ha ripreso quota: dalla morte violenta di Katy si potrebbe tirare un filo capace di avviare a soluzione l'intero intrigo della Vatican connection.

Katy Skerl 3

 

Arriviamo così all’ultimo fidanzatino di Katy... Francesco Morini, oggi 56enne, romano […] ricostruisce l'ultimo giorno trascorso con la vittima, rivela alcune circostanze inquietanti e a tratti si commuove, rivivendo le emozioni del suo primo amore. […]

 

Arriviamo al fatale 21 gennaio, giorno di Sant'Agnese, citato in una lettera anonima sul caso Orlandi arrivata nel 2013, nella quale si faceva riferimento a "una vigna", guarda caso il luogo in cui fu trovata morta Katy...

«Quel sabato pomeriggio alla famosa festa di largo Cartesio, a casa di una ragazza dell'Orazio, io arrivai attorno alle 17, partendo da casa mia, e lei dopo circa tre quarti d’ora. Quando la vidi mi accorsi subito che era tesa, nervosa, un po' assente.

 

emanuela orlandi

Attorno alle 18.30 mi disse che doveva andarsene, per dormire dalla sua amica Angela, con la quale il giorno dopo aveva programmato una gita sulla neve, a Campo Felice. Infatti aveva con sé un grande borsone. Fu categorica: io provai a insistere per accompagnarla, mi preoccupavo perché era già buio, ma lei continuava a ripetere “no, voglio andare da sola". Mi ingelosii, sospettai di un altro ragazzo. Esserci lasciati male, dopo una discussione, è ancora un mio grande cruccio». […]

 

Lei come passò la serata senza Katy?

«[…] Quella stessa notte del 21 gennaio, infatti, quando ancora non sapevamo dell'omicidio, a casa nostra squillò il telefono fisso in corridoio. Andò mia madre a rispondere. Io sentii, mi alzai barcollando e le andai incontro nell’oscurità. Mia mamma mettendo giù la cornetta disse: "Era una ragazza che chiedeva aiuto, si sarà sbagliata". In quel momento ovviamente non ho pensato a Katy, ma il giorno dopo sì...» […]

 

emanuela orlandi

Che idea si è fatta sul movente dell’omicidio?

«Dico la verità, pensai a un collegamento con il caso Orlandi ben prima che quel signore, Marco Accetti, se ne uscisse affermando che Katy era stata vittima della fazione contraria a chi aveva preso Emanuela. Il periodo d'altra parte era lo stesso, 1983-84; l'età delle vittime simile, 15-17 anni; e poi c’era il fatto che Katy, oltre a essere impegnata politicamente, era anticlericale senza mezzi termini, s'infiammava contro la Chiesa. […]

 

in classe di Katy al liceo artistico c'era la figlia di uno dei funzionari bulgari accusati di essere stati i mandanti dell’attentato al Papa, compiuto da Agca due anni prima, nel 1981. Proprio lo scambio con il turco era stata la prima richiesta per liberare Emanuela Orlandi. Strano, no? Più che una coincidenza, mi pare un indizio serio, da valutare attentamente».

marco accetti

 

Ancora uno sforzo di memoria, Francesco: ha mai sentito parlare di una seconda festa alla quale potrebbe essersi recata Katy quella stessa sera?

«Sì, lessi qualcosa al riguardo, forse su "Paese sera". Che Katy poteva essere andata a una seconda festa, dopo quella di largo Cartesio, a sfondo orgiastico... Io personalmente non ne ho mai saputo nulla e tendo a escluderlo: Katy aveva con sé il borsone con gli indumenti per la neve, aveva in mente la gita con l'amica...»

 

Quasi quarant'anni dopo, cosa le resta di questa bruttissima storia che le consegna un ruolo importante come testimone ?

«[…] Dopo il fattaccio, inoltre, mia madre ed io fummo pedinati per settimane. Un signore in giacca e cravatta mi aspettava sempre davanti al liceo Orazio, tanto che una volta gli dissi: “Ma la vuol smettere di fare finta di leggere il giornale?" E lui rispose: “Come si permette? Io sono il papà di un’alunna". Non era vero, gli agenti in borghese mi stavano sempre addosso. […]»

papa giovanni paolo ii ali agca 19

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