
I SEGRETI DEI SAVOIA - UN LIBRO RILANCIA LA LEGGENDA CHE VITTORIO EMANUELE II NON FOSSE FIGLIO DI CARLO ALBERTO, MA… DI UN MACELLAIO FIORENTINO. L’IPOTESI DI UNO SCAMBIO DI BAMBINO IN CULLA DOPO UN INCENDIO CHE AVREBBE UCCISO IL FIGLIO “VERO” DEL "RE TENTENNA" - LO RACCONTO' MASSIMO D’AZEGLIO, AMICO PERSONALE DI CARLO ALBERTO, IN PUNTO DI MORTE – I PIRATI, IL RE DEL MADAGASCAR, GLI AVVELENAMENTI, MA ANCHE UN PROCESSO PER STREGONERIA ALLE SOGLIE DEL ‘700. CI FU ANCHE "UN ANTIPAPA", IL DUCA AMEDEO VIII CHE...
Paolo Morelli per torino.corriere.it
vittorio emanuele ii di savoia
Quanto si sa sui Savoia? Oggi parecchio, ma ci sono storie note solo in parte, o quasi del tutto sconosciute, mai debitamente approfondite. Ci ha pensato Luigi Grassia, giornalista e scrittore, che si è a lungo occupato di divulgazione e reportage da tutto il mondo.
Qualche anno fa, ha iniziato a raccogliere le storie meno note legate ai Savoia, trovate per caso fra vecchi libri e note a pie’ di pagina. Poi ha avviato delle ricerche per approfondirle e trovarne altre, fino ad averne dieci. Così è nato il libro I Savoia segreti, appena pubblicato da Capricorno (acquistabile solo online sul sito dell’editore torinese).
vittorio emanuele ii di savoia 2
«Non sono un archivista — racconta l’autore — ma mi è piaciuto molto andare all’Archivio di Stato di Torino, con una tappa anche a quello di Cagliari, per consultare quel materiale conservato così bene. Ho preso anche cose raccontate da altri, citandoli. Molte delle cose appaiono sopra le righe, ma c’è sempre un riscontro nei documenti o in libri editi».
L’unica storia con qualche dubbio racconta la possibilità che Vittorio Emanuele II non fosse il figlio di Carlo Alberto ma di un macellaio, con l’ipotesi di uno scambio di bambino in culla dopo un incendio che avrebbe ucciso il figlio «vero». «Non mi sbilancio a dire che è vera — precisa Grassia — ma a suo tempo fu convalidata da Massimo D’Azeglio, che frequentava l’ambiente; cito le numerose prove che potrebbero avvalorarla».
(…) «I Savoia — racconta Grassia — avevano una proiezione sul mare già dal Medioevo, tramite Nizza e Villafranca, che crebbe quando diventarono Re di Sardegna. In Madagascar c’erano pirati che venivano dall’Europa e dalle colonie inglesi degli attuali Stati Uniti.
Un nobile normanno di lingua francese, che era fra loro, scrisse una lettera di 64 pagine per chiedere al re di allora, Vittorio Amedeo II, di proclamarsi Re del Madagascar permettendo ai pirati di continuare ad agire come suoi sudditi (diventando corsari, ndr), evitando l’impiccagione in caso di cattura. I Savoia lo valutarono mentre già pensavano all’Etiopia, ma non se ne fece nulla perché erano impegnati ad assorbire la Sardegna.
Lo trovo un episodio significativo perché sottolinea il carattere dei Savoia, abituati a pensare sempre in grande».
Tra le storie si ritrovano avvelenamenti, ma anche un processo per stregoneria in epoca piuttosto recente, alle soglie del ‘700, «una vicenda importante a livello sociale — sottolinea Grassia — dove non sempre c’erano secondi fini, anzi, guardando i verbali, si intuisce che spesso lo “stregone” credeva veramente di esserlo e l’inquisitore condivideva con lui lo stesso universo cognitivo».
Ci fu anche un «Papa», il Duca Amedeo VIII che lasciò la carica per diventare Papa Felice V, ma eletto da un consiglio scismatico: fu l’ultimo antipapa che poi si sottomise a Papa Niccolò V da cui ottenne il perdono e il titolo cardinalizio.
vittorio emanuele ii e maria adelaide d'asburgo lorena 2
I SAVOIA SEGRETI LUIGI GRASSIA