
I SERVIZI SEGRETI ISRAELIANI TREMANO PER IL RILASCIO DI 250 PRIGIONIERI PALESTINESI: “LA STORIA SI RIPETERÀ” – RICORDANO COSA AVVENNE NEL 2011: IN CAMBIO DELLA LIBERAZIONE DEL CAPORALE ISRAELIANO GILAD SHALIT, IL GOVERNO DI TEL AVIV (C’ERA GIA’ NETANYAHU) RIMISE IN CIRCOLAZIONE 1.027 DETENUTI PALESTINESI. TRA LORO C’ERA YAHYA SINWAR, MENTE DELLA STRAGE DEL 7 OTTOBRE 2023 – QUELLO CHE E’ PASSATO ALLA STORIA COME IL “PATTO SHALIT” HA DIVISO IL PAESE MA IL GOVERNO VOLEVA PERÒ DIMOSTRARE CHE I GIOVANI SOLDATI, OBBLIGATI AL SERVIZIO MILITARE, NON VENGONO LASCIATI INDIETRO. VALE ANCORA DI PIÙ SE I SEQUESTRATI DA SALVARE SONO SOPRATTUTTO CIVILI…
Estratto dell’articolo di D.F. per il “Corriere della Sera”
Uno dei 1.027 detenuti palestinesi scarcerati in cambio del caporale Gilad Shalit voleva subito farsi riconoscere. Una foto di quell’ottobre del 2011 mostra Yahya Sinwar che tira fuori la testa dalla strettoia tra il finestrino e il tetto del bus militare: sulla fronte la bandana verde di Hamas, in mano il vessillo dello stesso colore, la barba degli islamisti, lo sguardo rabbioso.
ANAS AL SHARIF CON YAHYA SINWAR
Gli agenti dello Shin Bet in questi giorni di trattative hanno guardato e riguardato quell’immagine, l’hanno messa sotto agli occhi dei ministri perché cambiassero idea: i servizi segreti erano contrari a mandare a Gaza o in esilio all’estero la maggior parte dei 250 prigionieri che lasciano le carceri oggi, oltre a 1.700 palestinesi catturanti durante il conflitto.
Era stato proprio Benjamin Netanyahu, già allora primo ministro, a rilasciare Sinwar, il pianificatore della mattanza del 7 ottobre 2023, eliminato l’ottobre dello scorso anno.
Gli 007 sostengono — scrive il quotidiano israeliano Y edioth Ahronoth — che potrebbero mettere a disposizione la loro esperienza e il carisma della violenza per aiutare l’organizzazione fondamentalista a riabilitarsi.
L’esercito […] non resterà dispiegato per sempre nella Striscia, il rischio è perdere la possibilità di tenerli sotto controllo, sarebbe più facile in Cisgiordania. Citano il caso di Mahmoud Qawasmeh, anche lui uscito nell’intesa per riavere il caporale Shalit, è stato riarrestato a Gaza durante la guerra.
Qawasmeh era stato condannato per il rapimento e l’assassinio di tre giovani israeliani in Cisgiordania: gli omicidi erano stati tra le cause iniziali del confitto tra Israele e Hamas nell’estate del 2014, il più lungo fino a quello di questi ultimi due anni.
Quella che Ron Ben-Yishai, il decano dei commentatori di guerra, aveva chiamato «un’accettabile capitolazione» — il patto Shalit — ha continuato a dividere il Paese. I famigliari delle vittime degli attentati hanno protestato contro Netanyahu che li rimetteva per le strade, anche se quelle polverose di Gaza.
Il governo voleva però dimostrare che i giovani soldati, obbligati al servizio militare, non vengono lasciati indietro. Vale ancora di più se i sequestrati da salvare sono soprattutto civili che lo Stato ha il dovere di proteggere come nel caso dei 251 rapiti, tra loro anche stranieri, portati via all’alba del sabato nero di due anni fa. […]