CARMELITANI SCALZI E DESNUDI - NEL DOSSIER CONSEGNATO DA 100 PARROCCHIANI DI SANTA TERESA D’AVILA AL VATICANO, C’È IL RACCONTO DEI VIZIETTI DEI CONFRATELLI: DAGLI INCONTRI CON PROSTITUTI ALL’ABUSO DI ALCOLICI E DI SOSTANZE STIMOLANTI

Fabrizio Peronaci per il “Corriere della Sera”

 

PARROCCHIA SANTA TERESA D AVILAPARROCCHIA SANTA TERESA D AVILA

Lo scandalo degli incontri gay che ha messo a subbuglio l’ordine dei carmelitani scalzi - in conseguenza della lettera inviata da oltre 100 parrocchiani di Santa Teresa d’Avila ai vertici della Santa Sede, dal pontefice in giù - si arricchisce di dettagli scabrosi. Il dossier consegnato nelle mani del cardinale vicario Agostino Vallini (di cui sono a conoscenza anche papa Francesco, il Segretario di Stato Paolo Parolin e il vescovo ausiliario di Roma nord, Guerino Di Tora), secondo indiscrezioni delle ultime ore conterrebbe riferimenti precisi alla durata e alle modalità delle illecite relazioni, di cui molti confratelli erano al corrente.

 

preti gaypreti gay

É stato uno dei prostituti coinvolti, frequentatore abituale di Villa Borghese, a confessare nella sua dichiarazione (allegata alla fotocopia della carta d’identità) di aver avuto rapporti «continuativi» con un alto esponente della Curia generalizia dei carmelitani dal 2004 al 2007.

 

Gli incontri sarebbero stati favoriti da diverse circostanze: l’uso dell’ingresso di via Aniene (al posto di quello sorvegliato in corso d’Italia 38) per le «scappatelle» notturne, l’abuso di alcolici per allentare i freni inibitori e l’assunzione preventiva di estratti di prickly poppy (argemone messicana), pianta conosciuta dagli aztechi come «nutrimento dei morti» e «apprezzata come eccitante», avrebbe chiarito il testimone.

 

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La reazione dei vertici ecclesiastici alla decisione dei parrocchiani di rendere pubblica la lettera-denuncia è stata improntata al massimo riserbo. Ieri non si è registrata nessuna presa di posizione, il che potrebbe interpretarsi come una conferma della presa di distanze stabilita due giorni fa da monsignor Di Tora («Sono questioni che riguardano l’ordine carmelitano»).

 

In ogni caso, oltre che un problema di rapporto con la comunità parrocchiale, stanno emergendo nodi sul versante giuridico-organizzativo: se verrà provata la condotta illecita del sacerdote, in violazione di almeno uno degli obblighi di castità, obbedienza e povertà, cosa ne sarà degli atti da lui firmati per conto della Curia generalizia? Il padre chiamato in causa nel dossier, infatti, ha rivestito incarichi di rilievo in tutto il periodo di cui parlano i due prostituti che hanno confessato la liason .

PRETI BACIO GAY PRETI BACIO GAY

 

Gli scenari possibili, qualora venga provato il «persistere del delitto», sono di natura diversa: vanno dalla dimissione dallo stato clericale (prevista dal codice di diritto canonico) all’allontanamento dall’ufficio (decisione peraltro già presa), con forti dubbi da sciogliere sulla regolarità delle determinazioni assunte in passato.

 

Resta lo sconcerto per l’accaduto. Qualche settimana fa tra corso d’Italia e via Po sono stati affissi decine di volantini (subito strappati) che denunciavano «l’omertosa complicità» della «gerarchia ecclesiastica»: i promotori dell’iniziativa contestano in primis il fatto che, nel tentativo di mettere a tacere lo scandalo, si sia deciso di trasferire fuori Roma non solo il padre coinvolto ed eventuali correi, ma anche parroco, viceparroco e collaboratore di Santa Teresa.

 

Il «repulisti» è stato vissuto come un’ingiustizia ai danni dei religiosi di grado più basso. E ieri, a conferma di quanto il tema sia sentito nel quartiere, è trapelato un dato: i bimbi iscritti al catechismo per la prima comunione sono scesi, per effetto dello scandalo affiorato un po’ alla volta da giugno, di ben due terzi, da 46 a 15.

Panorama sui preti gay Panorama sui preti gay

 

 

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