
IL REGIME DEI BALOCCHI - SAPEVATE CHE IN LETTONIA ESISTE IL MUSEO DEI GIOCHI SOVIETICI, DOVE VENGONO RACCOLTI MIGLIAIA DI PEZZI DAGLI ANNI TRENTA AI NOVANTA CHE RACCONTANO LA VITA DEI BAMBINI NELL’URSS? – IL MUSEO È FRUTTO DI UNA LUNGA RICERCA RICERCA MA ANCHE DI DONAZIONI SPONTANEE – “SEMPRE PIÙ PERSONE NON RIESCONO A BUTTARE VIA LA MEMORIA DELL'INFANZIA SOVIETICA”
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Maicol Mercuriali per "Italia Oggi"
Peluches e bambole, modellini di automobili e treni in miniatura, il pupazzo di Cheburashka che è protagonista di un cartone animato popolarissimo nell'Urss, e tanti altri giocattoli che, a modo loro, raccontano un pezzo di storia sovietica. Uno spaccato della società, il modo di divertirsi dei bambini, mode e passatempi che accomunavano i piccoli da Mosca a Vladivostock, da Kaliningrad a Tashkent.
Tutto questo ora è raccolto in un museo in Lettonia, dove nella capitale Riga quella che era la collezione privata di Yana Voronova si è trasformata in un'esposizione permanente di giocattoli sovietici. È il primo museo di questo tipo nell'ex repubblica sovietica ed è stato ribattezzato «La nostra infanzia»: raccoglie migliaia di pezzi dagli anni Trenta ai Novanta, frutto di ricerca ma anche di donazioni spontanee.
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Quando le persone hanno saputo della collezione della donna, ha raccontato ai media russi, hanno iniziato a portarle i ricordi della loro infanzia perché facessero parte di questa raccolta. La collezione è partita 12 anni fa mentre Voronova stava acquistando un giocattolo per suo figlio. In quel momento, racconta la lettone, le è sopraggiunto un ricordo improvviso dei suoi passatempi durante l'infanzia e quando dopo poco tempo una sua conoscente le consegnò la riproduzione di un rover planetario, proprio lo stesso che aveva avuto da piccola, è scattata la scintilla.
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«Per me è stato qualcosa di incredibile: quando ho chiuso gli occhi e l'ho acceso, mi sembrava di essere tornata bambina. Il rover è stato una sorta di guida per la mia infanzia, qualcosa di incredibile». Da questo episodio Voronova ha iniziato a cercare e collezionare giocattoli dei tempi sovietici e presto ha dedicato un piccolo angolo di casa per questo nuovo hobby.
Un angolo che si è riempito in fretta: amici, conoscenti e poi anche curiosi venivano a osservare la collezione e tutti rimanevano colpiti dagli oggetti esposti. Quei giochi evocavano in molti ricordi, esperienze, emozioni. Così la donna, con la collezione che via via aumentava, ha deciso di compiere il grande passo. «Vedendo le emozioni che suscitano questi giocattoli ho capito che era giunto il momento di creare un museo».
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A Riga è nato in questo modo il museo «La nostra infanzia», punto di riferimento per chi vuole fare un tuffo nel passato. Voronova ha spiegato che sempre più persone non riescono a buttare via la «memoria dell'infanzia sovietica» e invece che liberarsi dei vecchi giocattoli li portano al museo, arricchendo così la collezione. L'esposizione presenta anche vari accessori del tempo, gioielli, vestiti, decorazioni natalizie, le caramelle più amate dai bambini e molto altro ancora.
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