cartello di jalisco nueva generacion narcos

MA NON ERA MEJO ANDA' A FREGENE? - IN MESSICO DUE CICLO-TURISTI SONO STATI ASSASSINATI, UNO CON UN COLPO DI PISTOLA ALLA TESTA E L’ALTRO DECAPITATO - IL PAESE E’ AD ALTO RISCHIO PER I VIAGGIATORI, SOPRATTUTTO SE SI ALLONTANANO DALLE ROTTE PIU’ BATTUTE - LE CITTA’ PIU’ VIOLENTE DEL MONDO, DA TIJUANA A LOS CABOS, SONO IN MESSICO

1 - CHIAPAS, UCCISI BRUTALMENTE DUE CICLISTI «GLOBETROTTER»

S.Gan per il “Corriere della Sera”

 

napoletani scomparsi messico

Stavano facendo il giro del mondo in bicicletta. L' avventura è finita in un fossato, sul ciglio di una strada di campagna del Chiapas, in Messico. I corpi del tedesco Holger Franz Hagenbusch e del polacco Krzysztof Chmielewski sono stati trovati a fine aprile, una settimana dopo l' allarme lanciato dall' Europa per la loro scomparsa. In un primo momento, gli inquirenti messicani hanno dichiarato che si trattava di un incidente stradale.

 

messico 7

Tesi difficile, però, da portare avanti dopo i risultati dell' autopsia: una pallottola ha attraversato il cranio del tedesco da parte a parte, il polacco è stato decapitato. Venerdì il procuratore Luis Alberto Sanchez ha ammesso che «probabilmente» si tratta di omicidio ma ha ribadito che la testa di Chmielewski sarebbe stata staccata da animali selvatici. Comunque, un delitto brutale che conferma l' alto livello di rischio cui vanno incontro i viaggiatori in Messico, soprattutto quando si avventurano fuori dalle rotte del turismo di massa.

 

Dei due «globetrotter» si erano perse le tracce mentre si spostavano dalla città coloniale di San Cristobal de las Casas, capoluogo del Chiapas, alla zona turistica delle rovine maya nella giungla. «Probabilmente, è stata una rapina», ha concluso Sanchez. Negli stati meridionali del Chiapas, di Oaxaca e di Guerrero, soprattutto nell' entroterra, sono in effetti frequenti le aggressioni armate a scopo di rapina contro i viaggiatori.

messico 6

 

2 - (NON) BENVENUTI ALLA NARCO-GUERRA DI LOS CABOS

Guido Olimpio per “la Lettura - Corriere della Sera”

 

Alcuni cadaveri appesi a un paio di ponti. Sotto un manifesto rivolto a coloro che «non riconoscono il nostro potere da Nord a Sud», firmato Los Guzmanes. Un segno di minaccia, un' avvertenza feroce ai rivali. Li hanno trovati a fine dicembre nella zona di Los Cabos, municipalità della Bassa California messicana. Una volta famosa per il relax, le immersioni e le vacanze, oggi stella del crimine. La località è finita in testa alla lista come città più violenta al mondo, classifica preparata tenendo conto del numero di abitanti.

messico 5

 

A Los Cabos nel 2017 sono stati registrati 365 omicidi su una popolazione di quasi 300 mila abitanti. Nell' elenco delle prime dieci - e non è una sorpresa - compaiono altre quattro città del Messico: Acapulco, Tijuana e La Paz (queste due entrambe nella Bassa California), infine Ciudad Victoria.

 

Nell' intero Paese, soltanto nel 2017, la narco-guerra ha causato 25.339 omicidi, 70 al giorno. Con una tendenza chiara a peggiorare: nel primo trimestre del 2018 sono stati censiti 7.667 delitti, il 20% in più rispetto all' anno precedente (6.406). Se volete un paragone, possiamo citare l' Afghanistan dove, nello stesso periodo, si lamentano 10 mila morti.

messico 4

 

Ma sono numeri che dicono solo una parte della verità di un Paese che il primo luglio sarà chiamato a un voto cruciale (termina qui infatti il mandato presidenziale di Enrique Peña Nieto). Ci sono persone eliminate nelle faide, altre giustiziate da squadroni della morte, altre ancora finite nel fuoco incrociato o uccise per errore. Infine dozzine di scomparsi, un frammento doloroso di quelle migliaia di desaparecidos messicani e stranieri. Ognuno - a seconda delle idee - tende a dare spiegazioni diverse, motivazioni opposte alla carneficina.

 

messico 3

La situazione precaria a Los Cabos è lo specchio di quanto vediamo in molte regioni del Messico, in particolare quelle dove transitano corridoi della droga o dei clandestini. Qui, dopo l' estradizione negli Stati Uniti di El Chapo Guzman, la lotta si è intensificata. Su più livelli. Sinaloa, il cartello del padrino, s' è spaccato in almeno tre tronconi. Gli uomini di Damaso Lopez, anche lui finito in carcere per le troppe ambizioni, sono entrati in collisione con i figli di Guzman.

 

Una terza «linea» ha provato a ritagliarsi spazi nuovi e a proteggerli con raffiche di mitra. Quindi le gang minori. Insieme a questo regolamento di conti continuo e progressivo, l' organizzazione ha dovuto far fronte all' estendersi di Jalisco-Nueva Generación, il network deciso a imporsi come forza egemone agli ordini di El Mencho. Il sodalizio, che usa i social network e dispone di un braccio armato poderoso, ha mosso guerra inglobando fazioni locali e proponendo patti a bande presenti nella penisola.

 

messico 2

Nel medesimo quadrante geografico «tengono» i resti della famiglia Arellano Felix al centro dell' assalto dei concorrenti. Da tempo e in modo spettacolare. A metà ottobre del 2013, Francisco Rafael, una delle figure storiche del clan, è fatto fuori all' interno di un hotel di Cabo San Lucas, dove è in corso una festa per bambini. Per cogliere di sorpresa le guardie del corpo, l' esecutore si traveste da clown; poi apre il fuoco tra gli invitati. Doppio sfregio: per il modus operandi e per il bersaglio.

 

messico 1

Le incursioni sono costose in termini di perdite. Fisiche ed economiche. Jalisco ha arruolato sicari in altre regioni e li ha trasferiti nella parte occidentale, lungo l' asse che da Los Cabos risale verso Tijuana, al confine con la California. Gli affiliati a Sinaloa, in particolare le cellule dei fratelli Arzate Garcia e degli Uriarte, hanno replicato con imboscate, «liquidazioni» dei nemici, raid a bordo di pick up bene armati. Come è già successo in passato, la cattura o l' uccisione di un boss ha prodotto vuoti di potere che non hanno indebolito il crimine; al contrario: lo hanno moltiplicato. Sottocapi e luogotenenti hanno raggruppato i pistoleros per tentare la scalata.

 

metro citta del messico

Si spara con kalashnikov e pistole per difendere il passaggio dei carichi di droga. Dalla coca colombiana - trasportata via mare con cargo e battelli semisommergibili - alla marijuana, dalle anfetamine alle medicine taroccate. Alcune zone della Baja, quelle pianeggianti attorno a Ensenada, sono luoghi ideali per le piste dove atterranno piccoli velivoli carichi di droga. Strisciano in terra dove basta poco per toccare, scaricare e ripartire.

 

le teste dei decapitati nel sombrero

Il cartello di Sinaloa, nel corso degli anni, ha sviluppato una vera flotta e non è certo disposto a cedere gli affari. Poi c' è la sfida per lo spaccio. È a questo livello che il conflitto si trasforma in micro-scontri. I commando colpiscono centri di distribuzione, corrieri, disperati che vendono agli angoli di una strada, responsabili di agglomerati.

 

A un omicidio si risponde con un omicidio; le vendette incrociate appartengono alla «tradizione» criminale, ma anche a una «politica» che punta a scardinare gli apparati sul territorio. Ripetendo quanto fatto su scala nazionale le autorità hanno provato a contrastare lo strapotere dei clan ampliando l' azione dell' esercito, con l' invio di nuovi reparti nel 2017 - quasi mille soldati - e la creazione di una base a La Paz.

tre decapitazioni a xalapa

 

Marina ed esercito devono fiancheggiare la polizia che è inadeguata e in alcuni casi infiltrata e collusa. Solo che i cartelli sono abituati a resistere, hanno dato maggiore importanza all' aspetto «militare», cioè hanno messo in piedi colonne in grado di portare avanti vere campagne distruttive. Non di rado sono questi «colonnelli» ad animare in seguito le scissioni. Che producono nuovi massacri.

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO