mario bressi con i suoi figli

“NON LI RIVEDRAI MAI PIÙ” - TRAGEDIA IN PROVINCIA DI LECCO DOVE IL 45ENNE MARIO BRESSI UCCIDE I DUE FIGLI, GEMELLI DI 12 ANNI, E POI SI TOGLIE LA VITA GETTANDOSI DA UN PONTE - LUI E LA MOGLIE SI STAVANO SEPARANDO - HA PREPARATO LA CENA, HA SEDATO I FIGLI E LI HA SOFFOCATI - SU INSTAGRAM L’UOMO HA POSTATO UNA FOTO CON I RAGAZZI MENTRE GUARDANO LE MONTAGNE CON ALLE SPALLE UNA PICCOLA CAPPELLA E LA SCRITTA “PER SEMPRE INSIEME”

Da www.lastampa.it

 

MARIO BRESSI

L’urlo straziante di una donna ha svegliato questa mattina i pochi abitanti di Margno, piccolo comune ai piedi delle Alpi, in provincia di Lecco. Daniela Fumagalli, 45 anni, non ha smesso di piangere e urlare per ore. «Non si svegliano, non si svegliano» ha ripetuto all’infinito contorcendosi di dolore. Elena e Diego, i suoi due figli, gemelli di 12 anni, erano nel letto della loro casa di vacanza. Uccisi nel sonno dal padre, Mario Bressi, impiegato di 45 anni, che poi si è tolto la vita gettandosi dal ponte della Vittoria a Maggio di Cremeno. «Non li vedrai mai più», aveva scritto poco prima alla moglie, da cui si stava separando. Una tragedia senza fine.

 

MARIO BRESSI CON I SUOI FIGLI

Non appena ha letto quel messaggio, Daniela Fumagalli si è precipitata nella loro casa di villeggiatura. «Ho fatto la rampa delle scale e sono corso giù ma era troppo tardi: anche i volontari della Croce Rossa piangevano» è il racconto di Vincenzo Rizza, un vicino di casa, che ha riferito di aver sentito nella notte «dei rumori molto strani». Erano circa le 3. «Non ho pensato ai ladri e non sono uscito di casa – ha raccontato con rammarico – Se solo fossero stati più frequenti, forse avrei potuto fare qualcosa. Il pensiero di questo padre che prepara da mangiare ai suoi figli e poi li uccide è qualcosa di mostruoso».

 

MARIO BRESSI - I FIGLI ELENA E DIEGO

Mario Bressi e Daniela Fumagalli si stavano separando. Originari di Gorgonzola ma dal 2003 residenti a Gessate, nell’area metropolitana di Milano, la famiglia Bressi era conosciuta in paese. I carabinieri, che indagano coordinati dal pm Andrea Figoni e dal procuratore Antonio Chiappani, hanno ascoltato per circa tre ore nella caserma di Casargo la madre dei due dodicenni. Ingegnere biomedico e dirigente di un’associazione sportiva, la Asd Freeart di Gessate per cui la figlia pattinava, Daniela Fumagalli si era di recente rivolta a un avvocato di Milano, Davide Colombo, per avviare una separazione anche se la coppia viveva ancora insieme.

MARIO BRESSI CON I SUOI FIGLI

 

«La gente - dice il parroco don Bruno – vuole sapere il perché debba essere versato tanto sangue innocente. Ho incontrato quella madre, sembra una bestia ferita agonizzante, urla, è disperata». Il sacerdote stasera dirà una messa «di riparazione. Davanti al male si rimane sgomenti. E’ un dolore che tocca tutta la comunità che conosceva soprattutto i nonni di questa famiglia, qui in vacanza per 40 anni. Dirò una messa di riparazione anche mercoledì nella cappellina in mezzo al bosco: il male è troppo grande, va riparato».

 

Incomprensibile agli amici e ai vicini il gesto di Mario Bressi. Su Instagram l’impiegato ha postato una foto con i figli mentre guardano la cima delle montagne con alle spalle una piccola cappella. «Per sempre insieme» ha scritto sulla foto. I social network di Mario Bressi sono piene di immagini che lo ritraggono sorridente con i figli, fotografie di momenti spensierati scattate soprattutto in montagna. Istantanee ora ancora più drammatiche per gli amici che si sono riversati sui social.

 

 

NON DITE «FOLLIA» CI STRAZIA TUTTI L'URLO DELLA MADRE

Andrea Galli per il “Corriere della Sera”

 

MARIO BRESSI CON I SUOI FIGLI

Sono venti metri dalla porta del trilocale alle scale, diciassette gradini lungo la ringhiera di legno fino all'uscita della palazzina a due piani, sei scalini di pietra, il vialetto, altri cinque scalini di pietra. Chissà quante volte ha contato i propri passi anche qui, Mario Bressi. L'assassino Mario Bressi era fissato con le passeggiate, specie su queste montagne dov' è cresciuto - e dove a Natale e d'estate sono cresciuti i figli -, ma a patto di conoscere prima la strada e studiarla, a patto di far partire il cronometro e rispettare i tempi previsti, a patto di non sforare le soglie col cardiofrequenzimetro e garantirsi un allenamento efficace.

 

Anche per brevi tragitti: scarpe giuste, pantaloni giusti, il k-way d'emergenza nello zaino, la borraccia piena e la riserva d'acqua, i soldi in contanti, il cellulare carico, i fazzoletti per pulire gli occhiali. Le improvvise deviazioni e interruzioni di percorso gli mettevano ansia. Quest' orrore, l'ha pianificato. Il metodo e l'estrema vigliaccheria: un'unica azione prima di uscire e suicidarsi, ovvero quella di voltare il volto di Elena e Diego, senza vita ormai, così da non guardarli.

 

MARIO BRESSI CON I SUOI FIGLI

Vegliare a distanza, lui, il padre, in soggiorno e loro, i suoi figli, in cameretta, ma non guardarli. Un'esistenza regolare, canonica. Almeno secondo regole di famiglia e di provincia: lungo fidanzamento da giovani, la ricerca d'un lavoro, un buon stipendio, l'appartamento con un pezzo di verde e le siepi di gelsomini, la genitorialità, la frequenza, perfino eccessiva, nei centri di donazione del sangue più in verità per sottoporsi a periodici controlli che per aiutare il prossimo, appunto la seconda casa a Margno, di proprietà dei genitori, le maniere educate, sovente esagerate, e sempre, sempre in questi quarantacinque anni di esistenza, la preoccupazione di non farsi notare.

 

Di non farsi notare fuori posto. Che pensasse alla prima udienza di separazione come un sopruso del destino al quale ribellarsi perché mai e poi mai avrebbe potuto incontrare un problema, che l'odio contro Daniela lo stesse mangiando e andasse punito, che il progetto di attuare una vendetta, la più tremenda, lo portasse a leggere di omicidi su Internet per esser pronto e non sbagliare - per non fallire - , ecco, adesso tutto questo genera l'ovvio stupore di chiunque si fermava all'apparenza.

 

A Gessate, dove i vicini di casa non avevano notato malumori e sentito litigi; e a Margno, buen retiro di anziane brianzole e geografia di vie dai nomi semplici (via al Tennis, via ai Monti), dove il paese, dalla barista tatuata alla minuta benzinaia, guardava ammirato lo spettacolo dei gemelli, belli, sereni, gioiosi, guardava quel padre così controllato in presenza dei figli nei gesti e nelle parole, premuroso e dolce.

 

Bressi lo era comunque: se ne inventava di ogni pur di non lasciare i figli soli e annoiati col cellulare in mano. Anche venerdì. Sveglia presto, colazione con yogurt e marmellata evitando le merendine, quindi i biglietti acquistati alla vicina funivia, 12 euro gli adulti e 8 i bambini, i sei minuti di viaggio scrutando dall'alto casomai spuntassero i cervi, la passeggiata.

 

E i puntuali «buongiorno» agli altri escursionisti raccomandandosi con i figli di fare altrettanto. Stavano a Margno da cinque giorni. Silenzio, nel trilocale in fondo al corridoio, il volume della televisione abbassato per non infastidire la gente. Mentre Bressi preparava la cena, tra le 20 e le 21, la finestra della cameretta aperta sul vialetto, forse per ascoltarli, forse per sbirciarli, Elena e Diego giocavano; giocavano col pallone e curiosando nelle aiuole perfettamente tagliate alla ricerca di insetti, fra commoventi silenzi ché i gemelli certe cose le sanno soltanto loro. Bressi aveva fretta, non poteva aspettare il passaggio in bagno per far lavare i denti e indossare il pigiama. Forse li ha sedati per accelerare.

 

Si sono assopiti. Erano in calzoncini e maglietta. Li ha uccisi. L'appartamento era in perfetto ordine. Ha sparecchiato, gettato i rifiuti, tolto le briciole dal tavolo, sistemato le pieghe sul divano. Su alcuni dettagli della scena del crimine, il Corriere ha scelto di non soffermarsi. Ma su quell'urlo di Daniela, che ancora risuona nel paese più forte del boato d'una valanga, no, non si può. Ripeteva «svegliatevi, svegliatevi, svegliatevi!». Bressi ha progettato anche questa scena finale; la penultima è stata lanciarsi dal ponte. Non farsi trovare, sparire. Aveva terminato con la morte e la moglie doveva vivere.

 

Ultimi Dagoreport

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...